La nostra speciale rubrica non si ferma neanche a Pasqua. In tempo di uova di cioccolato noi comunque abbiamo riavvolto il nastro per assegnare le palme di top e flop nel weekend calcistico.
I TOP
BELLA LA MATEMATICA

La matematica, a scuola, l’incubo dei più. A volte può essere infame e condannarti. Altre generosa e premiarti. Una stagione per inseguire un obbiettivo insperato e poi la dolce novella che la matematica porta con sé. Il Lipsia da ieri è matematicamente qualificato alla prossima Champions League. Traguardo impronosticabile all’inizio, sperato durante la stagione e atteso con ansia nelle ultime giornate. Grazie alla vittoria, forse la più bella per il significato che porta con se, per 4-0 contro il Friburgo e la contemporanea sconfitta dell’Herta Berlino si può finalmente festeggiare la qualificazione. La squadra più odiata di Germania, dove la tradizione deve vincere sui soldi, è stata protagonista di una cavalcata straordinaria, inaspettata e sconvolgente arrivando a mettere in difficoltà per qualche tempo anche la supremazia del Bayern Monaco. Il biglietto per la Champions è già in mano, ma un nuovo obbiettivo è affisso sulle lavagnette negli spogliatoi: entrarci senza passare dal campo minato dei preliminari. Perché 5 sono le giornate alla fine del campionato. 8 i punti di vantaggio sul Dortmund, quarto. Sperando che la matematica, ancora una volta, premi il Lipsia al più presto.
VILLA – SIRIGU

Come Holly e Benji. Un attaccante e un portiere. Un golazo e una serie di miracoli sulle orme del famoso cartone giapponese. 8 ore di fuso orario tra America e Spagna ma il filo conduttore della gran giocata a tenerle, in qualche modo, legate. Prima, in ordine di temporale, la giocata da top del Guaje. 90esimo. 1-0 il risultato. Ripartenza uno contro due. Il fiato per fare 50 metri palla al piede non c’è ma c’è ancora un’ultima, residua traccia di freschezza e lucidità mentale. Un pizzico di genialità e follia, il portiere fuori dai pali, la pazza idea, i piedi del Guaje e il gioco è fatto. Tiro da 40 metri, parabola perfetta di quelle che solo in quei momenti riescono e 2-0. Accesso immediato nella storia della MLS e complimenti da un altro che la storia di questo sport l’ha fatta. Andrea Pirlo, che a fine partita commenta “Uno dei gol più belli che io abbia mai visto, sicuramente il più bello della storia di questo club.” A 8 ore di fuso orario poi, in Spagna, a Osasuna il portiere “si allena parando i rigori”. Due nel giro di un minuto. Prima Carrasco e poi Partey. Un periodo da desaparecido per poi tornare silenzioso e decisivo sulla sua ribalta. Due prodezze quasi inutili però al risultato finale visto il 3-0 Atletico. Con un altro ritorno sul campo salutato ironicamente dai tifosi colchoneri. Quello di Alessio Cerci.
LA RIVINCITA DI MOU

Quinto flop stagionale per i blues di Conte. Primo top per Mou. Questo rischia però di pesare tantissimo nell’economia della lotta al titolo con il Tottenham secondo a soli 4 punti. Il “buongiorno” si vede dal mattino e Marcos Alonso assente dell’ultima ora per un virus intestinale inizia a far tremare le gambe di Conte…se ci si aspettava il solito match di grinta, corsa e qualità di Hazard si è rimasti delusi. Sono i Red Devils infatti a “stupire” non sentendo apparentemente le fatiche del giovedì di Europa League e con Ibra in panchina. Capolavoro tattico di Mourinho che riesce ad assopire Pedro e Hazard e annientare Kante, l’uomo più importante anche a detta stessa di Conte, chiudendolo nella morsa del suo centrocampo. Il risultato può non essere così una sorpresa se si “pesa” con i dati: lo United non perde in casa dal derby contro il City del 16 settembre. Messaggio chiaro: a Old Trafford non si passa…
I FLOP
BACCA – DE SCIGLIO

Voci di mercato che distraggono. Prestazioni che non arrivano. Soprattutto nella gara dove la buona prestazione è imperativo. Il bomber e il capitano, i più attesi in queste occasioni. Bomber e capitano che nel derby, però, deludono. Bacca e De Sciglio interpreti assolutamente negativi del derby della Madonnina, o della “lanterna cinese” che si preferisca di questi tempi. Assente, impreciso e avulso dagli schemi rossoneri, se non per un paio di verticalizzazioni, il primo. Troppi errori tecnici e sottoporta a ennesima e forse superflua dimostrazione di una tesi ormai assodata: la necessità rossonera di un vero bomber che sappia anche inserirsi nella manovra. Diligente e attento il secondo, solo però fino al gol di Candreva, suo errore, poi il crollo. Disattento, superficiale e “molle”. Troppe le speculazioni sul futuro di entrambi, forse ultimamente anche appesantite e ingigantite dall’ascesa della dirigenza cinese. Una cessione che rimbomba nelle orecchie del colombiano. Un rinnovo che non arriva e l’insistente pressing della Juve per il capitano del derby. Fattori che distraggono e prestazioni che non arrivano. E un derby clamorosamente e pesantemente toppato dal bomber e dal capitano, due che i derby devono piuttosto deciderli.
CON LA JUVE VEDE ROSSO

Da Milano a Pescara. Da San Siro all’Adriatico. Sempre con la Juve nel destino. Sempre con sfumature negative. Sulley Muntari ancora una volta all’appuntamento bianconero. Se “il gol di Muntari” è ormai slogan di manifesta antipatia e sinonimo di sfottò fra milanisti e juventini, ora l’ex rossonero rischia di segnare ancora una volta il suo rapporto già segnato con la casa bianconera. Il motivo? Un intervento, un pestone forse con eccessiva foga e una vittima, Dybala, costretto di conseguenza ad abbandonare anzitempo il terreno di gioco. Il tutto a quattro giorni dalla partita più importante della stagione della Juventus fin qui. Quattro giorni alla battaglia del Camp Nou. I campanelli d’allarme già suonavano. Il dramma già scritto. “Dybala salta il Barcellona” il leitmotiv pronto a rimbombare nelle orecchie di Allegri. Muntari, invece, ancora una volta pronto a entrare nella “storia” del mister Toscano e della Juventus. Quel pestone però non dovrebbe fermare la Joya a Torino, per fortuna del ghanese e della Juve, ma farlo comunque decollare per Barcellona. Destini che si intrecciano. Muntari e la Juventus. Da Milano a Pescara. Sempre con le polemiche intorno…
QUESTO NON C’ENTRA CON IL CALCIO!
Settimana “tranquilla” quel del Lione. Prima Besiktas e ieri Bastia. Non si parla di risultati ma di episodi che con il calcio hanno ben poco a che fare. Episodi da condannare nella maniera più assoluta. Episodi difronte ai quali non si può rimanere indifferenti. Dopo i disordini europei causati dai tifosi del Besiktas, nella gara contro il Bastia i giocatori del Lione sono stati letteralmente aggrediti nella fase di riscaldamento dai tifosi della squadra di casa. Rinchiusi come animali in gabbia negli spogliatoi e gara ritardata di 45 minuti. Tifoseria del Bastia che in quanto a comportamenti indegni aveva già dato mostra delle proprie doti con i “buu” razzisti diretti a Balotelli nel match contro il Nizza. Difficile se non impossibile entrare nelle menti di questi personaggi folli e irrazionali. Più facile ma non risolutivo puntare il dito contro una sicurezza assente o comunque inadatta e impotente di fronte a episodi del genere. E in tempi di terrorismo e attentati vengono i brividi a pensare a tale mancanza…