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Top Diez: le migliori plusvalenze della Sampdoria di Carlo Osti
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5 anni fa:
Nonostante il mondo del calcio sia continuamente sotto i riflettori di qualunque tipo di media, c’è sempre qualche figura che, tra il silenzio generale, riesce ad emergere e fare un grande lavoro, soprattutto a livello dirigenziale. È il caso di Carlo Osti, direttore sportivo della Sampdoria dal 2012 e ormai garanzia di qualità per gli organici blucerchiati che si succedono ogni anno. Dietro la squadra da Europa League di Sinisa Mihajlovic, dietro gli anni di grande calcio di Marco Giampaolo, c’è sempre stato lui: un direttore sportivo che ha sempre trovato i giocatori giusti per il sistema del mister. Massimo Ferrero ha creato una squadra che si autofinanzia soprattutto grazie alle intuizioni sue e del suo staff.
Ma quali sono le migliori cessioni fatte dall’ex-difensore? Rivediamole insieme secondo tre fattori: la resa a Genova, il Coefficiente di Qualità Effettiva (CQE) e la plusvalenza.
10. SKHODRAN MUSTAFI
ACQUISTO: 75.000 EURO (EVERTON)
VENDITA: 8 MILIONI DI EURO + 10% FUTURA RIVENDITA (VALENCIA)
Resa: 8
CQE: 7
Plusvalenza: 7
Mustafi, che nel periodo in cui indossava la maglia della squadra ligure si è laureato campione del mondo nel 2014, ha passato due anni all’ombra della lanterna in cui ha alternato momenti di esaltazione ad altri che hanno mostrato i suoi chiari limiti, in un perfetto ritratto di ciò che è oggi: un difensore della borghesia europea, progressivamente ingrigitosi a Londra. Affare discreto per le casse della Sampdoria.
9. BRUNO FERNANDES
ACQUISTO: 7 MILIONI DI EURO (UDINESE)
VENDITA: 10 MILIONI DI EURO (SPORTING LISBONA)
Resa: 8 CQE: 9
Plusvalenza: 6
Un simbolo di discontinuità: questo ha rappresentato Fernandes per molti nel suo periodo in Italia. Arrivato nel Belpaese a diciotto anni, a ventidue, dopo le esperienze di Novara e Udinese, già sembrava giacere nel limbo dei classici trequartisti del vorrei ma non posso. L’esperienza alla Sampdoria ha contribuito solo ad accentuare questa intuizione: nell’unico anno a Genova, il portoghese ha continuato ad alternare gesti da stracciarsi le vesti a fasi di assenza dalla partita, pur brillando da vertice alto nel rombo di Giampaolo. Questo tratto non ha permesso alla Samp di venderlo al meglio: nonostante ciò i due anni allo Sporting Lisbona l’hanno consacrato come uno dei migliori centrocampisti offensivi d’Europa, adesso ricercato da diversi top team inglesi.
8. ROBERTO SORIANO
ACQUISTO: 325.000 EURO (BAYERN MONACO II)
VENDITA: 13 MILIONI DI EURO (VILLARREAL)
Resa: 8 CQE: 7
Plusvalenza: 8
L’italo-tedesco ancora oggi è uno dei progetti di giocatore più ambiziosi in Italia: un centrocampista che, al suo meglio, riesce a combinare doti fisiche e tecniche davvero importanti. Tuttavia, alcuni problemi, principalmente caratteriali, non hanno permesso al classe ’91 di diventare ciò che ci si attendeva da lui: un incursore con pochi difetti. Gran colpo della Doria, ad onor del vero non di Osti visto che Soriano arrivò a Bogliasco addirittura nel 2009. Tuttavia, la vendita del giocatore è opera dell’attuale ds della Sampdoria.
7. LUIS MURIEL
ACQUISTO: 12 MILIONI DI EURO (UDINESE)
VENDITA: 20 MILIONI DI EURO (SIVIGLIA)
Resa: 9 CQE: 8
Plusvalenza: 7
Si parlava di discontinuità? Lui forse ne è più di ogni altro il simbolo. Fin da giovanissimo gli sono state affibiate le stimmate del nuovo Ronaldo, grazie alla sua capacità di coniugare una gran velocità in progressione ad una straripanza fisica. Alla Sampdoria Muriel non ha smesso di cambiare repentinamente rendimento, ma ha giocato la sua miglior stagione di sempre a livello realizzativo. Stagione che gli ha spalancato le porte del Siviglia: in un rollercoaster di esaltazione e delusione, oggi Luis è sbarcato a Bergamo, dove tutti i suoi fan hipster sperano che arrivi, una volta per tutte, la definitiva consacrazione.
6. DUVÀN ZAPATA
ACQUISTO: 20 MILIONI DI EURO (NAPOLI)
VENDITA: 26 MILIONI DI EURO (ATALANTA)
Resa: 9
CQE: 9
Plusvalenza: 7
Chi a Bergamo si è affermato come un definitivo bomber è il suo nuovo compagno di squadra nonché compagno di nazionale Duvàn Zapata. El Ternero era un esubero del Napoli quando è arrivato a Genova. Oggi, dopo 24 mesi, il Napoli stesso lo cerca per rinfoltire il suo attacco. Incredibile il giro fatto dal gigante colombiano, che è stato possibile anche grazie ad un’annata di livello in Liguria, dove è stato capace di perle come questa.
Lo scetticismo iniziale per un sistema che voleva una gran partecipazione degli attaccanti anche in fascia ha lasciato il posto alla meraviglia per quanto fatto da Zapata, che ha imposto uno strapotere visto solo a tratti ma che poi si è rivelato totalmente un anno più tardi.
5. JOACHIM ANDERSEN
ACQUISTO: 2 MILIONI DI EURO (TWENTE)
VENDITA: 26 MILIONI DI EURO (LIONE)
Resa: 8
CQE: 8
Plusvalenza: 9
La cessione più fresca. Il sostituto di Milan Škriniar ha fatto presto a prendere in mano le chiavi della difesa a Marassi, crescendo progressivamente nel corso delle due annate passate in Italia. Fisicità, tecnica e attenzione le sue migliori qualità: un centrale perfetto per la Serie A. È davvero un errore di valutazione quello di diverse squadre di vertice del campionato italiano, che non hanno provato l’assalto al giocatore.
4. MAURO ICARDI
ACQUISTO: 325 MILA EURO (BARCELLONA)
VENDITA: 13 MILIONI DI EURO (INTER)
Resa: 8
CQE: 10
Plusvalenza: 8
Un vero e proprio masterclass dei dirigenti doriani. Ritenuto poco adatto al juego de posiciòn catalano e scaricato da Pep Guardiola in persona, Icardi arriva a Genova a 19 anni accolto da tante aspettative. Aspettative rispettate in pieno, se si pensa che gli è bastato un solo anno da titolare per essere acquistato dall’Inter.
Le beghe odierne non permettono a Icardi di esprimere al meglio il proprio talento, ma si tratta di un giocatore che, seppur limitato in alcuni fondamentali, possiede un talento straripante.
3. PATRIK SCHICK
ACQUISTO: 5 MILIONI DI EURO (SPARTA PRAGA)
VENDITA: 42 MILIONI (ROMA)
Resa: 9
CQE: 7
Plusvalenza: 10
Chi non ci è cascato? Quell’anno questo giocatore sembrava un principe del calcio pronto a prendersi il suo scettro. Un attaccante montato con i pezzi migliori di vari arsenali: un fisico imponente, un cervello astuto ed un mancino sopraffino. Le magie messe in mostra dalla punta attualmente alla Roma quell’anno hanno ingannato tutti. A 23 anni, oggi Schick ha perso l’orientamento sia in campo che fuori: non riesce a riconoscere il suo ruolo sul terreno di gioco e forse nel mondo. Tuttavia Patrik ha ancora un’intera carriera davanti, e magari tra dieci anni si parlerà di un giocatore che ha rispettato in pieno le aspettative. Fino ad oggi c’è solo da togliersi il cappello di fronte ad una vendita così ben orchestrata dalla dirigenza blucerchiata.
2. MILAN ŠKRINIAR
ACQUISTO: 6 MILIONI DI EURO (ZILINA)
VENDITA: 34 MILIONI DI EURO (INTER)
Resa: 7
CQE: 10
Plusvalenza: 9
Se si ripensa ai primi mesi di Škriniar con la maglia della Samp è assurdo collegarlo con il difensore che è diventato adesso. Un centrale goffo e impacciato si è trasformato col tempo in una roccia, tra i primissimi difensori della Serie A e non solo. Il suo acquisto da parte dell’Inter per una cifra di circa 15 milioni + bonus + il cartellino di Caprari (valutato 12 milioni) all’epoca fu visto da molti come un’esagerazione, oggi piuttosto sembra un regalo.
1. LUCAS TORREIRA
ACQUISTO: 3 MILIONI DI EURO (PESCARA)
VENDITA: 29 MILIONI DI EURO (ARSENAL)
Resa: 9
CQE: 10
Plusvalenza: 9
Torreira non so se ha 20 anni o è da 20 anni che gioca a calcio in Serie A.
-Luis Muriel
Lucas Torreira si merita il primo posto della graduatoria perché è l’unico a coniugare in maniera perfetta tutte e tre le componenti del voto. La resa alla Sampdoria, dove si è affermato sin dal primo momento in Serie A; il coefficiente di qualità, visto che oggi è uno dei migliori metodisti in circolazione; l’abbondante plusvalenza. Fin dal primo momento in cui lo ha acquistato, la Sampdoria ha fatto le scelte giuste, lasciando un anno in prestito a Pescara per poi portarlo in squadra e renderlo il centrocampista universalmente apprezzato oggi.
Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram Milan Škriniar
Fonte dati cartellini: Transfermarkt
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Arrivano le parole di Gravina su Acerbi: “La sentenza va rispettata”
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18 ore fa:
Marzo 28, 2024Dopa la decisione del giudice sportivo di assolvere Acerbi sono arrivate le dichiarazioni del presidente della Figc Gabriele Gravina circa l’accaduto. Nelle ultime ore la sentenza aveva scatenato le reazioni più disparate, a partire dall’indignazione del Napoli resa nota tramite un suo comunicato ufficiale. A cercare di placare le acque ci ha provato proprio Gravina, a conclusione dell’Assemblea di Lega odierna. Gravina ha invocato il rispetto verso la sentenza del giudice sportivo. Inoltre si è pure detto disposto a credere alla difesa di Acerbi che aveva saltato per via del caso gli ultimi impegni con la Nazionale italiana. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni.
GRAVINA – “L’assoluzione di Acerbi? Si tratta di una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto. Esistono principi che devono essere rispettati altrimenti corriamo il rischio di far saltare tutto il sistema. Io accetto il verdetto e sul piano umano abbraccerò il ragazzo quando lo incontrerò. Abbiamo saputo di una verifica da parte del giudice sportivo e allora, per evitare forme di distrazione, lo abbiamo lasciato a casa. È stata una decisione a scopo precauzionale, non perché già condannato. Acerbi ha fornito le proprie motivazioni e noi crediamo alle parole del ragazzo”.
Flash News
Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione
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23 ore fa:
Marzo 28, 2024Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.
LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA
Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.
Calcio Internazionale
Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico
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23 ore fa:
Marzo 28, 2024Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.
Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.
Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.
Calcio Internazionale
ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina
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3 giorni fa:
Marzo 26, 2024Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.
All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.
La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO
In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?
“Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.
Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.
“Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.
Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?
“Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA
Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?
“Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.
C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?
“Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.
E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento.
“Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR
I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A.
“Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.
È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese.
“Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE
Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto?
“Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.
Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?
“Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.
La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?
“Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.
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