La nostra prima pagina
Turning left

Pubblicato
5 anni fa:
Giunto a 27 anni, solitamente un giocatore dovrebbe aver raggiunto una stabilità, una maturità calcistica che gli permetta di essere al suo massimo, o quantomeno ci si aspetta che un calciatore possa aver già mostrato a tutti quanti il suo valore per intero. Talvolta, però, ci sono delle mosche bianche che ancora non hanno raggiunto il massimo del proprio potenziale e che, anzi, sembrano ancora avere delle cartucce da sparare, come se alla loro vetta mancassero ancora centinaia di metri.
Marcos Alonso è uno di questi. Il laterale spagnolo del Chelsea ha stupito tutti nel suo anno e mezzo in Premier, diventando uno degli esterni sinistri migliori al mondo (a quanto pare solo Lopetegui, CT della Roja, non si è accorto di lui), ma il classe 1990 sembra non essere ancora arrivato alla sua forma perfetta. A quanto pare, non è finita qua. Non è un numero diez, ma nel giorno del suo ventisettesimo compleanno possiamo calcare 10 tappe principali che lo hanno visto protagonista di una trasformazione lenta quanto eccezionale.
ADIOS CASA BLANCA
Nasce, cresce e si forma nella società più gloriosa di Spagna, quel Real Madrid nel quale il nonno di Marcos aveva portato a casa la prima Champions merengue, dove aveva vinto titoli e dov’è diventato leggenda. In Spagna si dice che quando hai sul tuo curriculum una formazione giovanile nel Real, difficilmente non trovi spazio nel mondo professionistico, e molto spesso in squadre di prima o seconda divisione: in effetti Marcos Alonso è visto di buon occhio dallo staff blanco, che dopo due anni nel Castilla (la squadra B) gli offre l’opportunità di andare per 5 volte in panchina con la prima squadra e addirittura di esordire a 20 anni con la camiseta più conosciuta al mondo, che all’epoca era allenata dal cileno Pellegrini. Per 1′, ma vale pur sempre come esordio.
Purtroppo per il povero Marcos, madridista di nascita e di fede totalmente blanca, l’avventura con il Real finisce proprio in quella stagione. Uno schiaffo per chi ha sempre sognato quella maglia, ma vista la concorrenza poteva essere anche prevedibile. Un ragazzone come lui, con un buon mancino e un fisico da perfezionare ma con delle ottime basi, sembra essere perfetto per la Premier. Ed infatti a chiamarlo è il Bolton, e guarda un po’ il caso, un’altra squadra in maglia bianca.
MAKING HIS BONES
Dal blanco al white. La prima avventura professionistica per Marcos Alonso è oltremanica, in un clima piovoso e freddo, ed in un campionato sicuramente meno tecnico ma più fisico ed arcigno. In poche parole, oltre al colore della maglia, c’è ben poco in comune con la sua parentesi a Madrid. Le prime due stagioni sono difficili per il laterale spagnolo, solo 9 partite in Premier con la maglia dei Trotters (però con un gol) che non gli permettono di trovare né la confidenza col campo, men che meno la continuità di rendimento; la svolta arriva però con un evento negativo per il Bolton: la retrocessione in Championship è un duro colpo per la società, ma diventa una manna dal cielo per Marcos Alonso, che in un contesto più adatto alla sua giovane età riesce finalmente ad imporsi.
30 presenze tra campionato e coppe, 4 gol segnati, e diverse volte presente nella squadra della settimana o del mese: il mancino spagnolo finalmente ha trovato quello che cercava, il giusto minutaggio e un palcoscenico valido sul quale mettersi in mostra. Esplode nell’ultimo anno di contratto, il che impedisce al Bolton di poter monetizzare tramite un’eventuale cessione, infatti ci sono diversi club europei che mettono gli occhi su Alonso, giovane terzino in rampa di lancio. E non a caso finirà in Italia, paese dove di terzini validi se ne vedono sempre meno.
MALEDETTO TATTICISMO
Eduardo Macia è un direttore sportivo spagnolo, che conosce benissimo la realtà calcistica iberica, e che soprattutto millanta un’esperienza pluriennale all’estero, tra le altre proprio in Inghilterra in un club glorioso come il Liverpool. Ad una vecchia volpe del genere non sfugge un’occasione come quella chiamata Marcos Alonso: dopo un’annata nella quale Cristian Llama non ha dato quello che a Firenze speravano, a fare il vice Pasqual arriva lo spagnolo. Montella è reduce da una stagione che ha riportato la Fiorentina in cima alla classifica, a tal punto che per poco non ha sfiorato l’ingresso in Champions. Serie A, squadra talentuosa e addirittura la chance sul palcoscenico europeo dell’Europa League: quale miglior occasione per Marcos Alonso.
Il ruolo di vice Pasqual gli sta bene addosso, il capitano viola non è più giovane e può fargli da chioccia, lasciandogli spazio nei momenti in cui necessita di rifiatare. Nonostante lo spagnolo mostri una fisicità disarmante e un mancino niente male, a livello tattico sembra ancora deficitare tanto per un campionato quale quello italiano: in sostanza, il materiale pare malleabile ma ancora c’è tanto da lavorare. In corsa sia in Coppa Italia che in Europa League, e ai piani alti della Serie A, Alonso farebbe fatica a trovare spazio, e farlo allenare e basta avrebbe poco senso.
Via un’altra volta, in prestito. Di nuovo nella piovosa Inghilterra.
SUNDERLAND, UN MONDO ANGLO-ITALIANO
Tornato in Inghilterra, stavolta in Premier, Marcos Alonso è molto più tranquillo e a suo agio: Sunderland è una piazza che sta navigando in un mare mosso, molto mosso, praticamente in tempesta. La retrocessione sembra dietro l’angolo e tutto sommato lo spagnolo non si sente causa dei pessimi risultati visti fino a quel momento, e ha voglia di contribuire al raggiungimento di una salvezza che avrebbe del miracoloso.
In panchina c’è un certo Paolo Di Canio, apprezzatissimo attaccante nel campionato di Premier e allenatore ormai d’oltremanica. Ma pur sempre italiano. L’ex West Ham e Lazio insegna la grinta e la voglia che si deve mettere su ogni pallone che scorre sui prati inglesi, ma allo stesso tempo gli offre un’infarinatura tattica che non gli farà male al suo ritorno in Italia. Prestazioni importanti per il ragazzo di Madrid, e risultati che iniziano ad arrivare in casa Sunderland. Il miracolo avviene – seppur con Gus Poyet in panchina – il Sunderland si salva e Marcos Alonso finalmente si costruisce in tutto e per tutto. Finalmente è pronto per tornare in Italia.
ROMA-FIORENTINA: MARCOS DIVENTA PADRONE
Montella riabbraccia il suo Marcos, talento che ha svezzato per sei mesi e che ha lasciato volare in Inghilterra per poter mettere in atto senza troppe pressioni quanto imparato nel suo primo periodo italiano; ma la stagione 2014-15 diventa quella della sua consacrazione in maglia viola.
Che sia 4-3-3 o 3-5-2, Alonso ha il suo posto sulla fascia sinistra, da terzino o da esterno a tutta fascia: prima diventa il titolare in campionato, quando ancora le partite di Europa League sono facilmente affrontabili anche col turnover, mentre poi si farà vedere anche in campo europeo a partire dalla fase ad eliminazione diretta. Tanta corsa, un fisico quasi da centrale difensivo e soprattutto una crescita non indifferente anche a livello tecnico; a Firenze la fazione pro-Pasqual tende a preferire ancora il capitano storico, poiché predilige il suo mancino più educato, ma se si vuol fare strada a livello europeo serve un giocatore più completo, a partire dal fisico e dal senso tattico.
Montella lo sa bene, e non a caso lo schiera titolare in ogni partita di Europa League, dai sedicesimi contro il Tottenham fino alla maledetta semifinale contro il Siviglia, che vedrà la conclusione di un percorso epico. Il punto focale della stagione di Marcos Alonso però è agli ottavi, nel match di ritorno contro la Roma: lo spagnolo è un treno instancabile, farà chissà quante volte quella fascia, ogni pallone alto che passerà dalle sue parti sarà preda delle sue incocciate di testa, e oltretutto si leverà lo sfizio di segnare il suo primo gol in maglia viola. Niente di fantasmagorico, un gol a porta vuota che nasce da un erroraccio di Skorupski, ma la grinta e la fame che si vede nella sua corsa per prendere quel pallone perso dal portiere polacco non è da tutti.
Marcos Alonso è finalmente diventato grande.
SOUSISMO Y LATERAL TOTAL
Finisce l’era Montella a Firenze. Grandi risultati, un calcio spettacolare ma purtroppo per i tifosi viola nessun titolo. Sotto la cupola del Brunelleschi arriva Paulo Sousa, giovane allenatore portoghese (ex Juve, particolare da non sottovalutare) che viene dall’avventura svizzera col Basilea. Il suo è un calcio totale, un 3-4-2-1 che muta in un 4-3-3 a seconda del possesso di palla: un modulo che vede il ruolo di Marcos Alonso come punto focale del sistema tattico. Lo spagnolo è nel pieno delle sue forze, sa che deve confermarsi sia a livello italiano che europeo, e Paulo Sousa sembra avergli cucito addosso il vestito perfetto. Spinge come un forsennato e sfrutta la sua fisicità e la sua corsa prorompente, in fase difensiva è capace anche di ricoprire il ruolo di centrale di sinistra di una difesa a 3, e soprattutto è riuscito a completare il suo percorso tecnico.
Fioccano gli assist, visto che le sue rasoiate dalla trequarti sono diventate un must negli attacchi viola – chiedere a Kalinic per credere – e anche gran parte dei calci da fermo partono dal suo mancino: alla prima giornata di campionato contro il Milan, quanti commenti e quanti mugugni ci furono quando Marcos Alonso si avvicinò a quel pallone posto al limite dell’area, leggermente spostato a sinistra. “Deve battere un destro!”, “questo non sa crossare, ora vuole battere le punizioni”, “rimani dietro che è meglio”. Poi anche queste chiacchiere si sono trasformate in boato, quando quel pallone è entrato in rete.
Sousa ha perfezionato e ha smussato i pochi angoli che Montella aveva lasciato – non per errore, ma per una questione di tempo – ed è anche per questo che il lateral total viola è finito sui taccuini di tutti i top club europei. Anche di quel Real che aveva lasciato qualche anno prima.
MULTIETHNIC BLUE LONDON
Nella sua avventura fiorentina, Sousa ha avuto spesso e volentieri modo di spazientirsi (per usare un eufemismo): il mancato appoggio sul mercato, la cessione di Savic, il mancato arrivo di un centrale difensivo per completare il reparto, ed infine la cessione di Marcos Alonso. Per quanto il portoghese sapesse che il suo laterale spagnolo fosse ormai pronto per un’avventura in un club europeo di prima fascia, non avrebbe voluto vederlo partire negli ultimi giorni di mercato dell’estate 2016. Invece in un caldo 31 agosto Alonso viene acquistato dal Chelsea del neo allenatore Antonio Conte per una cifra poco distante dai 30 milioni di euro: qualcuno a Firenze ebbe il coraggio di dire “che regalo ci hanno fatto”, per poi ricredersi vedendo prestazioni eccelse in maglia blues del buon Marcos e probabilmente aggiungendoci le discutibili qualità del suo sostituto in maglia viola. Passare da quell’Alonso a questo Maxi Olivera per molti fiorentini è tuttora un boccone difficile da mandar giù.
Anche a Londra però non fu accolto con grande scalpore l’acquisto di Alonso: un giocatore che mai ha indossato la maglia di un top club, scelto all’ultimo quasi come ripiego e soprattutto arrivato in un mercato ritenuto insoddisfacente dallo stesso allenatore del Chelsea, quell’Antonio Conte che lo aveva visto più e più volte in veste di allenatore della Juve. Invece fin dall’inizio il tecnico leccese ha difeso a spada tratta il suo esterno sinistro, che dopo un paio di giornate in panchina (più per ambientamento che per demeriti) si è preso totalmente il left-side del 3-4-2-1 blues.
Quella che sembrava una barzelletta, uno spagnolo alla corte di un italiano in Inghilterra (nella squadra di un presidente russo), stava diventando una solida realtà. Dal lieto fine.
THE LEFT KING OF LONDON
Come detto precedentemente, Marcos Alonso è diventato padrone assoluto del lato sinistro della Londra blue. Una volta trovata la quadratura del cerchio, Conte ha spostato Azpilicueta nella difesa a 3, ha inserito Moses come esterno a tutta fascia a destra, e ha dato lo scettro del regno di sinistra allo spagnolo: già a conoscenza dei ritmi del calcio inglese, il neo numero 28 del Chelsea ha iniziato con le sue solite scorribande offensive, dominando grazie ad un mix di predominio fisico, senso tattico mai così affinato (anche le istruzioni continue di un allenatore maniacale come Conte hanno aiutato), e qualità tecnica messa a servizio di talenti che sulla carta hanno molta più qualità di lui.
La fiducia dell’allenatore e la serie di risultati hanno permesso a Marcos Alonso di non uscire praticamente mai dall’undici titolare, così da diventare uno dei principali artefici del capolavoro chiamato Premier League. E finalmente anche i tifosi blues hanno iniziato ad apprezzare la forza della natura impersonificata nel numero 28.
TOTTENHAM-CHELSEA: REINANDO DESDE LA CIMA DE UNA MONTAÑA
Certificata ormai la sua entrata nell’Olimpo del calcio inglese, Marcos Alonso ha soltanto bisogno di confermare quanto fatto nell’ultima stagione: dopo 31 partite e 6 gol messi a segno (suo record personale) non è facile pensare di poter aumentare il suo livello di gioco. Eppure il biondo ispanico sta cercando di smentire tutti anche stavolta.
20 agosto 2017, Wembley, Tottenham-Chelsea. Il tempio del calcio è temporaneamente la casa degli Spurs, ed il Chelsea ha subito il compito di andare ad imporsi a domicilio della squadra che per tutto l’anno passato ha conteso il titolo agli uomini di Conte. Una partita tirata, la squadra di Pochettino sa giocare la palla e sa come dominare, quindi Conte sceglie il suo solito atteggiamento guardingo che può portare a contropiedi micidiali; ma in caso di assenza di contropiedi, è fondamentale saper sfruttare i calci piazzati. Indovinate chi è il protagonista?
Prima un calcio di punizione telecomandato nella prima frazione per aprire lo score, poi al termine del match una fucilata in contropiede sul palo di Lloris (non esente da colpe). 1-2 e tre punti in saccoccia. In modo forse provinciale, ma sono sempre tre punti. Alonso si è dimostrato capace di diventare un fattore anche nei big match, una variabile impazzita che può incidere sia in fase difensiva che in fase offensiva.
Pensate che il suo record di reti è di 6 gol. Siamo a fine dicembre ed è già a 5.
QUE SERA, SERA
L’ultimo capitolo, il decimo, di questo nostro viaggio nel mondo di Marcos Alonso è ancora una pagina da scrivere, perché, come detto, nonostante oggi abbia compiuto 27 anni, lo spagnolo è ancora nel pieno della sua crescita e sta dando mostra di come ancora possa migliorare.
Non ci resta che augurargli ancora buon compleanno, e per quanto riguarda quest’ultima pagina bianca, lasciamo a lui la penna per scrivere.
Potrebbe piacerti
-
Pecchia dopo la vittoria del Parma: “Vedere la squadra lavorare così è la cosa migliore”
-
Potter sul rinnovo di Kovacic: “È un giocatore importante, sta già parlando col club”
-
Parma-Palermo 2-1, le pagelle: Coulibaly entra e la decide, male Pigliacelli
-
Ancelotti sul Brasile: “È vero che mi vogliono, ma ho un contratto al Real”
-
Lukaku scherza con la dirigenza: “Alla fine resterò”
-
PSG e quattro big vogliono Tchouameni: la decisione del Real
Flash News
Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”
Pubblicato
5 ore fa:
Aprile 1, 2023Di
Elio Granito
Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.
Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:
“Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.
Flash News
Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

Pubblicato
5 ore fa:
Aprile 1, 2023
La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.
“Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.
Flash News
Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

Pubblicato
5 ore fa:
Aprile 1, 2023
La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.
LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.
SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.
LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”:
Flash News
Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”
Pubblicato
6 ore fa:
Aprile 1, 2023Di
Elio Granito
Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.
Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.
LE DICHIARAZIONI
PARTITA – “Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.
GAICH – “È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.
I nostri approfondimenti


Dove vedere Monza-Lazio in tv e streaming
DOVE VEDERE MONZA-LAZIO IN TV E STREAMING – Domani alle ore 15 all’U-Power Stadium si affronteranno Monza e Lazio, partita...


Serie A Back To The Future: giornata 28
Ventottesimo appuntamento con Serie A Back To The Future. Questa settimana torneremo alla magica stagione 1984/85 dell’Hellas Verona, culminata con lo Scudetto e rivivremo...


Le tappe della carriera di Mesut Ozil, il fantasista geniale e sregolato
STORIA DI MESUT OZIL – C’è chi al talento abbina dedizione e determinazione e chi preferisce affidarsi a “genio e...


Pronostico Juventus-Verona, statistiche e consigli per la partita
PRONOSTICO JUVENTUS-VERONA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Dopo gli impegni con le proprie Nazionali i giocatori sono pronti...
Giovani per il futuro


Chi è Victor Boniface, il nigeriano che fa sognare il Saint Gilloise
CHI È VICTOR BONIFACE – Victor Boniface ha trascinato fino a quarti di finale il piccolo Union Saint Gilloise. L’attaccante...


Dove vedere Italia U21-Ucraina U21 in tv e streaming
DOVE VEDERE ITALIA U21-UCRAINA U21 IN TV E STREAMING – Lunedì sera, alle ore 20.00, allo Stadio Oreste Granillo di...


Chi è Khephren Thuram: l’ultimo della “dinastia”
CHI È KHEPHREN THURAM: L’ULTIMO DELLA “DINASTIA” – Si sa, alla volte il calcio è una questione di famiglia. Di padre...


ESCLUSIVA – Paolo Ghisoni: “Il Progetto de La Giovane Italia è nato ‘per tutta colpa di Mourinho'”
GHISONI GIOVANE ITALIA MOURINHO – Abbiamo avuto il piacere di intervistare Paolo Ghisoni, CEO & Founder de La Giovane Italia,...
Esclusive


ESCLUSIVA – Claudia Garcia: “Questo Benfica non ha punti deboli, Sporting molto veloce e fisico”
Italia e Portogallo sono due paesi molto distanti territorialmente ma, in campo calcistico, nelle ultime settimane sono più vicini che...


ESCLUSIVA – A tu per tu con Nicklas Lindahl, CMO di LeoVegas: “Possiamo vincere la Champions”
ESCLUSIVA LEOVEGAS INTER – Da più di un mese – esattamente dal 4 febbraio – LeoVegas e l’Inter hanno concluso...


ESCLUSIVA – Roberto Civitarese spiega l’importanza del mental coach nel mondo del calcio
La figura del mental coach sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel mondo del calcio. La redazione di Numero Diez ha...


ESCLUSIVA – Graffiedi: “Ecco come preparerei Milan-Napoli”
ESCLUSIVA GRAFFIEDI – La nostra redazione di Numero Diez ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Mattia Graffiedi, ex attaccante...
Fantacalcio


I consigli del fantacalcio per la 28ª giornata
I CONSIGLI DEL FANTACALCIO PER LA 28ª GIORNATA – Dopo due settimane è tornato il momento sacro di ogni weekend...


Fantachicca statistica della 28ª giornata
FANTACHICCA STATISTICA 28ª GIORNATA – Se ami il fantacalcio e sei appassionato di statistiche, questa è la rubrica perfetta per...


Fanta-Obiezione della 27ª giornata: i casi Leao e Strefezza
La 27ª giornata di campionato è ormai storia. Tuttavia, in ottica fantacalcio, sono ancora tante le polemiche in merito alle...


Top e flop della 27ª giornata di Serie A
TOP E FLOP DELLA 27ª GIORNATA – Si è appena conclusa una 27ª giornata ricca di tensioni e polemiche. Continua...
Serie A


Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”
Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione...


Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”
La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai...


Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”
La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo...


Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”
Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù. Di...
Trending
-
Calcio e dintorni9 mesi fa
Manchester United, novità nel caso Greenwood
-
Flash News3 mesi fa
Stankovic chiede all’Inter il figlio Filip: la risposta dei nerazzurri
-
Flash News3 mesi fa
La Fifa prepara gli indennizzi per i Mondiali: che cifra per l’Inter
-
Flash News3 mesi fa
Inzaghi rischia di saltare la Supercoppa? Il motivo
-
Calciomercato3 mesi fa
L’Inter chiude il primo colpo di mercato: in arrivo Nezirevic
-
Calcio Internazionale3 mesi fa
Abramovich pronto a tornare? Forte l’interesse per tre club
-
Flash News4 mesi fa
La FIGC stanga Dzeko e l’Inter: il provvedimento
-
Calcio e dintorni1 anno fa
Calhanoglu e lo striscione della sud: ma cosa è successo con sua moglie?