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Un amore mai sbocciato

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Un amore mai sbocciato

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Correva l’estate 2016 e Paul Pogba, dopo ben quattro stagioni passate ad indossare la casacca juventina, decide di far ritorno a Manchester, sponda United. La Juventus dopo averlo prelevato a parametro zero nel 2012, lo rivende per una cifra vicina ai 105 milioni di euro. Un’operazione magistrale da parte del duo Marotta-Paratici che in soli quattro anni porta alla società torinese la più grande plusvalenza della storia. A Manchester il talento francese approderà alla corte dello Special One, José Mourinho. Con l’allenatore portoghese, in queste ultime due stagioni, Paul non riuscirà mai a consacrarsi definitivamente come uno dei 4/5 migliori centrocampisti al mondo. La colpa di ciò può essere sicuramente attribuita alla condizione di mediocrità nella quale dilaga il Manchester  United. Ancora di più, però, può essere attribuita al rapporto non congeniale fra Pogba e Mourinho, due personalità assai forti che mai riusciranno ad anteporre il successo di squadra al successo personale.

NATURA TATTICA

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La diatriba fra i due nasce già la prima stagione. L’origine di tutto fu la posizione in campo che l’allenatore portoghese faceva ricoprire a Paul. Secondo Mourinho, Pogba possedeva le caratteristiche tecniche per essere un mediano. Mediano in grado di recuperare palloni, andare in pressing sugli avversari cercando di stanare sul nascere l’azione offensiva avversaria. Alla Juventus, il talento francese non aveva mai svolto quel compito. Sia Antonio Conte che Massimiliano Allegri lo avevano utilizzato come una mezzala, a tratti anche come un trequartista o come un regista. Ruoli più consoni alla natura del giocatore trans-alpino. Seppur ottimo in fase di ripiegamento, essendo dotato di una rilevante forza fisica, Paul è assai decisivo palla al piede. Essendo molto forte nel dribbling ed avendo una gran botta da fuori, il ruolo del mediano è sin troppo limitante per lui. Durante quella stagione presumibilmente Mourinho si rese conto dell’errore effettuato, tanto che nella sessione estiva di mercato successiva, andò a prelevare dal Chelsea Nemanja Matic. Il giocatore serbo, a differenza di Pogba, presenta qualità tecniche molto più consone per il ruolo del mediano.

IL PROCURATORE

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Altro grosso ostacolo fra Mourinho e Pogba è rappresentato dal procuratore del giocatore, ossia Mino Raiola. Oramai è di dominio pubblico come il procuratore italo-olandese gestisca i propri curati. Egli cerca sempre il minimo spiraglio per far cambiare squadra al proprio assistito, guadagnando così commissioni sulle cessioni assai elevate. Un esempio di tutto ciò risiede nel passaggio dello stesso Pogba dalla Juventus allo United. Il procuratore riuscì ad intascarsi una commissione di poco inferiore ai 50 milioni . Cifra monstre e spropositata per il suo operato. Inoltre sono all’ordine del giorno le sue continue dichiarazioni secondo le quali Pogba viva male a Manchester, non si trova a suo agio. Negli ultimi giorni ha pubblicato nel suo profilo Twitter risposte avvelenate a Scholes che imputava al giocatore francese una mancanza di personalità. Il procuratore ha replicato dicendo che l’ex United attaccava il suo curato soltanto per non essere dimenticato, continuando sottolineando che non riconoscerebbe un uomo pieno di personalità neanche se dinanzi a sé avesse Winston Churchill. Solite provocazioni che trovano il tempo che trovano ma che, aggiunte a tutte quelle successe in queste due anni, continuano ad alimentare il clima teso che si vive in casa United.

RENDIMENTO

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A supporto della tensione fra società e Pogba c’è, anche, il rendimento non eccelso in queste ultime due stagioni del giocatore. Con la maglia dei diavoli rossi Paul è riuscito solamente a siglare 17 reti e 18 assist in 97 presenze. Numeri che, seppur ottimi, non ripagano le aspettative che si hanno su tale giocatore. Nella sola stagione 2015/2016, con la divisa della Juventus, il calciatore era riuscito a segnare ben 10 reti e a compiere 16 assist. Numeri notevoli che non riuscirà a replicare più in Inghilterra. Quando fu acquistato, si parlava di un giocatore che in 2/3 avrebbe concorso per la vittoria del Pallone d’oro o per essere comunque ritenuto uno dei centrocampisti più forti al mondo. Purtroppo, ad oggi, la realtà non dimostra ciò. Pogba appare sempre più come un giocatore viziato, cullato. Probabile anche che la situazione del Manchester United, non in grado di combattere per la vittoria dei tornei nei quali partecipi, possa rendere più difficoltoso il definitivo salto di qualità del giocatore proveniente da Lagny sur Marne. Può anche darsi che sia il suo allenatore che gli stia tappando le ali anche se ciò appare non del tutto vero. Mourinho negli ultimi anni ha assecondato le richieste del giocatore, arrivando addirittura ad affidargli questa stagione la fascia da capitano e cercando di smorzare le tensioni a più riprese.

ULTIMO FATTO

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Nell’ultima settimana c’è da registrare l’ennesimo scontro tra queste due forti personalità. A seguito della prima partita ufficiale della stagione contro il Leicester, finita 2-1 per il Manchester, Mourinho si presenta alle telecamere. Elogia la prestazione di Pogba, autore anche di un gol su rigore e sottolinea il fatto che abbia giocato con la fascia da capitano sul braccio. Pogba, quando si presenta all’intervista post-partita però, incalzato da un giornalista riguardo il suo differente rendimento fra Francia e United, replica dicendo che si può dare il massimo solo in un ambiente nel quale il giocatore è tranquillo e stimolato. Pare che questo evento abbia, giustamente, mandato su tutte le furie l’allenatore lusitano che, durante un faccia a faccia pesante con il giocatore gli abbia sottolineato come fosse libero di andarsene se volesse. Il calciatore ha risposto dicendo che per le questioni di mercato l’allenatore dovesse rivolgersi al suo procuratore, Mino Raiola.

Sembra sempre di più come i due siano oramai sul punto di una rottura totale. Purtroppo sono due personalità eccessivamente forti, non in grado di conciliarsi fra di essi. La società sta dalla parte dell’allenatore e l’opinione pubblica anche. Pogba si ritrova praticamente contro tutti, ecco perché l’ipotesi migliore potrebbe essere quella di lasciare il club. In questa sessione di mercato pare che il Barcellona voglia fortemente il giocatore francese.

Adesso sta a lui decidere se cercare fortuna altrove, oppure rispondere alle critiche dimostrando a tutti il fenomeno che è.

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Tardelli: “I calciatori devono essere esempi di educazione. Vi dico la mia sulla questione Acerbi-Juan Jesus”

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Francesco Acerbi, calciatore dell'Inter - Serie A, Coppa Italia

La partita che ha chiuso la scorsa giornata di Serie A ha lasciato aperto un tema che ha tenuto banco per tutto l’arco della sosta per gli impegni delle Nazionali. Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi si sarebbe rivolto al centrale del Napoli Juan Jesus con un insulto razzista, ma, in mancanza di una prova certa, l’ex Lazio è stato assolto dal Giudice Sportivo.

Marco Tardelli ha rilasciato una breve intervista per il Corriere dello Sport in cui si è soffermato sul caso di razzismo che ha coinvolto il difensore Francesco Acerbi e Juan Jesus. Di seguito le sue parole:

I CALCIATORI COME ESEMPIO – “I calciatori sono sotto i riflettori e dovrebbero essere esempi di educazione, quante volte lo sentiamo ripetere? Basterebbe avere la forza di dire ‘ho sbagliato’ e non ‘sciacquatevi la bocca’ come ho letto sui social”.

ACERBI – “Diciamo che nell’ultimo periodo sono state emesse delle condanne particolari da parte della giustizia sportiva. Sinceramente, credo che Acerbi abbia commesso una sciocchezza perché è un bravo ragazzo e un professionista serio. Ma penso anche che una sciocchezza più grande l’abbia commessa chi l’ha giudicato. Però è solo una mia idea”.

JUAN JESUS – “Juan Jesus aveva sistemato tutto, perdonando Acerbi già in campo. Lui è il vero vincitore”.

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Flash News

I rinnovi di Zaccagni e Felipe Anderson: cosa cambia in casa Lazio con l’arrivo di Tudor

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Mattia Zaccagni, calciatore della Lazio e della Nazionale italiana (Italia) - Serie A

Con l’avvicendamento in panchina di Tudor, per la Lazio si configura un futuro in cui le certezze dell’era Sarri potrebbero iniziare a vacillare. Si parla soprattutto di due giocatori: Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Soprattutto nella passata stagione, culminata con il secondo posto in classifica, i due esterni rappresentavano delle pedine fondamentali per il gioco di Sarri, ma con Tudor tutto ciò potrebbe cambiare. Negli ultimi mesi le trattative per i prolungamenti di contratto si sono fermate per entrambi. Con il nuovo tecnico la situazione potrebbe cambiare. Resta da capire in quale direzione.

COME CAMBIA LA LAZIO CON TUDOR

Per tutta la gestione Sarri, il modulo utilizzato è stato il 4-3-3 tanto caro al tecnico toscano. Come riporta Il Messaggero, con Tudor però, già dal prossimo turno, la Lazio potrebbe giocare con il 3-4-2-1 con Zacccagni e Anderson che potrebbero risentire di questo cambiamento. Il primo ha già giocato in questo sistema di gioco e potrebbe subire meno questo cambiamento, mentre il brasiliano farà sicuramente più fatica ad adattarsi.

LA SITUAZIONE RINNOVI

Felipe Anderson percepisce 2.2 milioni di euro ma vorrebbe tornare ai 3.5 dei tempi del West Ham. Sembra che i primi contatti siano già stati avviati, ma la trattiva è ancora molto acerba. La Lazio per il momento non sembra volersi spingere oltre ai 3 milioni, bonus compresi. Con il contratto in scadenza a giugno 2024 il tempo inizia a diventare un fattore determinante e non è così certo che le due parti trovino una soluzione. Discorso leggermente diverso per Zaccagni: anche lui vorrebbe un adeguamento del contratto, da 1.8 milioni che guadagna adesso, vorrebbe passare a 3 più bonus. La Lazio sembra essere disposta ad arrivare a stento a 3, con i premi inclusi. Il giocatore italiano ha ancora un anno di contratto quindi la Lazio si occuperà di lui dopo aver parlato con Felipe Anderson. Su Zaccagni però c’è un forte interesse da parte della Juventus quindi anche in questo caso la situazione è tutt’altro che di facile gestione. Vedremo se il futuro dei due calciatori potrebbe essere ancora in biancoceleste, anche grazie all’arrivo e alla possibile cura Tudor.

 

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Il rammarico di Cannavaro: “Avrei allenato il Napoli anche gratis”

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Cannavaro

Fabio Cannavaro, intervistato da Sportitalia, ha parlato del suo amore per il Napoli, squadra che allenerebbe anche gratis. Il campione del Mondo del 2006 era stato visto vicino a De Laurentiis in occasione di Napoli-Empoli, ultima gara di Garcia sulla panchina del Napoli, ma fu solo un caso. Per Cannavaro non essere ancora riuscito a sedersi sulla panchina degli azzurri rappresenta un grande rammarico. Nel corso dell’intervista l’ex giocatore della Juventus, ha parlato anche della sua esperienza in Cina e della stagione del Napoli.

LE PAROLE DI CANNAVARO

POST GARCIA – “Avrei allenato il Napoli anche gratis: è il sogno di tutti gli allenatori. Credo che non centri l’esperienza nell’assenza del mio nome tra i 50 candidati vagliati da De Laurentiis per la panchina del Napoli per il dopo Garcia”.

ESPERIENZA IN CINA – “Tante persone non rispettano l’esperienza che ho fatto in Cina. Ma io sono un allenatore e voglio allenare. Ancora oggi dopo due anni dal mio rientro in Italia continuo a studiare ed aggiornarmi perché so che questo é quello che voglio fare”.

SULLA STAGIONE DEL NAPOLI – “Il problema di quest’anno é che sono stati cambiati troppi tecnici e i giocatori hanno dovuto assimilare troppi concetti diversi tra loro. Ci sta che si vada in confusione. Con l’Atalanta é l’ultima occasione Champions”.

 

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Fiorentina in cerca di un allenatore: idea De Rossi

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In foto: Daniele De Rossi, allenatore della Roma.

L’estate è sempre caratterizzata da grandi movimenti sul calciomercato, colpi di scena e acquisti da capogiro. Quest’anno però l’impressione è che non saranno coinvolti solamente i giocatori, ma gli spostamenti degli allenatori si prenderanno un grande spazio. Molti tecnici sono in bilico e altri sono richiesti da molti. Poi ci sono coloro che sono senza un’occupazione al momento, ma che hanno tanta voglia di ritornare in carreggiata.

La Lazio ha anticipato tutti e, dopo l’addio di Maurizio Sarri, ha scelto di affidare la squadra a Igor Tudor. L’ex Marsiglia ed Hellas Verona era richiesto da alcune squadre, soprattutto la Juventus, che non ha mai nascosto il suo interesse. Il tecnico croato è però legato ora ai colori biancocelesti e ha rinunciato di partecipare al valzer delle panchine dell’estate. Dall’altra parte di Roma però, è da monitorare la situazione che riguarda Daniele De Rossi, che, se dovesse lasciare la Lupa, potrebbe avere già una proposta.

LA FIORENTINA SU DE ROSSI

Come riporta il Corriere dello Sport, Daniele De Rossi vorrebbe continuare con la Roma anche nella prossima stagione e la sua priorità è quella. I risultati gli danno ragione fino a questo momento e, anche grazie a lui, i giallorossi sono ancora in corsa per un posto ambizioso in Europa e per l’Europa League. Tuttavia la scelta finale spetta ai Friedkin e, se l’ex numero 16 dovesse andarsene, la Fiorentina si sarebbe messa alla finestra.

Il club viola è infatti alla ricerca di un nuovo allenatore, data la quasi certa partenza di Vincenzo Italiano, richiesto da alcune squadre, più di tutte Napoli e Milan. L’idea dell’ultima ora sarebbe stata dunque Daniele De Rossi, che sta ben figurando con la Roma.

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