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Tutto pronto per il Klassiker tedesco
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3 anni fa:
DER KLASSIKER

Fonte: Bundesliga.com
E’ giunta l’ora. Non è una minaccia, niente affatto. Piuttosto un avviso. Anzi, un appello rivolto ai più romantici che hanno cerchiato col loro pennarello rosso la data di oggi sul calendario. Per cosa? Per un classico, un superclassico. O meglio, der Klassiker, match più atteso dagli amanti del calcio tedesco e appassionati di tutta Europa.
Le protagoniste sono loro, le 2 compagini che per anni hanno combattuto affinchè il trono di regina di Germania fosse loro. L’ultimo anno è stato complicato, inevitabilmente anomalo, ma il fascino in alcuni casi resta. Già, perchè quando Bayern Monaco e Borussia Dortmund si sfidano su un rettangolo verde riemergono tante cose, la storia su tutte.
Questo dal momento che ad affrontarsi sono le principesse tedesche, le quali hanno l’obiettivo di conquistar la vetta a suon di goal. Più semplice, almeno finora, sembrerebbe esserlo per la squadra di Flick, quella che possiamo considerare l’attuale prima potenza mondiale del calcio, capace di esprimere un gioco di grandissimo livello, non solo in terra madre ma anche oltre i confini.
L’Allianz Arena è pronta però a ricevere la rivale giallonera, colei che affida il suo futuro a un ragazzo biondo norvegese, capace di fare cose straordinarie alla tenera età di 20 anni; leader di un gruppo che vuole far meglio di ciò espresso finora e che deve almeno riuscire ad accedere alla prossima Champions League.
Basterebbe questo per creare interesse, ma Bayern Monaco – Borussia Dortmund è molto altro.
Storia, fascino, intrecci interessanti. Il match più entusiasmante di Germania sta arrivando. Ovviamente in vesti diverse rispetto agli altri anni, ma sempre con quello spirito che lo contraddistingue. Solo una partita? Troppo banale. Bayern Borussia è un tuffo nella storia.
RIVALITA’

Fonte: Kicker.de
Lei, proprio la storia, quella che anche se triste e dolorosa non si può cancellare. Come non si può eliminare quella memorabile partita tra i 2 team più vincenti di Germania. E’ il 2 Novembre 1971 quando i nerogialli vengono letteralmente travolti dalla valanga bavarese. Non una semplice sconfitta, ma una mera umiliazione che risuonerà ancora oggi nella mente dei più anziani tifosi del BVB. 11-1 recita il tabellino al termine dei 90 minuti di gioco. Passivo pesante.
Certo, quello era il Bayern di leggende viventi come Gerd Muller, autore di 4 reti in quel match, ma anche di Franz Beckenbauer, il “kaiser“, che nonostante sia ricordato come difensore carismatico e roccioso si iscrisse alla lista dei marcatori quel giorno. E pensare che solo 5 anni prima, nel 1966, il Dortmund si era aggiudicato la Coppe delle Coppe, diventando così il primo club tedesco a vincere un trofeo continentale.
Saranno poi gli anni ’90 a far nascere la rivalità vera e propria tra i 2 club, anni in cui gli Schwarzgelben riescono a trionfare in Champions League nella stagione 1996-97, sconfiggendo la Juventus. E lo fanno proprio sul manto erboso dei bavaresi. Salire sul tetto d’Europa in casa dei propri rivali. Cosa c’è di meglio? Probabilmente diventare la pretendente al titolo e infiammare la lotta alla Bundesliga, che a cavallo tra i 2 secoli è stata spesso un’egemonia targata Bayern.

Fonte: Bundesliga.com
Ma si sa, tutto torna e il Dortmund ci mette 10 anni ad essere come quella grande squadra capace di trionfare in Europa. Questa volta niente Coppa dalle grandi orecchie, ma due campionati di fila nelle stagioni 2010-11 e 2011-12. Una corazzata come quella del Bayern Monaco non poteva di certo stare a guardare, ed ecco che nel 2013 arriva l’occasione di una vita. Non in Germania, ma a Wembley, nella finale di Champions League: sono proprio le 2 squadre tedesche ad affrontarsi tra le mura dell’olimpo del calcio inglese.
Finirà 2-1 per gli uomini di Heynckes, il quale dovrà ringraziare l’eterno Arjen Robben per un goal all’89esimo valso la vittoria nei confronti di Klopp e i suoi. Vecchie conoscenze, vecchi talenti, ormai lontani dal calcio tedesco. I protagonisti oggi sono diversi, ma il talento non si discute. In caso di dubbi chiedere ai due numeri 9 delle rispettive parti.
Ci sono un polacco e un norvegese. No, non è una barzelletta e le difese d’Europa lo sanno bene.
NUMERI 9

Fonte: Bundesliga
Chi non reputa le statistiche un attendibile biglietto da visita di un giocatore potrebbe anche aver ragione. Ma quando si hanno davanti i numeri di Robert Lewandoski ed Erling Haaland, anche il più scettico di questi dovrà ricredersi. Il polacco si presenta con cifre strabilianti: 34 centri conditi da 8 assist in 32 presenze tra tutte le competizioni. Sia chiaro, solamente nella stagione corrente – 2020-21 – dove in Bundesliga Robert viaggia a una media di 1,2 goal a partita, cercando di far meglio della stagione scorsa. Quella in cui ha vinto tutto a eccezione del riconoscimento individuale che tanto avrebbe meritato per ciò espresso in campo.
Farà meglio dei 34 goal della scorsa stagione in Bundes? Presto per dirlo, anche se i numeri promettono buone. Meno extraterrestre la media realizzativa in Champions -quest’anno ha collezionato finora 4 goal in 5 presenze– ancora lontana dai numeri da fantascienza della stagione scorsa che recita 15 goal e 6 assist in appena 10 match.
Magnifico. Se non fosse per un ragazzino norvegese che è arrivato in terra tedesca nel Gennaio 2020. Salisburgo-Dortmund, tutto così in fretta. Da una realtà all’altra, nonostante già con gli austriaci avesse assaporato l’Europa del calcio che conta, per dirla alla LadyCerci, lasciando anche il graffio (vedi Napoli) con 9 reti e 3 assist.
E fu così che il duello divenne realtà: da una parte l’esperienza, quella di un giocatore esploso proprio a Dortmund sotto la guida Klopp. Dall’altra l’ambizione di un ventenne che probabilmente non conosce nemmeno il significato della parole limite. Anche se lui stesso ammette come sul trono dei 9 ci sia ancora il “collega” polacco:
“Quell’uomo è un pazzo, veramente un pazzo. Ogni volta che faccio un goal penso di avvicinarmi a lui, ma lui poi fa una tripletta come se fosse una cosa normale”.
Il quesito sorge spontaneo: Erling invece può ritenersi normale? I numeri lasciano qualche perplessità, anche se già all’epoca si parlava un gran bene del ragazzo. Il suo pragmatismo lo induce però a farsene poco delle parole: servono i fatti ed ecco che il piatto è servito. Freddo, glaciale, com’è solito essere il ragazzone ex Molde sotto porta, tanto che i numeri testimoniano il sangue da rettile: in Germania, da Gennaio 2020 a fine stagione, mette a segno 13 reti in 15 partite, trascinando i suoi al secondo posto nonostante un divario punti importante dal Bayern. Killer instinct? Haaland ce l’ha.
10 – Erling Haaland has scored 10 Champions League goals in just seven appearances for Borussia Dortmund, the quickest a player has ever reached 10 goals for a team in the competition, breaking Roy Makaay's record with Bayern Munich (10 games, between 2003 – 2004). Machine. pic.twitter.com/quQJearNfh
— OptaJoe (@OptaJoe) February 17, 2021
Nonostante tutto, i bavaresi si laureeranno campioni con ben 13 lunghezze di vantaggio sul Dortmund. Il divario tecnico è evidente, la vittoria della Champions di Lewa&co rinforza l’idea. Ma l’inarrestabilità dei ragazzi di Flick sembra esser ancor più netta in questa stagione. Dove non ci si basa solo sul presente, ma si guarda anche al futuro. Quello è nelle mani di ragazzi su cui i riflettori della scena calcistica europea sono già puntati.
Porre sotto la lente d’ingrandimento le rose delle 2 squadre che oggi alle 18:30 scenderanno in campo è davvero impressionante. Soprattutto se si guarda ai cosiddetti predestinati. Diamanti preziosi, ancora grezzi, ma che se ben conservati potranno iniziare a brillare. Oggi in Germania, domani chi lo sa.
GOLDEN BOYS

Fonte: Contropiedeazzurro.com
Che la Germania fosse un mix di culture era noto a tutti. Ma il fatto che questa varietà di identità si riflettesse nelle rose calcistiche non era altrettanto scontato. Certo, gran parte dei baby talenti che militano oggi nelle file di Bayern e Dortmund non avevano nulla a che fare con la Germania prima di venirci in veste di calciatori- eccetto quelli tedeschi ovviamente- ma rimane comunque interessante riflettere su come talenti stranieri vedano nella Germania una rampa di lancio.
Grande merito sta nella pianificazione delle società tedesche, capaci di muoversi con largo anticipo, così da aggiudicarsi i possibili giocatori del futuro. Gli esempi più noti sono quelli di Bellingham e Giovani Reyna , rispettivamente classe 2003 e 2002, ragazzi che il Dortmund si tiene stretto. Il primo è nato oltremanica, a 20 km da Birmingham, dove ha mosso i suoi primi passi col pallone, mentre Reyna nasce negli Stati Uniti, crescendo nel settore giovanile del New York City.
Tralasciando stati e provenienze, ciò che colpisce è sicuramente la qualità di soggetti come quelli sovracitati. La lista è lunga e i Golden Boys spesso vivono proprio traBaviera e Renania. Lampante è il caso di Alphonso Davies, non più sorpresa ma una costante nella squadra di Flick, a soli 20 anni. O anche quello di Jadon Sancho, anch’egli classe 2000, cresciuto in Inghilterra tra Watford e Manchester City, colonna portante dei nerogialli.
🇪🇺 U21 Team of the Month for February pic.twitter.com/zbIEsIUQC8
— WhoScored.com (@WhoScored) March 3, 2021
Ma il ragazzo di cui recentemente si è sentito parlare con più enfasi è stato sicuramente Jamal Musiala: centrocampista offensivo che ama agire alle spalle delle punte, dotato di grande tecnica, visione e capacità d’inserimento. Già agli Ottavi di Champions League ha dato sfogo del suo talento contro la Lazio, facendo parlare di sé. Tuttavia l’attenzione mediatica è ricaduta sull’ex Chelsea per una scelta importante, quella di giocare per la nazionale tedesca. Il ragazzo aveva infatti militato nelle giovanili della nazionale inglese, dato che ha trascorso gran parte della sua adolescenza proprio in Gran Bretagna e suo padre è anglo-nigeriano. Ma pochi giorni fa le dichiarazioni tanto attese sono arrivate
“È come se avessi due cuori, uno per la Germania e uno per l’Inghilterra. Ma sento di aver fatto la scelta giusta”
Joachim Low con ogni probabilità si starà sfregando le mani, mentre Flick e Terzic hanno la testa sul match più atteso di Germania. Intanto Muller è tornato disponibile, pronto a sostenere Lewandoski insieme a Sanè e Coman,favoriti sugli etserni. Il Dortmund, reduce dalla vittoria in Coppa di Germania ai quarti sul Gladbach, dovrà tirare fuori il meglio di se, con Haaland chiamato a trascinare i suoi. Chissà però che nel girono del grande Klassiker non ci sia bisogno dei più giovani. Coraggio ne hanno, talento anche. Un classico tutto tedesco.
Fonte immagine di copertina: Forbes
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Calcio Internazionale
ULTIM’ORA – Il comunicato UEFA sulle SuperLega: i dettagli

Pubblicato
18 ore fa:
Ottobre 3, 2023
Novità molto importanti per ciò che riguarda la questione SuperLega. Attraverso un comunicato ufficiale l’UEFA ha smentito nettamente le ultime indiscrezioni che erano circolate negli ultimi giorni su un possibile progetto in corso. Di seguito riportato il comunicato:
«La UEFA non sta lavorando a nessun nuovo progetto del genere. L’opposizione della UEFA verso qualsiasi tipo di cosiddetta Superlega è ben documentata e le voci che suggeriscono qualcosa di diverso sono del tutto infondate. Attendiamo con impazienza l’introduzione del nuovo formato delle competizioni per club a partire dal 2024, che mantiene il principio secondo cui il rendimento nazionale è la chiave per la qualificazione e consentirà ai tifosi di vedere ancora più partite europee importanti. Un migliore equilibrio competitivo e una competizione aperte, dove ogni partita conta.
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Il comunicato del Liverpool per il gol annullato: “Esploreremo le possibili opzioni”
Pubblicato
2 giorni fa:
Ottobre 1, 2023
In Inghilterra si parla ancora del gravissimo errore arbitrale avvenuto durante la partita tra Tottenham e Liverpool, persa dai Reds con il punteggio di 2-1. Nel match infatti è stato annullato ingiustamente per fuorigioco un gol a Luis Diaz, con i vertici arbitrali che si sono scusati a poche ore dalla fine. Poco fa è arrivata anche la riposta del Liverpool, che attraverso un comunicato ufficiale ha annunciato l’intenzione di prendere i dovuti provvedimenti. Di seguito vi proponiamo il comunicato dei Reds.
IL COMUNICATO DEL LIVERPOOL
“Accettiamo pienamente le pressioni sotto cui lavorano gli arbitri, ma queste pressioni dovrebbero essere alleviate, e non esacerbate, dall’esistenza e dall’implementazione del VAR. È quindi insoddisfacente che non sia stato concesso tempo sufficiente per prendere la decisione corretta e che non vi sia stato un successivo intervento. Anche il fatto che tali carenze siano già state classificate come “errore umano significativo” è inaccettabile. Tutti i risultati dovrebbero essere stabiliti solo attraverso la revisione tecnologica e in piena trasparenza. Questo è vitale per l’affidabilità del processo decisionale che arriverà in futuro, in quanto si applica a tutti i club i cui insegnamenti vengono usati per apportare miglioramenti, al fine di garantire che questo tipo di situazione non possa ripetersi. Nel frattempo, esploreremo la gamma di opzioni disponibili, data la chiara necessità di escalation e risoluzione“.
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[VIDEO] Insigne, nervi tesi oltreoceano: litigio con un tifoso

Pubblicato
3 giorni fa:
Ottobre 1, 2023
La parentesi di Lorenzo Insigne in terra canadese non sta procedendo nel migliore dei modi. Il club dell’ex Napoli è ultimo in classifica, nella Estern Conference di MLS, con 22 punti raccolti in 31 partite. Solo 4 i match vinti, mentre le sconfitte sono addirittura 17. L’ultima di queste è arrivata proprio nella notte di oggi, contro il Cincinnati, primo in classifica.
Un vero e proprio testacoda, con il Toronto che è stato sovrastato, ma è riuscito a recuperare il doppio svantaggio grazie alla doppietta di Osorio. Doppietta, che, per, si è rivelata nel complesso inutile: la marcatura di Boupendza ha riportato il Cincinnati avanti. E ha costretto il TFC alla disfatta.
In tutto ciò, Insigne non era nè in campo, come invece Bernardeschi, nè in panchina. Bensì, sugli spalti dell’impianto di casa, il BMO Field. Proprio dagli spalti del BMO Field arriva un video che mostra Insigne in un rapporto non particolare con un tifoso, o una tifosa, non identificata.
#MLS – Lorenzo #Insigne, infortunato e in tribuna, litiga con un tifoso durante #TorontoCincinnati. Nel video si sente l'ex #Napoli urlare "Fuck You" e "Respect" al supporter del #Toronto, scontento del rendimento della squadra (ultima in MLS) e in particolare dell'italiano. 🇮🇹🇺🇸 https://t.co/TZRmNF8QxA
— Numero Diez (@NumeroDiez_10) October 1, 2023
Dall’audio e da un labiale non così difficile da cogliere e tradurre, si vede Insigne fare il dito medio e urlare “F*** you“. Poi girarsi e lasciare l’inquadratura. Presumibilmente, il litigio era già iniziato e nel video in questione si tratta della parte finale.
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Tacchinardi: “Juve favorita senza coppe, Inter Lautaro-dipendente”

Pubblicato
3 giorni fa:
Ottobre 1, 2023
Alessio Tacchinardi vivrà Atalanta-Juventus di quest’oggi con un sentimento particolare: il centrocampista italiano è stato un doppio ex. Ora si gode il campionato di Serie A, vedendo le sue due ex squadre duellare per un posto in Europa. Con la Champions League che per entrambe è un obbiettivo. Per la Dea più un sogno, per la Juventus, quasi un obbligo.
Intervistato alla Gazzetta dello Sport, queste le sue parole sul match in scena oggi pomeriggio al Gewiss Stadium.
LE PAROLE DI TACCHINARDI
IL PRIMO RICORDO – “Il primo Atalanta-Juventus che mi torna in mente è quello del 1994. Io avevo solo18 anni e giocavo nell’Atalanta. Disputammo una buona partita, poi tra l’81’ e l’84’ Baggio fece una doppietta. Quel giorno ho capito che esisteva il calcio di tutti e quello di Baggio“.
ASSENZA DI VLAHOVIC – “Il Vlahovic che ho visto in queste prime partite sposta gli equilibri: penso che la Juventus ci perda con la sua assenza. Ma la Juventus ha anche Chiesa, che è pronto per caricarsi la squadra sulle spalle. Non mi sembra che patisca le pressioni“.
CHIESA – “Chiesa ha bisogno di un riferimento per esaltarsi: senza Vlahovic e Milik, Kean deve dargli una mano. Lui può fare la differenza, come sempre. Però è tutta la Juve che dovrà dimostrare di quale pasta è fatta“.
APPROCCIO – “Se i bianconeri si sporcano le mani, un po’ come faceva quando c’ero io, e superano i prossimi due ostacoli, Atalanta e Torino, lanciano un bel segnale al campionato. Io sono convinto che il Sassuolo sia stato un incidente di percorso, la vera Juve è quella con il sangue agli occhi del primo tempo di Udine. Dovrà giocare così anche contro l’Atalanta, ancora imbattuta in casa“.
LE PAROLE DI PIOLI – “Pioli mi è sembrato sincero, io la penso come lui. Senza coppe europee, soprattutto se le italiane dovessero superare i gironi, la Juventus potrebbe avere un netto vantaggio per lo sprint finale. L’Inter è molto forte in difesa e a centrocampo, ma in attacco si è indebolita rispetto allo scorso anno. È Lautaro-dipendente. Il Milan è un’ottima squadra, però non la vedo superiore alla Juventus. Il Napoli ha un top player della difesa come Kim e dipende molto da Osimhen: i campioni possono rinforzano o indeboliscono una squadra“.
DE KETELAERE – “Sono stato undici anni alla Juve e ho visto tanti ottimi giocatori altrove, che non si sono confermati con la maglia bianconera. Giocare nella Juventus, con il massimo rispetto per le altre, è un’altra cosa. Non credo che Pioli sia pazzo, forse De Ketelaere aveva bisogno di un ambiente diverso. Nell’Atalanta sei sicuramente più protetto che al Milan. Mi auguro che con Gasperini, diventi un fenomeno, ma per me non lo è ancora“.
KOOPMEINERS – “Io ho un debole per Koopmeiners: è solido, duttile e segna in tanti modi. È perfetto per Gasperini, ma lo sarebbe anche per Allegri. Adesso sento parlare di Hojbjerg per la Juve: il danese per la mediana o Berardi per l’attacco sarebbero rinforzi da scudetto”
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