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Top 10 dei goal da centrocampo | Numero Diez Top 10

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Top 10 dei goal da centrocampo

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Ebbene sì, Rooney lo ha fatto ancora. L’attaccante ex Manchester United ed Everton ha segnato l’ennesimo goal da centrocampo della sua carriera nella sfida tra il suo DC United contro Orlando; grazie a questo fantastico gol, la sua squadra ha vinto la partita per 1-0 e portato a casa 3 punti fondamentali in ottica playoff. I gol dalla distanza sono sempre molto spettacolari: i portieri spesso possono solamente vedere sfilare alle spalle il pallone, rimanendo immobili. Ancora più spettacolari però, sono i gol da centrocampo che fanno letteralmente sobbalzare gli spettatori dal divano e dal seggiolino, perché è un gesto tecnico che fa stropicciare gli occhi a chiunque, anche ai meno appassionati. Per diversi atleti le conclusioni dalla distanza sono diventate delle vere e proprie firme d’autore, calciatori come Beckham, Recoba, Stankovic e Mascara verranno sempre ricordati per le magie che hanno compiuto lontano dall’area di rigore. In onore del gol di Rooney a Numero Diez abbiamo voluto ricordare in un Top 10 le più belle perle da metà campo.

Il gol di Rooney contro Orlando

1. IL GOL CHE AVRANNO VISTO ANCHE A TONGA

“Che gooool! Che goool! Non ci credooooo, Mascara meglio di Maradona e Beckham! Questo gol farà il giro del Mondo! Sbalorditivo Mascara. Questo gol lo vedranno pure a Tonga!”

La reazione di Maurizio Compagnoni al gol di Beppe “playstation” Mascara è stata molto naturale, tirando fuori tutta la meraviglia nel vedere una prodezza come quella appena realizzata dal fantasista del Catania. La partita non era una qualunque, era il derby di Sicilia e correva l’anno 2009, allo stadio Renzo Barbera i padroni di casa del Palermo ospitavano i rivali di sempre del Catania. Il match fin dal primo tempo è indirizzato dalla parte dei catanesi che verso lo scadere della frazione si ritrovano in vantaggio per 2-0. Al minuto 44 avviene la magia: il semplice rinvio dal fondo scaraventato verso la metà campo avversaria viene stoppato di petto da Morimoto, appoggiando al compagno Mascara. In una frazione di secondo il numeo 7 degli Elefantini calcola il rimbalzo e con uno spiovente letale fredda Amelia, che non può nulla sulla conclusione. 0-3 in favore dei catanesi. Il match terminerà sul 4-0, una partita che nel cuore dei tifosi rossazzurri rimarrà impressa per sempre.

Il gol pazzesco di Mascara.

2. IL GENIO DE “EL CHINO”

Uno dei calciatori più talentuosi passato tra le fila nerazzurre è stato AlvaroEl ChinoRecoba, adorato in maniera smisurata dall’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti. Il giocatore uruguagio ha vissuto la propria carriera giocando più per divertire e divertirsi che per la concretezza in sé. I ricordi dei tifosi della Beneamata nei suoi confronti sono per lo più diretti verso l’eleganza e il genio delle sue giocate, segnando reti deliziose, talvolta anche direttamente da calcio d’angolo con cui si faceva beffe dei portieri avversari. Come i più grandi, Recoba non ha mai avuto una continuità di rendimento, ma nei giorni in cui era on fire era capace di prodezze incredibili. Uno dei suoi gol più belli che potrebbe riassumere al meglio il suo genio e la sua follia è il gol contro l’Empoli: al CastellaniEl Chino” ha sorpreso con una tranquillità inaudita l’estremo difensore dei toscani con un pallonetto da circa 50 metri. Purtroppo la svogliatezza e la discontinuità hanno tenuto quel talento così cristallino ancora allo stato grezzo, lasciando in eredità solo perle come questa.

La prodezza di Alvaro Recoba.

3. LA COORDINAZIONE DI STANKOVIC

Un altro calciatore che ha legato i gol da cineteca dalla distanza alla maglia dell’Inter è stato certamente Dejan Stankovic. Il tiro di lunga gittata è stata una delle caratteristiche principali del serbo, le sue conclusioni ed i suoi gol sono risultati fondamentali durante il dominio nerazzurro in Serie A, culminato con il Triplete del 2010. Proprio nella stagione più vincente della storia interista “Deki” ha segnato uno dei gol più belli di quell’annata. L’armata di Mourinho affrontava il Genoa allo stadio Luigi Ferraris, la partita con i rossoblù si fa subito in discesa grazie al doppio vantaggio maturato dalle reti di Cambiasso e Balotelli. Allo scadere del primo tempo un rinvio sballato di Amelia regala palla a Stankovic, il serbo non pensa troppo e ricalcia al volo il lancio dell’estremo difensore genoano, pescando un gol favoloso.

La capacità coordinativa di Stankovic è impressionante.

4. L’INTRAMONTABILE QUAGLIARELLA

Fabio Quagliarella fin da giovanissimo ha sempre deliziato gli spettatori con gol che sono sempre stati delle vere e proprie opere d’arte. Il repertorio dell’attaccate ex Napoli e Juventus è vastissimo: colpi di tacco, colpi di testa, rovesciate e conclusioni dalla distanza sono solo alcuni dei modi con cui ha violato le porte avversarie. Uno dei suoi gol più belli però, lo segnò al Chievo Verona quando ancora giocava nella Sampdoria nella stagione 2006/2007. Il centravanti partenopeo raccoglie una palla sporca di Volpi e la scaraventa con uno spiovente verso la porta gialloblù, segnando una splendida rete.

Il super gol di Quagliarella al Chievo.

5. FLORENZI FA ESPLODERE L’OLIMPICO

Anche Alessandro Florenzi è entrato di diritto nel club del gol da centrocampo. Il terzino giallorosso è riuscito, a differenza dei propri colleghi, a segnarlo in uno dei palcoscenici più prestigiosi del mondo: la Champions League. Nella sfida del girone dell’edizione 2015/16 della competizione la Lupa all’Olimpico affrontava il Barcellona di Messi e Suarez. Il vantaggio iniziale dei blaugrana è stato riequilibrato dal gol pazzesco di Alessandro Florenzi, che con un lob inaspettatto dalla linea laterale di metà campo ha fulminato l’estremo difensore dei catalani, Marc Ter-Stegen. Un gol spettacolare tanto quanto fortunato.

La rete di Florenzi contro il Barça.

6. ROONEY CONTA I RIMBALZI

L’attaccante del DC United ha come marchio di fabbrica il gol dalla distanza. Nella stagione 2013/14 l’inglese ha segnato uno dei gol più belli dell’annata in Premier League: nel match contro il West Ham l’ex numero 10 dello United ha punito il portiere degli Hummers con una pregevole palombella, giocando d’astuzia sia per eludere il difensore (una leggera spinta fa saltare a vuoto Tomkins) sia per prendere sul tempo Adrian che era un po’ troppo fuori dai pali. Wayne Rooney ha voluto ricordare ai portieri che, quando giocano contro di lui, non devono lasciare troppo sguarnita la propria porta oppure può finire con il pallone in fondo alle rete.

Rooney aspetta che il pallone arrivi con il rimbalzo giusto per scaraventarlo in rete.

7. EUROGOL DELLO SPICE BOY

Le conclusioni dalla lunga gittata di David Beckham insieme alla sue punizioni sono diventate delle icone mondiali negli anni ’90 e 2000. Il golden boy inglese fin dalle prime partite con lo United ha mostrato sprazzi di talento in ogni giocata che eseguiva. Una delle realizzazioni che hanno consacrato lo “spice boy” nel calcio mondiale è sicuramente la rete contro il Wimbledon. Il centrocampista britannico con tutta la naturalezza di questo mondo ha scavalcato il portiere avversario con un pallonetto morbidissimo che si è infilato dolcemente in rete, mandando in delirio i tifosi dei Red Devils.

Il delizioso pallonetto di Beckham.

8. FULMINE DI DESTRO

La carriera di Mattia Destro non è andata come avrebbe sperato. Il calciatore attualmente del Bologna non ha mantenuto le promesse di quando era molto giovane, calando sempre di più anno dopo anno. La sua esperienza calcistica più importante è stata quando è passato dal Siena alla Roma: con i giallorossi il centravanti ha disputato un paio d’anni buoni, soprattutto nel periodo con Zeman. Prima di lasciare la capitale per il Milan, Destro ha regalato un’ultima perla ai tifosi della Lupa. Nel match di campionato contro l’Hellas Verona Destro ha segnato un rete a dir poco strabiliante e al di fuori del suo repertorio tecnico, una realizzazione dalla lunghissima distanza con cui ha sorpreso il portiere veronese Gollini.

Stop di petto e conclusione imprendibile per Gollini

9. ANCORA STANKOVIC

Come già detto in precedenta, Dejan Stankovic è uno specialista delle conclusioni dalla distanza ed appena un anno dopo dalla rete contro il Genoa, il serbo lo ha rifatto di nuovo, ma questa volta nei quarti di finale di Champions League. A San Siro l’Inter aspettava la sorpresa della competizione dell’edizione 2010/11, lo Schalke 04. Nemmeno il tempo di iniziare che la beneamata crea la prima potenziale occasione, ma l’uscita di Manuel Neuer fuori area salva tutto, sulla respinta in tuffo di testa del portiere tedesco arriva a centrocampo sui piedi Stankovic, il centrocampista serbo vede la porta sguarnita e calcia in porta, trovando un gol magistrale. Una serata amara per l’Inter che nonostante la prodezza di “Deki”, si è vista travolgere per 5 reti a 2.

Come contro il Genoa, un altro gol al volo da metà campo.

10. ANCORA ROONEY, ANCORA WEST HAM

Wayne Rooney dopo aver detto addio ai Red Devils è tornato casa, dove tutto era iniziato, a Goodison Park, ad esultare per ogni gol e per ogni vittoria con i tifosi dell’Everton. Il ritorno di “Wazza” tra le fila dei Toffees è stato abbastanza positivo a livello individuale, tornando a segnare con una discreta regolarità. Tra le reti più belle che ha segnato per il pubblico della Liverpool blu c’è sicuramente quella dalla sua metà campo ancora contro il West Ham, la sua vittima preferita dalla lunga distanza.

Una rete da quasi 60 metri.

(Fonte immagine di copertina: profilo Instagram ufficiale di @waynerooney)

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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Ancora problemi per Baldanzi: potrebbe saltare anche Empoli-Lecce

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Baldanzi

BALDANZI – Lunedì alle 18.30 ci sarà il calcio di inizio di Empoli-Lecce. Partita delicata in chiave salvezza, con due squadre che si trovano attualmente fuori dalle zone più calde ma a ridosso di quest’ultime. L’Empoli in primis, in quanto è solo a +1 rispetto il terzultimo posto con i suoi 11 punti. Lecce che invece respira di più con il suo 13esimo posto a 16 punti. I toscani quest’anno stanno giocando senza il totale contributo del suo talento più brillante. Stiamo parlando di Tommaso Baldanzi, che finora ha saltato 4 partite nelle prime 14 e spesso si è dovuto accontentare della panchina. Sempre la caviglia a dare fastidio al trequartista italiano, sia nel primo stop, sia in quello attuale.

L’EMPOLI SENZA BALDANZI – LA SITUAZIONE

Tra ottobre e novembre rimase fermo per una settimana, ora siamo già a un mese ai box. La distorsione subita a inizio dicembre potrebbe costargli anche la prossima sfida del Castellani. Secondo Tuttomercatoweb il numero 33 sta andando incontro alla possibilità  di non indossare una casacca da titolare, ma non solo. Per lui potrebbe esserci la non convocazione e quindi la non disponibilità per la quindicesima giornata. Questa sarebbe un’altra brutta notizia che incrementerebbe le note negative dell’inizio di stagione del giocatore dell’Under 21 dell’Italia.

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ESCLUSIVA – L’ex Milan e Inter Sapienza si racconta: “Ecco com’è nata la passione per la comunicazione”

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giuseppe-sapienza

Un viaggio emozionante, un momento di trasporto totale: sono queste le sensazioni che ci lasciano le parole, mai banali, rilasciate ai microfoni della nostra redazione da un colosso della comunicazione calcistica italiana, Giuseppe Sapienza.

Nasce tutto per amore, il sentimento che muove tutto. L’amore per il gioco del calcio e la passione per Diego Armando Maradona, il più grande Numero Diez, nato, come me, il 30 ottobre”.

Per raccontare questo amore, Sapienza sceglie la strada del giornalismo, partendo dai campi di periferia fino a raggiungere Milano.

È il 3 giugno del 1996 quando inizia uno stage di tre mesi all’Inter. I mesi diventeranno annisette per l’esattezza – e si riveleranno lunghi e formativi. Col passare del tempo, diventerà capo ufficio stampa dei nerazzurri e fonderà, insieme alla moglie del presidente Moratti e due ingegneri del Politecnico di Milano, il sito www.inter.it.

Quello stagista ha avuto “la fortuna, la grazia e le coincidenze” che gli hanno permesso di restare nel mondo del calcio e osservare tutti i cambiamenti degli ultimi 30 anni.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA

Comunicazione: cosa è cambiato? Quanto è diventata importante all’interno del calcio?

“Bisogna fare una prima distinzione tra Paesi di classe A e di classe B.

  • Classe A (USA, UK, Francia, Spagna, Germania, ecc.): considerano la comunicazione come primo asset, strategico e fondamentale, extra-sportivo;
  • Classe B (Italia): ritengono la comunicazione importante quando la si fa, molto meno quando la si subisce. Non si investe né sui mezzi di contrasto per evitare di subire una pessima comunicazione, né sulle iniziative propositive.

 Ai nostri dirigenti piace comunicare ad personam, delegare pochissimo e affidarsi ancor meno a strutture aziendali che siano in grado di gestire le situazioni di crisi. Responsabilizzare le persone “sotto di noi è sempre stato uno degli impegni più importanti da prendere col club. Vedo figure alto-dirigenziali che accentrano sempre di più su di sé i poteri senza la voglia di delegarli. Secondo me, la delega resta uno dei primi strumenti, forse il migliore, per far crescere le altre figure e di conseguenza tutto il calcio italiano. Qualcosa si sta intravedendo grazie all’arrivo delle proprietà esterne ma anche di imprenditori illuminati italiani.

La comunicazione può spostare completamente gli equilibri e migliorare aspetti strategici, tra cui la vendita di calciatori. A parità di livello tecnico, un giocatore che comunica male ha un prezzo di mercato inferiore rispetto a chi possiede proprietà di comunicazione, tale da consentire al club, grazie ai diritti d’immagine, lo sviluppo di ricavi. In un mondo concentrato sui social, la comunicazione, pur essendo in continua evoluzione, non abbandona mai i pilastri della tradizione: l’esempio lampante è un’intervista old-style fatta a Paolo Maldini, in grado di generare un numero elevatissimo di commenti in Italia e nel mondo rossonero”.

Lei si è dovuto “ricreare” per poter stare a passo coi tempi?

“L’aggiornamento e lo stare al passo coi tempi risultano determinanti. Ognuno di noi non può avere una conoscenza a 360°, vi sono punti di forza e di debolezza. Ragion per cui, chiunque voglia occuparsi di comunicazione deve costruire una squadra che replichi il modello allenatore-squadra a livello di comunicazione. Occorre scegliere persone smart, che abbiano la tua stessa ‘solarità’, capacità di: relazionarsi, interagire, essere trasversali. Individui capaci di coniugare lo sviluppo delle relazioni interpersonali e umane, col club e il mondo esterno. Non dimentichiamoci che ogni centro sportivo ha un ‘recinto’ e la comunicazione deve lavorare ogni giorno per far sì che non esista. Senza ciò, si casca nell’errore di comunicazione, ergo il silenzio: subire senza dire.

A distanza di 27 anni, vi dico che le relazioni umane torneranno a essere le più importanti. Senza squadre di comunicazione non si potrà mai elevare il livello di comunicazione attuale”.

Inter e Milan nel suo passato. Che rapporto ha avuto con Moratti e il compianto Berlusconi?

“Lo stile dell’alta borghesia-aristocrazia imprenditoriale milanese non esiste più. Le famiglie Moratti e Berlusconi incarnavano perfettamente la milanesità che diventa imprenditoria su tutti i livelli: nazionali e internazionali.

Vi è una differenza profonda tra le due famiglie:

  • nell’Inter di Massimo Moratti si respirava l’importanza del grande club, ma vi era un’atmosfera familiare;
  • al Milan ho riscontrato una realtà basata su una formazione aziendale e piramidale. Tutti rispettavano i propri incarichi. L’impatto era di una perfetta organizzazione. Il giocatore non doveva quasi pensare a nulla ed era tutto ben coordinato da Adriano Galliani che resta, alla soglia degli ottant’anni, il miglior dirigente sportivo dell’intera area UEFA, non mi limito all’Italia. Un uomo marketing straordinario. Non a caso, il Milan è stato primo nel ranking europeo per quattro anni su cinque (2003-2008). Credo che la nuova società stia facendo delle buonissime cose, quantomeno dal punto di vista della comunicazione.

Può raccontarci un aneddoto che le è capitato nel corso della sua carriera?

“Ce ne sarebbero tanti. Il 3 gennaio 2013 giocammo un’amichevole a Busto Arsizio con la Pro Patria e improvvisamente si udirono ululati, fischi, espressioni a sfondo razzista nei confronti dei nostri calciatori di colore. Intorno al 20’, Boateng perde la pazienza e scaglia il pallone verso quel manipolo di tifosi che proferivano tali espressioni. Al che tutta la squadra decide, per solidarietà, di abbandonare il campo terminando anzitempo l’incontro. Da questo evento nasce un filone estremamente positivo.

Vi era una sola telecamera (Milan Channel) che produceva la partita in differita. Mi reco immediatamente dal cameraman dicendogli di non muoversi; telefono Galliani e gli spiego brevemente la situazione. Mi dice di operare nella massima attenzione e delicatezza. Capisco di avere in mano qualcosa di importante e delicato: gestisco la notizia facendo uscire le immagini sulla CNN (emittente televisiva statunitense all-news n. d. r.) che rilancia direttamente la notizia. Il messaggio rimbalza su tutte le agenzie: ‘il Milan è la prima squadra a effettuare una simbolica e forte presa di posizione sul tema del razzismo’. Il calciatore Boateng verrà successivamente invitato all’ONU per raccontare all’assemblea generale tale problema presente nel calcio. Il Milan viene così identificato come squadra dal forte richiamo antirazzista”.

È un po’ la potenza di una comunicazione sana che, grazie alla strumentalizzazione del calcio, trova modo di divenire veicolo di valori positivi e di princìpi etici

Esatto. Un episodio del genere, che poteva essere gestito col silenzio, con la notizia breve, è servito a lanciare un messaggio forte a livello mondiale. La comunicazione è riuscita a spostare completamente gli equilibri e a far diventare un avvenimento locale, molto profondo e sensibile, un episodio di caratura mondiale e far diventare Boateng e il Milan paladini dell’antirazzismo”.

Grandi comunicatori del mondo del calcio

“È cresciuta moltissimo l’importanza della comunicazione soggettiva. Ho fatto parte del Milan di Ancelotti stracolmo di fenomeni che comunicavano esclusivamente attraverso iniziative concordate con l’area comunicazione. I calciatori di dimensioni planetaria come Kakà e Ronaldinho avevano bisogno di appoggiarsi a noi. Devo dire cha la gestione del campione era abbastanza semplice, eccetto qualche volta. Non posso dimenticare un’attesa di nove ore fatta fare a un giornalista da Ronaldo il Fenomeno. Alla fine, si convinse poiché riuscimmo a trovare un escamotage. Con l’avvento dei social, i giocatori hanno compreso la loro importanza aziendale.

Ad esempio, David Beckham è sempre stato un comunicatore mostruoso per tutta una serie di ragioni che si sono create intorno a lui, anche a livello familiare. Essere usciti con una serie televisiva così seguita e impattante per tutti gli appassionati rappresenta un ulteriore successo. Tra l’altro, io appaio in quella serie. Dissi a Beckham: “Vieni con me, hai una fermata con la stampa, rispondi a tutte le domande che ti faranno i giornalisti”. Lui, senza fare una piega, rispose: “Assolutamente sì”. C’erano anche gli ‘assolutamente no’, a loro bisognava far comprendere che si trattasse della sua immagine, ma anche di quella del club.

Oggi i grandi comunicatori devono essere gli allenatori, perché il loro ruolo è cambiato con l’aggiunta di nuove figure professionali. Tutti i messaggi che lancia sono indirizzati alla squadra, al mondo e ai tifosi. Un aspetto che non bisogna dimenticare è che l’azienda calcio comunica a degli stakeholder particolari. Se non ottieni risultati sei soggetto a critiche, contestazioni, situazioni da prevedere, prevenire e gestire. Il club deve trasferire la propria linea comunicativa o editoriale sull’allenatore che poi, attraverso il lavoro fatto con la squadra e le varie aree comunicative, determina il flusso di comunicazione”.

Un suggerimento per chi vuole intraprendere questo percorso

“Abbiate intraprendenza, curiosità e apertura verso gli altri. Vi sono due categorie di persone: quelli che costruiscono ponti e quelli che alzano muri. Chi vuole lavorare nella comunicazione non può conoscere la parola ‘muro’, deve provare ad abbatterli in tutti i modi. Un ulteriore aspetto fondamentale è la cultura, ossia sapere cosa accade intorno a noi. Informarsi, essere multimediali, senza disconoscere la tradizione. Una somma di tante cose che afferiscono al termine curiosità. Se non hai curiosità non hai cultura, non viaggi. Se non viaggi non conosci, non migliori le lingue e non vedi le differenze. Le differenze invece vanno sostenute e non combattute”.

Il messaggio finale di Giuseppe Sapienza

Siate sempre numeri 10, un’ispirazione. Il numero 10 è fantasia, responsabilità e soprattutto squadra”.

 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram Giuseppe Sapienza

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Flash News

Ultimatum Real Madrid a Mbappé: il francese è a un bivio

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PSG Mbappé

Come ogni telenovela degna del nome, anche quella tra il Real Madrid e Kylian Mbappé sembra non voler finire. Il francese ha continuato il suo limbo tra PSG e Blancos negli ultimi due anni ed ora gli spagnoli vogliono la risposta definitiva dal giocatore e dalla madre, agente dell’attaccante.

15 GENNAIO ULTIMA DATA DISPONIBILE

Secondo il noto quotidiano AS, Florentino Perez e i suoi collaboratori avrebbero comunicato a Kylian e a sua madre che vogliono una risposta definitiva entro il 15 gennaio. Il sogno delle Merengues sembrerebbe essere quello di portare il francese a Madrid a costo zero, ma non sarebbe escludere nemmeno uno sforzo importante dal punto di vista economico da parte di Florentino Perez. Il sogno di molti appassionati sarebbe quello di vedere Mbappé giocare con Bellingham: non dovrebbe mancare molto per scoprirlo. 

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