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Fortuna o impresa?

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Fortuna o impresa?

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Scrivere un articolo sulla gara conclusasi alcune ore fa è più un onere che un onore. D’altronde, chi ha visto la partita per la sua intera durata sa di cosa disquisisco: come giudicare una Juventus che gioca – effettivamente – poco più di cinque minuti su novanta, ma che porta a casa la qualificazione ai quarti di finale? È arduo, complesso, ma faremo uno sforzo per venirne a capo.

L’INIZIO

La gara, dopo pochi minuti, assume già determinate sembianze: è il Tottenham a dominare il gioco, mentre la Juventus, sorniona, attende le chance migliori per ripartire in contropiede con il suo mordace tridente delle meraviglie: Douglas, Dybala e Higuain. Le celebri ‘occasioni da contropiede‘, tuttavia, si conteranno sulle dita di una mano, con i bianconeri continuamente assediati dalla compagine di Londra, estrosa, affamata e pericolosa a sufficienza da mettere in apprensione la retroguardia. Il buon vecchio Barzagli – che ahilui non invecchia più come il vino – sarà la preda preferita degli squali di Wembley: puntato continuamente in 1v1, risulterà spesso un facile ostacolo da aggirare. Per sua fortuna, però, Chiellini e Benatia saranno in grado di reggere, perlomeno fino al 39esimo, quando, complice uno scivolone di Buffon, arriverà la rete del vantaggio dei padroni di casa.

È un primo tempo orribile per la Vecchia Signora, che soffre moltissimo l‘incapacità di costruire una manovra e qualche azione offensiva: Allegri chiede che ad impostare siano i tre difensori, i quali, tuttavia, si rivelano assai inadatti, contribuendo a creare una prima frazione di gioco da film dell’orrore. Appoggi errati, errori tecnici clamorosi e nervosismo creano un clima di tensione palpabile, tanto da rendere la Juventus irriconoscibile. Il centrocampo, inoltre, pare esistere solo sulla carta, come estetismo: Pjanic non si accolla alcuna responsabilità in fase di possesso; Khedira è praticamente assente e Matuidi dimostra immediatamente di non avere le carte in regola per innescare gli attaccanti.

LO SVILUPPO

Dopo un primo tempo da incubo è lecito aspettarsi un altro atteggiamento dopo la pausa negli spogliatoi; in realtà, però, gli eventi continueranno a prendere la stessa piega, con la Juventus che non cambia né mentalmente, né tatticamente.

Allegri, poi, inventa qualcosa di tanto bizzarro quanto efficace. Escono Matuidi e Benatia ed entrano in campo Lichtsteiner ed Asamoah. Il falso 4-3-2-1 che prevedeva il palleggio con i tre difensori assume altri connotati: a destra va un terzino di ruolo – lo svizzero – e a sinistra va Asamoah, con Alex Sandro che avanza. Cosa succede? Perchè mai una tale mossa dovrebbe essere ritenuta bislacca?

È molto semplice: in primo luogo, pensare di poter ribaltare una gara inserendo due terzini pare utopia ma, scavando in profondità, è effettivamente un cambio molto radicato, che va a mutare la costruzione della manovra e le geometrie della squadra; alla ridisegnata Juventus bastano tre minuti per trovare il pareggio, con un’azione che parte proprio dalla fascia di Lichtsteiner: una fascia che era rimasta bloccata, sino a quel momento, dalla scelta di schierare Barzagli nel ruolo di laterale basso.

Sull’onda dell’uno a uno, un entusiasmato Higuaìn trova una giocata sensazionale con la quale lanciare Dybala, sino a quel momento assente ingiustificato: è uno contro uno contro il portiere che, la Joya, supera con estrema semplicità.

È incominciata un’altra partita. E sono bastati due terzini.

LA CONCLUSIONE

I pentacampioni d’Italia, dopo aver giocato per ben cinque minuti ad alti livelli, decidono che è arrivato il momento di riposarsi e, così, si chiudono a riccio per il resto della gara, limitandosi a respingere tutti insieme l’offensiva degli Spurs. Tra fortuna e abilità la tattica si rivela funzionante, anche se, al 90′, molti hanno temuto il peggio su un pericoloso colpo di testa che Buffon non è stato in grado di raggiungere.

Si vola ai quarti di finale.

LA GIUSTA CHIAVE DI LETTURA

Trarre le conclusioni opportune al termine della gara non è affatto semplice: è stata una Juventus fortunata, oppure talmente forte da potersi permettere di non giocare al massimo?

Personalmente, sono rimasto colpito da una curiosa sensazione. Capita – spesso – che in Serie A i bianconeri vincano alcune gare esprimendosi al di sotto del loro potenziale e del loro rivale; ciononostante, però, come avvenuto contro Lazio e Fiorentina, la Vecchia Signora riesce spesso ad uscire vincitrice dal confronto. Nella serata di ieri, in seguito al micidiale 1-2 di Higuain e Dybala ho avvertito la stessa sensazione di potenza e autorevolezza che la squadra emana in territorio nazionale. Avevo la certezza che la partita si sarebbe conclusa in quel modo, con quel risultato, nonostante la gara avesse dato indicazioni completamente diverse. A conti fatti, il mio presagio si è rivelato veritiero.

Se la squadra di Allegri maturasse anche in Europa la convinzione che già possiede in campionato, forse, avrebbe le carte in regola per giocarsi una terza finale. Per ora, intanto, certi avvenimenti vanno catalogati come ‘sensazioni’ e nulla più: con la consapevolezza che, dai quarti in poi, impegnarsi per pochi minuti non sarà comunque sufficiente.

Pochettino, intanto, ancora incredulo per quanto visto, esordisce in conferenza stampa mostrando la propria amarezza:

“Parliamo solo di spazzatura: tre occasioni e due gol. Potete chiamarla inesperienza, poca concentrazione, ma quando analizzi la partita, vedi che il Tottenham ha fatto meglio per oltre 70 minuti. Siamo stati sfortunati, forse parliamo di cose diverse. Io sono felice dei miei ragazzi. Facciamo di tutto per vincere. Se non avessimo creato niente, se avessimo giocato male ok… Però abbiamo giocato alla pari della Juventus che ha raggiunto due finali di Champions League negli ultimi tre anni e siamo felici e orgogliosi”.

Allegri, invece…

“I cambi sono stati decisivi? Faccio dei danni e alle volte rimedio…”

Che il riferimento fosse alla difesa a tre, probabilmente, è lapalissiano: intanto, però, anche questa volta la gara è stata vinta dall’intuizione di un tecnico tanto criticato quanto vincente che, come la propria squadra, sta crescendo nelle difficoltà.

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I Nostri Approfondimenti

Curiosità sulla 30ª giornata di Serie A

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Antonio Candreva, giocatore della Salernitana e Lewis Ferguson, giocatore del Bologna, Serie A, Coppa Italia

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A – La 30a giornata di Serie A è ormai alle porte, con Napoli-Atalanta che darà inizio alle danze nel giorno del Sabato Santo alle 12.30. Sarà un turno pieno di sorprese, con svariati incontri importanti a vari livelli. Scopriamo, come di consueto, le curiosità più interessanti di giornata!

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: NAPOLI-ATALANTA

Il Napoli ha vinto tutte le ultime 4 sfide contro l’Atalanta in campionato, striscia record di successi in sequenza per i partenopei contro la Dea in Serie A. Solo contro Sassuolo e Frosinone i campani vantano una striscia aperta più lunga di vittorie di fila (5).

Gli attaccanti della Dea, quando vedono azzurro, si sbizzarriscono come i tori a Pamplona. Sono infatti nove le gare consecutive in cui l’Atalanta realizza almeno una rete contro il Napoli in campionato. È la serie aperta che dura da più tempo, al pari di quella con la Juventus, sempre con 9.

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: GENOA-FROSINONE

Lo stadio Luigi Ferraris è il vero e proprio dodicesimo uomo in campo per il Genoa. E i precedenti giocati contro il Frosinone in questa magnifica cornice sorridono al Grifone: il bilancio è da squadra imbattuta, con 3 vittorie e un pareggio complessivi.

Il Frosinone invece, quando lascia il Benito Stirpe, sembra come uno studente fuorisede che ha una pazza nostalgia di casa. Infatti, nei top 5 campionati europei, solo il Granada (2) ha guadagnato meno punti dei ciociari in trasferta.

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: TORINO-MONZA

Il Torino di Juric sogna l’Europa, complici gli ultimi due successi in altrettante partite di campionato. Se dovesse arrivare anche the third in a row, eguaglierebbe il record siglato nel periodo tra maggio e settembre 2019, con Walter Mazzarri in panchina.

Periodo d’oro per il figlio d’arte Daniel Maldini. Il trequartista di proprietà del Milan ha bucato la rete nelle ultime 2 partite di campionato: nessun giocatore del Monza ha mai trovato il gol in 3 presenze di fila in Serie A. 

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: LAZIO-JUVENTUS

La Lazio ha perso le ultime 3 partite all’Olimpico in campionato. Nella sua storia in Serie A solo una volta ha registrato più sconfitte casalinghe di fila: 5 nel 1961, quando l’allenatore era Jesse Carver.

La Juventus è in un momento di crisi nera. La Vecchia Signora ha guadagnato solo 7 punti nelle ultime 8 partite di Serie A, solo Salernitana (2), Frosinone (2) e Sassuolo (4) hanno ottenuto meno punti dei bianconeri. Per ritrovare un rendimento così basso bisogna tornare al 2011, con Luigi Delneri in panchina (7 punti tra gennaio e marzo).

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: FIORENTINA-MILAN

Si dice che nel calcio la forza di una squadra la facciano l’altruismo e l’unità d’intenti. E direi che a Firenze stanno prendendo questo motto alla lettera: infatti le ultime 10 reti della Fiorentina in Serie A sono state messe a segno da ben 10 giocatori diversi. Si sono iscritti al tabellino Belotti, Ikoné, Martínez Quarta, Nico González, Barák, Beltrán, Kayode, Bonaventura, Ranieri e Mandragora.

Il Milan invece ha saputo raccogliere risorse importanti soprattutto dalla panchina. Sono infatti ben 14 le reti siglati dai calciatori rossoneri subentrati a gara in corso, record assoluto per il Diavolo e nei top 5 campionati europei per questa stagione. Meglio di loro solo il Napoli (16 nel 2022/23), la Fiorentina (17 nel 2022/23) e l’Atalanta (20 nel 2019/20 e 21 nel 2020/21).

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: BOLOGNA-SALERNITANA

Quando una squadra, durante una stagione, effettua un numero considerevole di remuntade, è sintomo inevitabile di un grande gruppo. E, non a caso, in Serie A il Bologna è la formazione che ha vinto più gare da situazione di svantaggio (4, al pari dell’Inter).

Se dovesse prendere parte all’incontro, Antonio Candreva raggiungerà quota 497 partite in Serie A. Il trequartista romano raggiungerebbe così il 18° posto in solitaria nella classifica all-time tra i giocatori con più presenze nella massima serie italiana.

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: CAGLIARI-VERONA

Il Cagliari arriva al match casalingo contro il Verona con uno speciale primato. I sardi sono infatti la squadra che ha trascorso meno minuti in vantaggio in questa stagione di Serie A (290).

Si può dire con certezza che il Verona si è munito di abili cecchini dalla distanza. Infatti, dall’inizio dell’anno solare 2024, gli scaligeri sono la squadra che conta più reti da fuori area nei maggiori 5 campionati Europei (ben 6).

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: SASSUOLO-UDINESE

Il Sassuolo ha un disperato bisogno di punti salvezza, ma le statistiche sulla prossima partita non sono esattamente dalla loro parte. Infatti gli emiliani non ha vinto nessuna delle ultime 11 sfide contro l’Udinese in Serie A (6 pareggi e 5 sconfitte). L’ultima vittoria dei neroverdi contro la formazione friulana risale al 2018 (2-1 in trasferta).

L’Udinese ha vinto 2 delle ultime 3 trasferte di Serie A (1P), tanti successi quanti nelle precedenti 20 gare fuori casa nella competizione (7N, 11P). Tra l’altro si è trattato di vittorie di un certo spessore, visto che sono arrivate all’Olimpico contro la Lazio (1-2) e all’Allianz Stadium contro la Juventus (0-1).

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: LECCE-ROMA

La Roma è la bestia nera del Lecce. Infatti la squadra salentina, su un totale di 35 incontri disputati contro i giallorossi, ha vinto solo due volte nella sua storia in Serie A (9 pareggi e 24 sconfitte).

La Roma, invece vanta contro il Lecce la striscia aperta di gare con almeno un goal all’attivo più lunga in Serie A (21, con una media di 2.3 reti a partita). L’ultima volta in cui il Lecce ha registrato un clean sheet contro la formazione romana risale addirittura al 2000, un pareggio a reti bianche proprio al Via del Mare (0-0).

CURIOSITÀ SULLA 30ª GIORNATA DI SERIE A: INTER-EMPOLI

L’Inter è una macchina da guerra in questa stagione. Infatti, la squadra di Simone Inzaghi è l’unica dei top-5 campionati europei ad aver realizzato almeno una rete in ognuna delle gare disputate in campionato sinora (29).

L’ultima volta l’Empoli ha vinto una partita a San Siro, gente come Lamine Yamal o Endrick non era ancora nemmeno nata. Infatti l’ultimo successo è datato gennaio 2004, con rete di Tommaso Rocchi. Nel bilancio complessivo, è stata l’unica vittoria empolese alla Scala del Calcio (una vittoria, 17 sconfitte e, incredibilmente, nessun pareggio).

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Flash News

Baroni prepara la sfida al Cagliari: Suslov sicuramente out, aumentano le speranze per Folorunsho

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Folorunsho

Lunedì sera, all’Unipol Domus, Cagliari e Hellas Verona si affronteranno per un match di fondamentale importanza per la corsa salvezza. In casa Hellas Verona, però, ci sono ancora alcune incertezze riguardo ai disponibili per la partita. Il nome più caldo è quello di Micheal Folorunsho. Il centrocampista, reduce dalla prima convocazione in Nazionale, sta cercando di superare un affaticamento muscolare, che gli ha impedito di debuttare con la maglia azzurra e che rischia di tenerlo fermo anche per il match di lunedì sera.

Non appena rientrato in Italia, Folorunsho si è messo subito al lavoro per cercare di recuperare per essere a disposizione del mister Baroni già dalla partita contro il Cagliari. Per avere più certezze bisogna aspettare ancora, però pare esserci un clima positivo attorno al centrocampista. Infatti, il quadro della situazione appare meno preoccupante dopo la ripresa degli allenamenti. Le probabilità di vederlo in campo lunedì aumentano sempre di più. Nel caso in cui, però, non dovesse riuscire a recuperare in tempo sarebbe un duro colpo per Baroni. Perderebbe, infatti, il giocatore che più a impegnato in questo campionato, con ben 2265 minuti all’attivo e 4 gol.

Un altro nome importante è quello di Suslov. Lo slovacco, però, a differenza del suo compagno di squadra dovrà stare fermo ai box per più tempo. Per lui sono state predisposte soltanto delle terapie. Dovrebbe tornare a disposizione non prima di tre o quattro settimane.

Baroni ha già individuato delle possibili alternative ai due giocatori infortunati: Mitrovic e Tavasan, che già hanno dimostrato qualcosa con la maglia gialloblù e, soprattutto Mitrovic, è reduce da due impegni più che positivi con la propria Nazionale.

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Flash News

Buone notizie per la Roma verso Lecce: recuperati anche Smalling e Sanches, Dybala ancora in forse

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Paulo Dybala, giocatore della Roma, Serie A, Europa League, Coppa Italia

La Roma lunedì sera affronterà il Lecce in terra pugliese. In vista di questa partita, però, i giallorossi, devono affrontare ancora i recuperi di alcuni giocatori. La pausa nazionali, infatti, ha messo a dura prova molte infermerie della Serie A, tra cui, in maniera particolare, proprio quella della squadra capitolina. Le attenzioni, però, si rivolgono tutte su Paulo Dybala, il quale si è infortunato nella partita contro il Sassuolo prima della pausa. La Joya, a causa di questo infortunio non ha potuto neppure rispondere alla chiamata della nazionale Argentina.

Dybala rimane comunque al centro dello scacchiere di De Rossi, contribuendo alla classifica con 12 gol e 7 assist in 20 partite giocate. L’argentino, in vista di lunedì, svolgerà ancora alcune sessioni di allenamento differenziato. Questo, nelle speranze dello staff e del mister De Rossi, dovrebbe permettere a Dybala di rientrare in tempo per poter partire verso Lecce con i suoi compagni. Il rientro in gruppo, infatti, dovrebbe essere previsto per il weekend.

Le buone notizie per la Roma non finiscono qui. Oltre al possibile recupero di Dybala e i recuperi dei giorni scorsi di Lukaku e Cristante, Renato Sanches e Chris Smalling si sono allenati in gruppo, e quindi tornano a disposizione di De Rossi in vista della trasferta di lunedì.

Ancora non disponibili per la sfida al Lecce Spinazzola, Kristensen e Azmoun.

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Bundesliga

ULTIM’ORA – Xabi Alonso ha confermato in conferenza che rimarrà al Bayer Leverkusen

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Xabi Alonso, allenatore del Bayer Leverkusen, Bundesliga, Europa League

Dopo le indiscrezioni sempre più insistenti delle ultime ore, ecco l’annuncio ufficiale del protagonista della telenovela: Xabi Alonso. Il tecnico spagnolo ha attirato l’interesse di tutti i top club europei, in particolare Bayern Monaco e Liverpool, per la prossima stagione, ma vista la scadenza del contratto a giugno 2026 e visto quanto di buono fatto in questa stagione, con una Champions League quasi certamente da disputare l’anno prossimo, l’ex centrocampista ha deciso di rimanere nella squadra che ora sta allenando.

Queste le dichiarazioni di Xabi Alonso durante la conferenza stampa alla vigilia della sfida con l’Hoofenheim:

DECISIONE – “Arriviamo da una stagione ricca di impegni, durante la quale ci sono state anche moltissime speculazioni in merito al mio futuro. Per questo motivo ho utilizzato la sosta del campionato per gli impegni delle Nazionali per riflettere su cosa fare. La scorsa settimana ho avuto un incontro con la dirigenza del club per capire quale fosse la decisione da prendere. E la decisione è quella di continuare ad allenare il Bayer Leverkusen. Ho analizzato tutto e ho capito che questo è il luogo e il club giusto per continuare il mio percorso di crescita come tecnico. Ho sempre sentito grande supporto e c’è grande partecipazione nel lavoro da parte di tutti i reparti della società. I tifosi poi ci hanno dato un grande supporto, anche lo scorso anno quando abbiamo avuto momento di difficoltà. E oggi lo fanno supportandoci nel dare tutto quello che possiamo dare”.

SQUADRE INTERESSATEBayern e Liverpool? Credo che da parte mia non sarebbe corretto parlare di altre società. Di sicuro ci sono società con cui ho un forte legame, ma non è corretto parlarne adesso”.

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