La notizia, improvvisa, che sta colorando con tinte curiose questi giorni di feste sfrenate è l’imminente arrivo di Sandro al Benevento. Un fulmine che ha squarciato la relativa calma, rassegnata, della stagione dei campani. La trattativa interessa, perché ha tutti gli ingredienti di un mix insolito: un giocatore dal passato glorioso ma sparito dai radar, una squadra alla deriva e povera di campioni, un tempismo che ha colto tutti di sorpresa. Possiamo dunque dire che Sandro al Benevento apre col botto la sessione di mercato che verrà, ma quanto senso ha realmente questa operazione?
PERPLESSITÀ
Al di là dell’effetto scenico, sicuramente considerevole, il colpo Sandro lascia parecchie perplessità. C’è da dire che il Benevento è ormai spacciato e che forse solo un miracolo potrebbe salvarlo, ma il centrocampista brasiliano, al di là della sua presunta caratura, appare come uno dei nomi meno probabili per provarci. Si grida al colpaccio, ma solo perché ci si ferma alle apparenze. Perché dietro al Tottenham, dietro alle presenze col Brasile e all’interessamento di top club come il Real, ci sono 4 anni di black-out. Dall’addio agli Spurs, nell’estate 2014, la carriera di Sandro è stata un lento declino. Qpr, West Bromwich e addirittura l’Antalyaspor: Sandro è uscito gradualmente dai radar.
Ecco perché Sandro non è un nome adatto. Al Benevento serve gente pronta, in grado di dare subito una sterzata, gente che conosce il campionato. Il brasiliano non solo non conosce la Serie A, ma deve anche ritrovare uno stato di forma ottimale. Difficile farlo in soli 6 mesi, in una squadra in cui sarà chiamato ad essere un trascinatore. Il colpo Sandro fa clamore sì, ma andiamo oltre il nome e riflettiamo. Serve davvero un giocatore del genere al Benevento?

RISVOLTI TATTICI
Dal punto di vista tattico c’è ben poco da discutere: Sandro farebbe il titolare indiscusso. Anche senza una forma fisica ottima, forse anche semplicemente accettabile, il brasiliano sarebbe nettamente superiore ai compagni di reparto. Ma, come s’inserirebbe nello scacchiere tattico di De Zerbi? L’allenatore dei campani adotta un 4-3-3, per cui l’ex Tottenham dovrebbe fare il vertice basso o la mezzala. Senza una condizione fisica buona il secondo ruolo pare molto complesso da reggere, mentre per coprire il primo ha bisogno di essere ben integrato nella squadra, in quanto ne costituirebbe il cuore. Dunque Sandro dovrebbe o calarsi immediatamente nel cuore della squadra campana oppure guadagnare subito una forma ottimale.
Difficile dire quale delle due opzioni sia più complicata.
Il rischio dunque è di trovarsi con un giocatore che deve giocare per forza, vista la sua caratura nettamente superiore, ma che potrebbe risultare un pesce fuor d’acqua. Certamente Sandro potrebbe stupire tutti arrivando con una condizione già buona e magari riuscendo subito ad integrarsi nella squadra. In questo caso saremmo felicissimi di essere smentiti, perché vedremmo un ottimo giocatore nel nostro campionato e ci sarebbe qualche speranza in più per il Benevento. Ma ad oggi la logica purtroppo dice tutt’altro.
Inoltre c’è anche da capire quanto Sandro sia disposto a sacrificarsi per farsi trovare già pronto. Se infatti Sandro ha poco senso per il Benevento, è vero anche il contrario: il Benevento ha poco senso per Sandro. Un giocatore finito ai margini del mondo sportivo cerca solitamente rilancio e la piazza campana sembra la meno adatta per farlo. Fallimento annunciato, retrocessione scritta, squadra alla deriva: tutti ingredienti certamente non favorevoli. Il brasiliano avrebbe potuto scegliere un’altra squadra se avesse avuto la voglia di rilanciarsi, anche già una che quantomeno può aspirare alla salvezza. Ma non l’ha fatto. Dubbi, molti dubbi.

GIUDIZIO FINALE
Dunque, domanda delle domande: serve Sandro al Benevento? Probabilmente no, forse serviva altro ma, a dispetto di molte cose dette sopra, l’operazione può avere una sua logica. No, non soffro di disturbi di sdoppiamento dell’identità. Ritengo ancora che il colpo Sandro lasci alcune perplessità ma, alla fine, cosa importa? Per una squadra che pare ormai irrimediabilmente condannata, che si trova a fine dicembre con un solo punto conquistato, per di più in modo a dir poco rocambolesco, il rischio è accettabile. Poco importa se Sandro steccherà, se arriverà bollito o se svernerà semplicemente a Benevento. Nelle condizioni dei giallorossi, il gioco vale la candela, per cui ben venga Sandro.
Ben venga Sandro anche per una questione di immagine. I tifosi almeno ricorderanno un giocatore di alto profilo, la maglia del brasiliano resterà a suo modo nella storia del club. Alla fine, in una situazione del genere, l’immagine è forse tutto ciò che resta. Piccole consolazioni in una stagione terribile, maschere di leggerezza che nascondono una delusione profonda. L’immagine è ciò che prova a salvare una situazione che, se analizzata lucidamente e con disincanto, si rivela vergognosa.
Quindi, in sostanza, il colpo Sandro è approvato, anche solo per dare un po’ di leggerezza a tifosi che quest’anno non sanno davvero più a cosa appellarsi. Uno dei primi colpi di questo mercato sta per arrivare ed è a suo modo speciale e insolito, come lo è in generale la stagione del Benevento. Un colpo pazzo, come pazzo è stato il gol di Brignoli, come pazza è la stagione di una squadra che dopo 18 partite si trova a solo un punto. Ma la pazzia è leggerezza e bisogna leggerla per forza così se non si vuole affogarcisi dentro.