É ufficiale: Lionel Andrés Messi non sarà più un giocatore del Barcellona. I blaugrana lo hanno comunicato attraverso una nota ufficiale, scaricando fondamentalmente la colpa su La Liga: “…a causa di ostacoli finanziari e strutturali (regolamento Liga Spagnola)“. Non ci sarà alcun rinnovo e le strade di Messi e del Barcellona si separeranno dopo 21 stagioni insieme. Capiamo meglio quali sono state tutte le motivazioni del divorzio.
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IL TENTENNAMENTO DI MESSI E IL NERVOSISMO DI LAPORTA
Secondo il Mundo Deportivo, il ruolo di Joan Laporta , è stato fondamentale nel rallentamento sul rinnovo del contratto. Il presidente del Barcellona e Messi hanno sempre avuto un accordo sulla parte economica, ma le diverse richieste sorte anche lo stesso giorno della firma, hanno indotto Laporta a fermarsi, soprattutto a causa del regolamento spagnolo.
UNA ROSA COMPETITIVA
Un’altra motivazione che ha spinto Messi a lasciare il Barça è stata la richiesta dell’argentino di avere una squadra competitiva, nonché capace di continuare a vincere trofei. I blaugrana hanno provato a esaudire le sue richieste, nonostante le precarie condizioni economiche. É arrivato Agüero, grande amico della Pulce, e Memphis Depay. Due grandi giocatori che, però, non hanno convinto pienamente Messi. Infatti, il fuoriclasse di Rosario avrebbe richiesto un innesto anche per il reparto arretrato: il nome indicato era quello di Romero.
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IL MANCATO ARRIVO DI CRISTIAN ROMERO
Il giovane difensore dell’Atalanta, fresco campione d’America proprio con l’asso argentino, era il primo obiettivo per la difesa del Barcellona. Messi lo ha chiesto esplicitamente e il suo mancato arrivo non è stato “digerito” bene da Leo. Le maggiori possibilità economiche del Tottenham sono state decisive e l’offerta degli Spurs ha nettamente superato quella dei blaugrana che, per il Mundo Deportivo, è arrivata fino a 40 milioni + 10 di bonus.
IL TETTO SALARIALE DE LA LIGA
Il maggiore ostacolo è stato appunto il tetto salariale imposto da La Liga. In sostanza, il limite del costo dei protagonisti della parte sportiva di una club è pari al reddito dello stesso. Un limite che può variare nel corso della stagione, in caso di modifiche del budget. Nel tetto salariale non devono rientrare solo gli stipendi, ma anche i compensi non monetari, diritti d’immagine, tasse, previdenza sociale, indennità, bonus collettivi, spese relative all’acquisto dei tesserati (quindi i costi degli intermediari o degli agenti) e altro ancora. Fatti che rendono il fatturato disponibile per gli ingaggi pesantemente più basso rispetto a quello reale. Questo tipo di situazione ha reso insostenibile il precedente accordo con Messi, consistente in una cifra sui 139 milioni a stagione. Il contratto avrebbe tolto così la metà della disponibilità di budget al Barcellona per il resto della rosa. Difficilmente gli altri giocatori della squadra avrebbero accettato un taglio dei loro ingaggi per un solo compagno di squadra, nonostante Messi sia più di un giocatore. Sarebbe servito un abbassamento dell’ingaggio di Leo. Questi, però, non ha accettato e la conseguenza di queste concause, tra cui la predetta, ha portato alla separazione.
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