ESCLUSIVA MASSIMILIANO BELLARTE – Calcio a 5 e calcio a 11 sembrano due mondi molto simili tra loro, ma in realtà le differenze non mancano affatto. Il primo, comunemente conosciuto anche con il nome di futsal, è una disciplina distinta dal calcio che seguiamo quotidianamente, seppur sia possibile integrare entrambi gli sport.
Questo è quel che ha spiegato Massimiliano Bellarte, commissario tecnico della Nazionale italiana di futsal, nel corso dell’intervista rilasciata a Numero Diez. L’allenatore classe ’77 è un veterano di questo mondo, vantando una carriera pluri-ventennale tra futsal giocato e, soprattutto, futsal allenato. Vanta un palmarès piuttosto importante, considerando la Coppa Italia e la Supercoppa italiana conquistate sulla panchina dell’Acqua & Sapone, i titoli ottenuti con i belgi dell’FP Halle-Gooik e il Campionato italiano femminile conquistato con la Futsal Salinis.
I PentAzzurri, soprannome della selezione del Belpaese, attualmente si trovano all’11esima posizione del ranking UEFA. Nei prossimi giorni saranno impegnati nelle gare di qualificazione ai Mondiali, che si disputeranno in Uzbekistan a settembre 2024. Il primo incontro andrà in scena domani sera, 15 settembre, ad Eboli, dove l’ItalFutsal incrocerà la Slovenia. In merito a queste gare si è espresso anche il mister stesso. Di seguito riportato il contenuto integrale dell’intervista esclusiva di mister Bellarte.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA A MASSIMILIANO BELLARTE
SULLA PASSIONE PER IL FUTSAL – “Non so dire precisamente quando è iniziata la mia passione per il calcio a 5, siccome sono sempre stato un grande amante dello sport in generale. Insieme alla pallacanestro, era l’unico sport che riuscivo a praticare e da ciò è partita la mia voglia di giocarlo dapprima e aspettare di fare l’allenatore in un secondo momento. Comprendere che tutto ciò sarebbe dovuto diventare un lavoro? Non l’ho ancora fatto. Spero che questo possa continuare ad essere la mia professione, cercando di rimanere nell’ambiente sportivo il più a lungo possibile”.
FUTSAL AMATORIALE O PROFESSIONISTICO? – “Il futsal è raramente riconosciuto come sport professionistico. In Spagna, così come in Belgio, i giocatori possono avere un contratto da professionista o un contratto da amatore. Purtroppo in Italia molti sport, tra cui anche il futsal, non sono professionistici. Tuttavia, non è questo che garantirebbe professionalità. Credo che dovremmo puntare innanzitutto all’altissimo livello della professionalità. Attualmente si tenta di farlo, sia a livello individuale che di club. Siamo su una strada buona, ma sempre migliorabile“.
DIFFERENZE TRA CALCIO E FUTSAL – “Il calcio a 5 e il calcio a 11 sono due discipline diverse, ma vicine dal punto di vista regolamentare (si gioca con i piedi, si tenta di far gol, la presenza di un elemento che usa le mani per evitare il gol). In realtà possono anche integrarsi benissimo, così come io tento di integrare pallacanestro e futsal. Tuttavia ci sono spazi e tempi totalmente diversi, ed è naturale che cambia il modo di approcciarsi al gioco, ossia nell’interpretazione e nella preparazione fisica, ma anche nella maniera di vivere una competizione”.
SULLE GARE DI QUALIFICAZIONE AL MONDIALE 2024 – “Si può vivere un sogno. Ogni sogno si vive per step e di conseguenza per obiettivi intermedi, così come abbiamo fatto da quando abbiamo avviato un nuovo percorso per rinnovare l’ambiente nazionale, post-Euro2022. Per realizzare questi obiettivi intermedi c’era la necessità di ringiovanire la rosa e portarla ad adempiere ad altri incarichi. In realtà noi non pensiamo né a vincere il girone né a qualificarci. I nostri veri obiettivi sono competere partita dopo partita. Abbiamo due squadre che sono sopra di noi nel ranking UEFA, Slovenia e Spagna. Non possiamo pensare a vincere il girone se non iniziamo a pensare di competere contro di loro. Anche la quarta squadra del girone andrà a dimostrare che il livello internazionale non ha più quei gap che permettevano ad una squadra di vincere con ampio scarto”.
SULLA PREPARAZIONE PER LE PROSSIME GARE – “Il problema della nostra Nazionale è che quasi tutti i giocatori, eccezion fatta per un paio che giocano all’estero, sono in piena fase di periodo preparatorio all’agonismo. Non hanno partite nelle gambe e non hanno disputato competizioni, mentre la Spagna è già alla terza giornata di campionato e sono più avanti rispetto a noi. Questo è l’unico punto che potrebbe influenzare il nostro modo di allenarci, perché i ragazzi avrebbero dovuto fare il 90% del roaster adesso, alla quarta settimana di preparazione. Invece loro sono qui a preparare un evento competitivo, però si cerca di non far incidere questo fattore in maniera negativa“.
SULL’ELIMINAZIONE AI GIRONI ALL’EUROPEO U19 –“C’è rammarico e delusione dettata dal fatto che eravamo lì a 6 punti e potevamo benissimo raggiungere le semifinali. Il fatto che tutto ci sia sfuggito dalle mani ci ha deluso, ma non per quel che riguarda le prestazioni dei ragazzi, la nostra preparazione e soprattutto per quel che è stata la continuità. In un movimento sportivo giovanile la continuità è la cosa più importante per dimostrane la buona salute.
Se 3 edizioni fa non ci qualificavamo alle fasi finali del campionato d’Europa, nella scorsa ci siamo qualificati e in questa abbiamo confermato la qualificazione, che va pur sempre conquistata su altre Nazioni. Evidentemente questa continuità non fa che mostrare il buon percorso del movimento giovanile italiano e si spera di continuare a fare passi in avanti. Abbiamo fatto una competizione di altissimo livello e per un buon periodo di tempo avevamo ottenuto la qualificazione in semifinale. Poi è naturale che per arrivare tra le prime 4 è necessario lavoro e ulteriore tempo“.
FUTSAL MASCHILE E FEMMINILE – “È normale che vi sia differenza a livello fisico e riguardo l’approccio tra categoria maschile e femminile. Ma queste ultime permettono di vivere il gioco nella sua completezza. La differenza va vissuta e comporta adattamenti. Nell’anno che ho allenato la Salinis io facevo le stesse cose dei ragazzi a livello qualitativo ma, logicamente, ad una velocità minore. Per me l’espressione del gioco deve essere la stessa di quella che ho dato ai ragazzi. Non esistono gap di genere ma differenze, che, ripeto, portano soltanto ad adattamenti“.
SUL FUTSAL IN BELGIO – “In Belgio si ha una cultura differente e si vive lo sport in un modo diverso rispetto al’Italia. Ovviamente tutti dovremmo propendere ad alcune basi, tipo il lavoro sul settore giovanile e l’investimento per il futuro. Lì ci sono tante situazioni simili a quel che avviene in Italia ma, di contro, quel che fa la differenza è a livello societario. Ci sono società calcistiche che investono nel futsal, come l’Anderlecht o lo Standard Liegi, non so con quali modi, ma ottenendo un ottimo biglietto da visita nel panorama del calcio a 5 europeo. Però non è detto che sia necessario comparare il loro approccio al futsal rispetto al nostro. I principi base dovrebbero essere gli stessi per tutti, ma è logico che ci siano variazioni dovute alla cultura”.
Fonte immagine di copertina: archivi FIGC