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I top e flop del weekend

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I top e flop del weekend

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Team Numero Diez

Puntuale appuntamento del lunedì. Raccolta dei protagonisti e degli appuntamenti mancati nella due giorni di calcio. In Italia e non solo. Ecco la top e flop del weekend.

I TOP

BOMBER D’ANTICIPO

Anticipi che confermano e restituiscono i bomber. Icardi continua a incantare i nerazzurri. Serpentesco e devastante. Re Mida dei tempi nostri. Ogni tocco vale oro. Ogni tiro gol o quasi. Sono già 15 in 14 giornate. Capocannoniere con Immobile e a breve nella all-time nerazzurra. 93 reti in nerazzurro che lo mettono a una sola di distanza da Corso. Decimo nella classifica interista di tutti i tempi. 10 gol più in là un altro che ha scritto parole nerazzurre come “Bobo” Vieri. Una marcia in più verso l’innominabile sogno con scadenza a maggio. Prima di Maurito l’anticipo restituisce il proprio bomber al Chievo. Inglese incanta la Spal e la annichilisce con una doppietta che regala la vittoria ai clivensi in rimonta. Per lui – bomber all’ombra dei più grandi – sono 6 in 13 giornate. Più di 1/3 dei gol totali in fabbrica gialloblù.
Inaspettato “bomber” nel posticipo De Sciglio. Stonato nome in zona offensiva a confronto con i due colleghi top. Ma meritato piazzamento per chi ha atteso 112 gare per siglare il primo gol in carriera in Serie A. Dopo tanto scetticismo e mare di critiche di rossonero vestite.

PIOGGIA DI GOL NELLA RUHR

Derby sicuro sinonimo di emozioni. Con qualsiasi risultato e palcoscenico. Le emozioni che ha regalato il derby della Ruhr fra Borussia Dortmund e Shalke 04 non ha, forse, paragoni. 4 gol in 13 minuti. Anche un po’ di autolesionismo per il 2-0 con l’autogol di Stambouli. Dal12esimo al 25esimo intervallo da incubo per lo Shalke per far crollare le speranze di un derby in cui ogni risultato è possibile. Tre cambi tutti prima dell’inizio della ripresa per miste Domenico Tedesco. Dal 61esimo una mezz’ora per confermare quello che tradizionalmente di un derby è risaputo. Non ci sono favorite. Non ci sono risultati scontati. 25 minuti per rimediare. 2-4 e il vantaggio di un uomo grazie al rosso ad Aubameyang. Sperare per poi accorciare sul 3-4. Aspettando il 94esimo sperando. Il tempo scaduto per segnare, pareggiare ed esultare. Shalke 0-4. Shalke 4-4. “Clamoroso al Westfalenstadion”

LIONE FORZA 5

Il PSG è imprendibile. Teorema dimostrato in 14 giornate. Testimoniato dai 9 punti di margine sulle prime inseguitrici. Entrambe già regolate. La lotta vera dunque si sposta di una casella verso il basso: 3 squadre racchiuse in un punto. Lione, Monaco e Marsiglia. I marsigliesi regolano il Guingump col minimo sforzo. Il Monaco si arrende agli inarrestabili citati. Il Lione matta il Nizza. La cavalcata fino al preliminare di Champions dello scorso anno si è trasformato in un desolato 18esimo posto e in una stagione da vittime più che da cacciatori. Ne ha approfittato anche il Lione. 0-5 senz’appello. Perfezione contro tracollo totale. Depay (doppietta), Mariano, Cornet e Maolida regolano il Nizza – in 10 dal 70esimo.
Il PSG è imprendibile. Il weekend del Lione – dopo la qualificazione ai sedicesimi di Europa League giovedì – è top!

I FLOP

DOMENICA DA INCUBO

Chi per un motivo e chi per un altro. Epilogo uguale. Flop domenicale. Il primo a Milano nel pareggio, a posteriori, più caro nella carriera di Montella. Il flop ha il numero 7. E tutto San Siro lo ha sottolineato all’uscita dal campo con un mare di fischi da ogni settore, ogni seggiolino. Le pagelle del giorno dopo hanno assecondato l’assordante rumore del Meazza. E, con un po’ di malizia e visione a ritroso, la prestazione di Kalinic ha influito decisamente sul destino di Montella. Tre palle gol limpide fallite (a “salvarlo” dalla bolgia, la bandierina alzata del guardalinee sulla seconda, più netta, occasione fallita uno-contro-uno con Sirigu). Una, l’ultima in ordine cronologico, chiaro merito del portiere granata, più che nefandezza croata. E pareggio logica conseguenza della magnanimità davanti alla porta. Mancata cattiveria l’elemento comune raccolto dall’esigente San Siro assistente del pomeriggio di Kalinic. A Gattuso il compito di far fruttare finalmente i 25 milioni.
A Genova l’altro – inaspettato – flop domenicale. Clamorosa ingenuità e leggerezza per chi nel calcio è da anni e – forse – non si è ancora abituato e immerso totalmente nella logica tecnologica del VAR. Perché stupefacente, a mente fredda, è come “cadute” del genere vengano commesse ancora dopo due mesi dall’introduzione di un mezzo che probabilmente avrebbe dovuto regolare, come obbiettivo indiretto, il comportamento di chi è in campo verso una direzione “più pulita”.
Invece il gesto di De Rossi rimane ingenuo, grave è da condannare internamente allo spogliatoio oltre che da regolare con dovuta squalifica. A maggior ragione della rilevanza e ingombranza del personaggio Daniele De Rossi nello spogliatoio della Roma. Di uno che – a dirla tutta – di “cadute” del genere, nella carriera, na ha sempre avute. Assoluta la ragione da parte di Di Francesco nella condanna del gesto. Perché Daniele, ormai, “non è più un ragazzino”.

RIDIMENSIONATI

Mattatrice delle grandi. Progetti, parole e sogni alimentati. Uno scivolone, rumoroso, per ridimensionare quanto di buono e promettente creato finora. Contro chi, alla vigilia, doveva essere un piccolissimo ostacolo da saltare lungo il cammino dopo difficoltà e ben maggiori vittime mietute. Invece è stato l’atteso predatore a stravolgere e sopraffare il carnefice. Facendolo cadere, rumorosamente, e ridimensionando aspettative di successo. Presente e futuro.
La Sampdoria si è dovuta arrendere a un Bologna inaspettatamente rinato al secondo successo consecutivo che ne risolleva le sorti. 3 reti a rispedire a casa le doriane attese di ascesa. Con la gravante – intangibile quasi – dell’uomo in meno per quasi tutto il secondo tempo dopo l’espulsione di Torosidis. Flop doriano.

TOP O FLOP DEL GIORNO DOPO

L’ultima sezione del flop ha tinte rossonere. Senza un protagonista specifico. O meglio, senza un SOLO protagonista specifico. Innanzitutto doverosa è la menzione per l’ormai ex allenatore. Il Milan congeda Montella dopo 14 giornate fatte più di dubbi che di certezze. L’addio a una squadra che dopo la cifra spesa di certo non si aspettava di trovarsi in incerta situazione. Di classifica, rosa e futuro. Montella il capro espiatorio di qualcosa che forse va oltre i limiti tecnici ma che solo il futuro potrà realmente rivelare. Va detto che il mare di dubbi di formazione che ne hanno accompagnato le prime 14 giornate e parte del ritiro estivo non alimentano certo i pareri a sostegno dell’aeroplanino. Prima a quattro. Poi a tre. Ieri di nuovo a quattro. Non sono necessari ulteriori parole per far intendere il pensiero. Idee offuscate, probabilmente nella stessa testa di Montella.
Adesso la giacca addosso a Gattuso. Dubbi ne accompagnano l’immediato insediamento riportando alla memoria le esperienze di chi dalla Primavera era salito in prima squadra (Inzaghi, Brocchi) senza riuscire nel proprio compito. In Gattuso c’è la speranza di trovare qualcosa di diverso. Di invertire la tradizione. Ma dall’altra parte c’è un San Siro che – non erano necessarie le parole di Montolivo sulla situazione Kalinic per chiarirlo – di pazienza ne ha poca. La riconoscenza vero il Gattuso calciatore è impregnata nei seggiolini di San Siro, che lo era e lo è per Inzaghi. Ma la riconoscenza non frenerà o corromperà certo le pretese vero il Gattuso allenatore. Improvviso deus ex machina sperato, catapultato in una dimensione nuova e – forse – troppo pesante.
Ai posteri l’ardua sentenza.

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Flash News

Buone notizie per la Roma verso Lecce: recuperati anche Smalling e Sanches, Dybala ancora in forse

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Paulo Dybala, giocatore della Roma, Serie A, Europa League, Coppa Italia

La Roma lunedì sera affronterà il Lecce in terra pugliese. In vista di questa partita, però, i giallorossi, devono affrontare ancora i recuperi di alcuni giocatori. La pausa nazionali, infatti, ha messo a dura prova molte infermerie della Serie A, tra cui, in maniera particolare, proprio quella della squadra capitolina. Le attenzioni, però, si rivolgono tutte su Paulo Dybala, il quale si è infortunato nella partita contro il Sassuolo prima della pausa. La Joya, a causa di questo infortunio non ha potuto neppure rispondere alla chiamata della nazionale Argentina.

Dybala rimane comunque al centro dello scacchiere di De Rossi, contribuendo alla classifica con 12 gol e 7 assist in 20 partite giocate. L’argentino, in vista di lunedì, svolgerà ancora alcune sessioni di allenamento differenziato. Questo, nelle speranze dello staff e del mister De Rossi, dovrebbe permettere a Dybala di rientrare in tempo per poter partire verso Lecce con i suoi compagni. Il rientro in gruppo, infatti, dovrebbe essere previsto per il weekend.

Le buone notizie per la Roma non finiscono qui. Oltre al possibile recupero di Dybala e i recuperi dei giorni scorsi di Lukaku e Cristante, Renato Sanches e Chris Smalling si sono allenati in gruppo, e quindi tornano a disposizione di De Rossi in vista della trasferta di lunedì.

Ancora non disponibili per la sfida al Lecce Spinazzola, Kristensen e Azmoun.

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Bundesliga

ULTIM’ORA – Xabi Alonso ha confermato in conferenza che rimarrà al Bayer Leverkusen

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Xabi Alonso, allenatore del Bayer Leverkusen, Bundesliga, Europa League

Dopo le indiscrezioni sempre più insistenti delle ultime ore, ecco l’annuncio ufficiale del protagonista della telenovela: Xabi Alonso. Il tecnico spagnolo ha attirato l’interesse di tutti i top club europei, in particolare Bayern Monaco e Liverpool, per la prossima stagione, ma vista la scadenza del contratto a giugno 2026 e visto quanto di buono fatto in questa stagione, con una Champions League quasi certamente da disputare l’anno prossimo, l’ex centrocampista ha deciso di rimanere nella squadra che ora sta allenando.

Queste le dichiarazioni di Xabi Alonso durante la conferenza stampa alla vigilia della sfida con l’Hoofenheim:

DECISIONE – “Arriviamo da una stagione ricca di impegni, durante la quale ci sono state anche moltissime speculazioni in merito al mio futuro. Per questo motivo ho utilizzato la sosta del campionato per gli impegni delle Nazionali per riflettere su cosa fare. La scorsa settimana ho avuto un incontro con la dirigenza del club per capire quale fosse la decisione da prendere. E la decisione è quella di continuare ad allenare il Bayer Leverkusen. Ho analizzato tutto e ho capito che questo è il luogo e il club giusto per continuare il mio percorso di crescita come tecnico. Ho sempre sentito grande supporto e c’è grande partecipazione nel lavoro da parte di tutti i reparti della società. I tifosi poi ci hanno dato un grande supporto, anche lo scorso anno quando abbiamo avuto momento di difficoltà. E oggi lo fanno supportandoci nel dare tutto quello che possiamo dare”.

SQUADRE INTERESSATEBayern e Liverpool? Credo che da parte mia non sarebbe corretto parlare di altre società. Di sicuro ci sono società con cui ho un forte legame, ma non è corretto parlarne adesso”.

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Flash News

La simpatica rivelazione di Dossena: “Se ci salviamo mi taglierò la barba”

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In foto: Victor Osimhen del Napoli e Dossena del Cagliari

Il difensore del Cagliari, Alberto Dossena, ha rilasciato una breve intervista a Radio Serie A, il nuovo format e podcast della Serie A. Qui vengono intervistati tanti protagonisti delle squadra del massimo campionato italiano ed oggi è stata la volta dell’ex Perugia.

LE DICHIARAZIONI DI DOSSENA DURANTE l’INTERVISTA A RADIO SERIE A 

SUL PROSSIMO SCONTRO SALVEZZA CONTRO IL VERONA- “Cagliari-Hellas Verona è uno scontro diretto che vale tanto. Dobbiamo prepararci al meglio e farci trovare pronti”.

ELOGIO A RANIERI- “In mezzo alla tempesta della corsa salvezza noi abbiamo un timoniere (Ranieri, ndr) che già la scorsa stagione ci ha portato alla promozione dalla Serie B alla Serie A“.

SUL GRUPPO- “Il Cagliari è un gruppo unito che lavora senza sbavature anche nei momenti di difficoltà. Con l’arrivo di Mina e Gaetano abbiamo alzato ulteriormente il livello”.

SUL RAPPORTO CON RANIERI – “Devo molto a mister Ranieri. Ha creduto subito in me. Ho un rapporto umano e tecnico molto stretto. Corregge gli errori, consiglia, ti aiuta in ogni momento. Come lo si vede all’esterno è in campo. E’ un “Signore del calcio“, trasparente, anche nelle reazioni, rare, forti”.

SULLA SERIE A- “L’impatto della Serie A si fa sentire. Io ci sono arrivato a 25 anni. Ho trovato fisicità impressionante e molta qualità. All’inizio non è stato facile. Importante accumulare esperienza e partite per essere tranquillo”.

LA PROMESSA IN CASO DI SALVEZZA – “In caso di salvezza taglierò la barba, i capelli assolutamente no. Nello spogliatoio nessun patto, stiamo pensando a lavorare. In caso di raggiungimento dell’obiettivo faremo una bella grigliata di squadra“.

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Flash News

La prima conferenza alla vigilia di Tudor: “Sensazioni positive, ho visto bene Kamada”

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Tudor

La vigilia di Lazio-Juventus segna un momento significativo per Tudor, che si prepara ad affrontare la sua prima sfida come allenatore della Lazio. Una gara speciale in tutti i sensi per lui quella che si giocherà domani alle 18 presso lo Stadio Olimpico, in quanto i biancocelesti affronteranno la sua ex squadra, la Juventus. Questo incontro rappresenta non solo una prova importante per Tudor e il suo nuovo ruolo di allenatore, ma anche un’opportunità cruciale per la Lazio di dimostrare la propria forza e determinazione in campo. L’atmosfera sarà carica di tensione e aspettative, mentre i tifosi guarderanno con trepidazione a questa partita d’esordio. Tudor è pronto a guidare la sua squadra verso la vittoria e a lasciare il segno nel suo nuovo ruolo, affrontando con determinazione e spirito competitivo questa sfida contro una delle squadre più temute del campionato.

Di seguito ecco le sue dichiarazioni riportate da TMW:

LE DICHIARAZIONI DI TUDOR ALLA VIGLIA DI LAZIO-JUVENTUS

SUI SEGNALI DEI NAZIONALI TORNATI- “Sono tornati tutti senza acciacchi e questo è importante. Il problema è che sono arrivati tardi e abbiamo lavorato poco”.
SUL RESTO DEL GRUPPO CHE HA ALLENATO DURANTE LA SOSTA  –“Con gli altri abbiamo lavorato bene in 6-7 allenamenti. I ragazzi hanno avuto la giusta applicazione e voglia. La squadra deve essere lo specchio dell’allenatore, ci vuole però tempo e pazienza per trasformare questa Lazio. Sono qui da poco. Ci provo a farlo in fretta, ma non sarà perfetta la squadra, ma lavoreremo”.

SULLE EMOZIONI DEL DEBUTTO – “Sono sempre positive le sensazioni, nello sport si pensa sempre alla sfida, di poter vincere. Lo sport è gioia. Lo stadio pieno? Sarà bello, ci saranno molte motivazioni, ma va preparata nel modo giusto sotto ogni punto di vista. Penso a preparare la squadra e non alle emozioni”.

SULLA PASSATA ESPERIENZA ALLA JUVE – Non credo al destino che affronto subito la Juventus. Ho trascorso lì 7-8 anni, nel periodo in cui si costruisce la persona. Sono grato alla Juventus. Ho avuto compagni e dirigenti che mi hanno fatto diventare quello che sono ora, soprattutto per la cultura del lavoro”.

SUI CAMBIAMENTI IN DIFESA VISTO IL GIOCO DI SARRI – “Ci sono due cose che penalizzano questo cambio. Sono tre anni che la Lazio lavora in questa maniera e poi c’è stato Sarri che è un allenatore forte. Bisogna essere intelligenti. Il modulo è importante ma non come molti pensano. Magari parti con un modulo, ma poi diventa un altro schema. La difesa a tre? Lo vedrete tra poco, vedremo domani”.

SULLE IDEE E SULLE SCELTE TECNICHE – “È una situazione particolare, dovranno giocare per forza tutti. È la prima partita, dopo la sosta per le nazionali, e poi ci sono due partite in 4 giorni. I 5 cambi sono importanti. Io anche devo capire la squadra, una cosa sono gli allenamenti, un’altra le partite. Devo valutare i giocatori che possono migliorare e che possono seguire il tuo calcio. Poi bisogna vincere, c’è da fare bene da subito, serve essere tosti e con la qualità giusta”.

SU UNA FIGURA CHE FACCIA DA TRAMITE TRA SQUADRA E PROPRIETÀ – “Non è per me questa domanda. Non abbiamo parlato con la squadra del passato, ci siamo messi subito a lavorare”.

LE CRITICHE SOCIAL SU IMMOBILE E LA NAZIONALE – Non leggo i social e i giornali, sarebbe un suicidio. Io penso a lavorare, sia quando vanno bene le cose che quando vanno male. Ciro ci ho parlato due volte anche su questo argomento, l’ho visto molto motivato. Penso che lui ci tenga alla Nazionale, dipende solo da lui in questi due mesi. Ha sempre segnato, penso che li farà ancora. Ci conto tanto, è un ragazzo con qualità non solo calcistiche ma anche umane. Lo conosco, sono convinto che saranno due mesi importanti”.

SULLO ZOCCOLO DURO –  “C’è sempre rispetto per passato, ma non si vive di passato. Il calcio è crudele. Noi dobbiamo vincere, conta la squadra”.

SUL RUOLO DI KAMADA – “Lui in Germania giocava sia davanti che dietro, è un giocatore completo, ha corsa e qualità di gioco. Penso che, se devo essere sincero, è più adatto a questo calcio rispetto a quello precedente. Non è pulitissimo tecnicamente, ma ha altre doti che a me piacciono tanto. Ha la mentalità giusta e poi ha gol, una dote che fa la differenza. L’ho visto anche bello allegro e voglioso, vedremo in campo”.

SULLE CONDIZIONI DI LAZZARI E SUI RUOLI CHE PUÒ FARE- “Lo vediamo oggi, ha avuto un problemino piccolo. L’equilibrio è sia offensivo che difensivo. Servono sempre giocatori con gol, ma anche che facciano la fase difensiva. Poi si sceglie in base all’avversario e alla partita. A me piace attaccare, ma non prendere gol. Felipe Anderson a tutta fascia? Ah c’è già un sistema di gioco? Non lo ho provato, non so questa domanda. Ma lui è molto disponibile, ha gamba e qualità. Lei è convinto che giocheremo con la difesa a 3, magari non è quella”.

SULLO SPOGLIATOIO – “Sono vogliosi e molto orgogliosi. Non sono giocatori da nono posto, vogliono riscattarsi. In 10 giorni sono tutti perfetti perché c’è il nuovo allenatore, con il tempo però capiremo meglio. La gente vera si vede più avanti, nelle battaglia, quando non gioca o deve subentrare”.

SULLA FISICITÀ CHE HA TROVATO NELLA SQUADRA – “Vedremo domani se sarà in grato di esaudire le mie richieste. Nei dati fisici, la Lazio è sempre stata in alto. Abbiamo parlato tanto di questo, è un argomento importante, sono le distanze che saranno diverse. Dovranno fare corse diverse, ma anche delle similitudini perché Sarri voleva andare a prendere la palla su, la stessa cosa che voglio io”.

SU MARUSIC E HYSAJ NEL TERZETTO DIFENSIVO – “Tutto è ipotetico. Se non voglio dirti una cosa, posso non rispondere (ride, ndr). Patric è tornato, mi è sempre piaciuto da fuori, può essere un giocatore per me. Mi piace come difende anche a campo aperto”.

SULLE RETI MANCANTI SU COLPO DI TESTA RISPETTO ALLE PASSATE STAGIONI – “Sì, ogni squadra ha caratteristiche diverse. Serve però la cattiveria per fare gol, questo fa la differenza”.

SULLA MENTALITÀ CHE È RIUSCITO A TRASMETTERE – “Se un allenatore ci riesce in 5 allenamenti è un mago (ride, ndr). Il clima nello spogliatoio io è bello, vedo gente motivata. Domani servirà coraggio e bisognerà giocare senza troppi pensieri. Ci saranno problemini per le novità che faremo, ma è mia responsabilità. La chiave è attaccare e difendere tutti, voglio una squadra difficile da battere”.

SULLE TRE PARTITE DECISIVE IN CUI LA LAZIO SI GIOCA L’INTERA STAGIONE – “Non esistono partite della vita, è tutta un’esagerazione, è tutto fumo. Sono partite. A me interessa la squadra, prepararla bene, oggi voglio caricarla. Questo appartiene a me. Il resto è tutto fumo”.

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