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Top Diez: Talenti inesplosi

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Top Diez: Talenti inesplosi

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Ormai, quella dei baby fenomeni, è diventata quasi una moda. In ogni sessione di mercato, il nome di qualche giovane calciatore balza sulle prime pagine dei quotidiani sportivi, spesso con l’etichetta di “erede di”. Inevitabilmente i top club europei si avventano su questi ragazzi, disposti a fare follie e dando vita a vere e proprie aste. A volte si riesce davvero a concludere un affare, come ad esempio ha fatto il Manchester City con Gabriel Jesus o, almeno fin qui, il Real Madrid con Vinicius Junior. Altre volte però le cose non vanno altrettanto bene e per un motivo o per l’altro questi investimenti faraonici si rivelano dei veri e propri flop. Vediamo in questa speciale classifica, quali sono stati i 10 talenti più deludenti degli ultimi anni, in Serie A e non solo.

10 – DOMINIC ADIYIAH

Il nome del ragazzo ghanese potrebbe non essere familiare a tutti, eppure nel 2010, l’autorevole rivista Don Balon aveva inserito Dominic Adiyiah nella lista dei migliori giocatori nati dopo il 1989. Dopo essere cresciuto nel Feyenoord Academy, squadra satellite fondata dagli olandesi nello stato africano, conquista la convocazione al mondiale in Sudafrica con il suo Ghana. Sempre nel 2010 Adriano Galliani decide di puntare su di lui e lo porta a Milano. È l’occasione della vita per Dominic ma sfortunatamente non riesce a sfruttarla e dopo svariate esperienze europee ad oggi si ritrova svincolato. Quest’anno spegnerà 30 candeline e l’impressione è che ormai la sua carriera sia sul viale del tramonto.

9 – LUCAS PIAZON

Lucas Piazon è uno di quei giocatori che gli amanti di Fifa conoscono a memoria. Il fantasista brasiliano, nato a San Paolo ma con origini venete, viene portato in Europa dal Chelsea che lo preleva proprio dalla squadra paulista. È il 2011 e il ragazzo ha solo 17 anni quando arriva la grande occasione della Premier, ma, forse proprio per via dell’età, l’esperienza non è positiva. Dopo diversi prestiti tra Inghilterra, Spagna, Olanda e Germania fa il suo ritorno ai Blues dove trascorre i primi sei mesi di questa stagione senza scendere mai in campo. A gennaio, la notizia del suo trasferimento al Chievo, sempre in prestito, incuriosisce tutti. Purtroppo, Lucas non riesce a trovare spazio nemmeno in una squadra in piena crisi come quella di Campedelli, o almeno fino ad ora. Un’eterna promessa che sembra destinata a rimanere tale.

8 – SIMONE SCUFFET

Il prossimo nome sulla lista è quello di Simone Scuffet, che ha tutte le carte in regola per essere considerato un talento inesploso, ma che ha ancora tutto il tempo per rifarsi. Dopo l’esordio in Serie A, a soli 17 anni, la carriera del portiere friulano, classe 1996, sembrava tutta in discesa. In breve tempo il ragazzo aveva conquistato tutti grazie a parate eccezionali, soprattutto per un ragazzo della sua età. Ecco quindi gli inevitabili e scomodi paragoni con Gianluigi Buffon, altro giovanissimo esordiente nel massimo campionato italiano. Le prestazioni del portierino dell’Udinese attirano ben presto le attenzioni delle grandi d’Europa. Arriva l’offerta dell’Atletico Madrid che però viene declinata dai genitori del ragazzo affinché possa terminare gli studi in Italia. Da quel momento in poi la carriera di Simone non va come tutti si aspettavano e dopo le tante panchine arriva il trasferimento in prestito ai turchi del Kasimpasa. Fortunatamente il ragazzo ha ancora 23 anni e tutto il tempo per rilanciarsi.

7 – MARKO PJACA

Un altro talento inesploso legato alla Serie A è Marko Pjaca, attualmente in forza alla Fiorentina ma ancora di proprietà della Juventus. È proprio la Juventus a credere nel fantasista croato della Dinamo Zagabria e a portarlo in Italia per più di 20 milioni nell’estate del 2016. La concorrenza è tanta perché il talento del ragazzo è tutt’ora cristallino, ma alla fine sono i bianconeri a spuntarla con un investimento molto importante. Dopo un inizio con il contagocce, ma qualche lampo di bel gioco offerto ai nuovi tifosi, Marko subisce un brutto infortunio in una partita con la nazionale che lo tiene lontano dai campi per diversi mesi. Da quel momento in poi il croato non trova più spazio e finisce in prestito prima allo Schalke 04 e poi alla Fiorentina dove ad oggi non trova spazio. Anche in questo caso si tratta di un giovane talento che sembrava sul punto di esplodere ma che di fatto non è riuscito a fare il salto di qualità. Come per Scuffet però, anche lui avrà altre chance visti i suoi 24 anni.

6 – GABIGOL

Gabriel Barbosa Almeida, meglio noto come Gabigol, è il classico esempio di colpo non riuscito. Da un certo punto di vista, Gabigol era considerato il gemello del già citato Gabriel Jesus, ma l’esito è del tutto diverso. I due infatti erano il fiore all’occhiello del campionato brasiliano, da sempre fucina di grandi talenti e allo stesso tempo di enormi delusioni. Anche lui approda in Italia nel 2016, arrivato dal Santos, come un altro di quei giocatori inseguiti da mezza Europa. A dire il vero, la stessa Juventus sembrava interessata al ragazzo, ma alla fine era stata l’Inter ad aggiudicarselo per 30 milioni. Mentre Gabriel Jesus iniziava a stupire la Premier con la maglia dei Citizens, Gabigol arrancava senza trovare spazio con i colori nerazzurri. Dopo una stagione, 10 presenze ed un solo goal, il brasiliano inizia una girandola di prestiti tra Benfica, Santos e Flamengo. Con la sua vecchia maglia ritrova continuità e reti, ma rimane un oggetto misterioso nei piani dell’Inter, tutt’ora detentrice del suo cartellino.

5 – JESÉ RODRIGUEZ

Quando a 18 anni fai il tuo esordio con la maglia del Real Madrid subentrando a Cristiano Ronaldo, attiri inevitabilmente le attenzioni di tutti su di te. È questo quello che è successo a Jesé Rodriguez Ruiz, per tutti solo Jesé, nel lontano 2011. L’attaccante spagnolo classe 1993 era una delle promesse della cantera madridista, tanto che al momento della sua definitiva promozione in prima squadra, il suo contratto prevedeva una clausola rescissoria da 200 milioni di euro. Non riesce mai a ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto con la camiseta blanca e nel 2016 decide di trasferirsi al PSG. Questo nuovo capitolo della sua carriera però non si rivela affatto positivo e anche per lui inizia una sfortunata serie di prestiti: Las Palmas, Stoke City e Betis. A 26 anni Jesé ha vinto molto e vanta un palmares da far invidia a grandi campioni, ma non è mai riuscito a trovare la sua dimensione e ad oggi è un giocatore che ha bisogno di ritrovarsi.

4 – JOEL CAMPBELL

Joel Campbell è passato dall’essere una delle stelle del mondiale 2014 al dimenticatoio con una rapidità incredibile. In Brasile, a 22 anni, l’esterno del Costa Rica aveva impressionato tutti ed era stato uno dei protagonisti di quella piccola nazionale che, nostro malgrado, aveva contribuito all’eliminazione degli Azzurri. L’Arsenal, che aveva investito anni prima sul ragazzo, era convinto di avere tra le mani un nuovo fenomeno del calcio mondiale e a dire il vero, i londinesi non erano gli unici a pensarlo. Joel però non riesce mai a dare una svolta alla sua carriera e finisce per vagabondare in giro per l’Europa, un prestito dopo l’altro. L’emblema della sua involuzione è la recente coppa del mondo in Russia dove ha disputato solo due partite. In soli 4 anni il ragazzo si è ritrovato prima inseguito dalle squadre più importanti al mondo prima e riserva della modesta nazionale che lo aveva lanciato poi. Dopo aver tentato fortuna anche nel nostro campionato al Frosinone, è finito in prestito in Messico nell’indifferenza generale.

3 – MARTIN ODEGAARD

La storia di Martin Odegaard è una delle più note degli ultimi anni. Dopo aver esordito a soli 15 anni nel massimo campionato norvegese e dopo mezza stagione, il classe ’98 viene acquistato dal Real Madrid. Si allena con la prima squadra ma gioca per il Castilla. Il 23 maggio diventa il più giovane esordiente del Madrid, a soli 16 anni, subentrando (come Jesé) a Cristiano Ronaldo. Di lui però non si anno molte altre notizie, si vocifera di uno stipendio da capogiro e poco altro. Nel 2017 si trasferisce in prestito all’Heerenveen e poi al Vitesse, entrambe in Olanda. Martin è ancora giovanissimo, ma fin qui le aspettative su di lui sono state deluse.

2 – HACHIM MASTOUR

Hachim Mastour, coetaneo di Odegaard, condivide con lui anche una parte della sua storia. Di lui si parla da quando aveva solo 13 anni e il Milan lo aveva acquistato dalla reggiana. Il ragazzo di origini marocchine viene aggregato alla prima squadra a 16 anni senza mai esordire. Su di lui c’erano aspettative altissime, alimentate anche dai numerosi video che circolavano sul web in cui Hachim sfoggiava una tecnica sopraffina. Nel più famoso di questi, il rossonero sfidava addirittura Neymar in una gara a colpi di palleggi e skills. Ad oggi però la sua carriera parla di una decina di presenze in gare ufficiali con Malaga, PEC Zwolle e Lamia. Di poco fa la notizia che proprio la società greca avrebbe chiesto di rescindere il contratto con Mastour, che risulta irreperibile.

1 – FREDDY ADU

Il primo posto di questa classifica se lo aggiudica senza ombra di dubbio Freddy Adu. Forse non tutti conoscono la storia del ragazzo di origini ghanesi, trasferitosi negli Stati Uniti con la sua famiglia dopo aver vinto un concorso per una Green Card. Quando aveva solo 10 anni, era già una promessa del calcio a stelle e strisce, tanto che l’Inter si era mossa per acquistarlo. Come successo con la famiglia di Scuffet però, anche gli Adu si opposero al trasferimento, suggerendo al figlioletto di concentrarsi prima sugli studi. A 13 anni Freddy è già una stella e Nike gli fa firmare un contratto di sponsorizzazione da 1 milione di dollari all’anno. Come se non bastasse, la lega americana gli garantisce uno stipendio di mezzo milione di dollari fino al 2009, rendendolo in quel momento il calciatore più pagato degli Stati Uniti. A 14 anni appare in televisione in numerosi programmi tra cui il Letterman Show e gira addirittura uno spot con Pelè, al quale viene paragonato. Sir Alex Ferguson lo vuole allo United, l’Inter ci riprova e si vede respingere un’offerta di 750.000 dollari. Il “nuovo Pelè” sogna il Real, ma deve accontentarsi di qualche deludente esperienza europea e dell’etichetta di ex promessa del calcio prima di compiere 20 anni. Oggi ha 30 anni e gioca a Las Vegas e di lui è rimasto solo il mito.

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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