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Una grande occasione

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Una grande occasione

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Prima di me hanno vinto sei scudetti e giocato due finali di Champions, sono nel club più titolato d’Italia ed è normale che un giovane debba apprendere, crescere, imparare

Federico Bernardeschi non ci sta mettendo tanto ad imparare il DNA Juventus secondo cui vincere è l’unica cosa che conta.

La squadra bianconera sabato scorso a Cagliari ha dovuto affrontare un match che si è fatto sempre più complicato. I sardi hanno fatto una partita maschia concedendo poco ai Campioni d’Italia. Al minuto 73 il risultato era ancora sullo zero a zero ma la Vecchia Signora non poteva permettersi di perdere punti alla Sardegna Arena. Poco dopo Douglas Costa si mangia due avversari in dribbling, mette in mezzo dove uno juventino si inserisce e insacca in rete. Colui è proprio Federico Bernardeschi.

Bernardeschi esulta dopo aver segnato il gol decisivo a Cagliari

Il suo è un gol che decide un match divenuto difficile da sbloccare, per questo acquisisce un valore notevole. E’ una rete importante anche dal punto di vista morale perchè non fa altro che dare fiducia al carrarese. Lo stesso che ha in mano una grande occasione. Complice, infatti, l’infortunio che costringerà Dybala a stare ai box per più di un mese l’ex Fiorentina potrà giocare di più.

L’APPRENDISTATO PROSEGUE BENE

Già prima della prova di Cagliari il percorso di crescita dell’esterno offensivo italiano era a buon punto. Il giocatore ha fatto il suo esordio con la maglia bianconera nella finale di Supercoppa contro la Lazio. In seguito ha fatto delle comparse sia in campionato che in Champions League ma per il debutto da titolare ha dovuto attendere il primo ottobre. Un giorno speciale perchè in Atalanta-Juventus ha segnato il suo primo gol con il nuovo club.

Non si è fermato perchè alla sua seconda presenza dal primo minuto – contro la Spal – è arrivata un’ altra rete. Massimiliano Allegri ha visto i suoi progressi e gli ha dato sempre più fiducia. Il mese di dicembre, in cui il 23enne ha visto molto volte il campo, lo ha iniziato con un gol in Champions dopo appena 5′ dal suo ingresso.

Il passaggio al 4-3-3 lo ha aiutato

Avendo avuto la possibilità di giocare sempre di più da inizio stagione il numero 33 ha mostrato dei miglioramenti. In questo senso lo ha aiutato tanto il cambio di modulo operato dall’allenatore che ha virato su un 4-3-3 ibrido. Tale schema tattico è a lui più congeniale perchè gli permette di avere meno compiti difensivi di prima. In fase di ripiegamento, in effetti, l’ex viola ha mostrato dei limiti apparsi evidenti a Bergamo.

Sul Papu Gomez in un caso non deve far fallo e in un altro avrebbe dovuto accorciare prima e con più rabbia per non farlo crossare. Alla Juventus ogni palla è importante (intervista di Allegri a Tuttosport – 9 ottobre 2017)

Il nuovo sistema scelto dal livornese, dunque, ha permesso di nascondere questi problemi e i risultati sono stati confortanti. Quando Berna è stato prettamente in proiezione offensiva i numeri sono stati rilevanti. Nell’ottavo di Coppa Italia contro il Genoa ha avuto l’occasione di giocare molto tempo nel 4-3-3. Negli 86 minuti giocati ha collezionato sei dribbling riusciti su nove, vinto dodici 1 vs 1 su diciannove, fatto 3 key pass e completato con esito positivo otto lanci su otto. Insomma, quando deve arretrare meno ha l’opportunità di essere un valore aggiunto in attacco puntando e saltando il suo diretto avversario.

IL DILEMMA DEL RUOLO

Allegri, dopo l’infortunio di Paulo Dybala, ha mandato in campo Douglas Costa schierato esterno destro nei quattro di centrocampo. A sua volta Federico Bernardeschi, prima largo, è stato spostato dietro Higuain, posto occupato precedentemente dalla Joya. Un ruolo atipico per il classe ’94 che in bianconero aveva ricoperto solo un’altra volta.

Sampdoria-Juventus del 19 novembre. Il mister di Madame sceglie di tenere in panchina Dybala per le “fatiche” dovute alla Nazionale. Al posto dell’argentino, dietro Higuain nel 4-2-3-1, viene inserito l’ex Fiorentina. La sua gara dura 62 minuti e la prova è la peggiore da quando veste la maglia della Juventus. Ci sta il discorso della prima volta in nuovo ruolo, dove, però, il giocatore ha dimostrato di non sentirsi a suo agio.

Bernardeschi ha perso ben 19 palloni e si è spesso allargato a destra compiendo giocate con Cuadrado piuttosto prevedibili. Proprio questa tendenza a spostarsi sulla fascia fa pensare che il calciatore crede che possa dare il meglio di sè lì.

Sabato scorso, più di un mese e mezzo dopo, è stato riproposto da trequartista per 29 minuti. A parte la rete, non ha sfigurato abbassandosi e dialogando discretamente bene con Pjanic, nonostante il pressing avversario.

Non sono mancati anche i classici movimenti sulla fascia destra, dove ha provato un paio di volte a sovrapporsi al brasiliano.

Il dilemma è chiaro: Brunelleschi è in grado di sostituire al meglio Dybala oppure no? Un discorso particolarmente interessante in vista delle prossime partite che attende la Vecchia Signora dopo la sosta. L’italiano è l’unico del reparto offensivo, in assenza del diez bianconero, in grado di occupare quella importante posizione. Cuadrado e Douglas Costa fanno la differenza esclusivamente sulle corsie laterali e Mandzukic è già adattato sulla fascia.

Passaggio di consegne tra Dybala e Bernardeschi per un mese?

Il problema sorgerebbe se l’ex beniamino della Fiesole non fosse ritenuto pronto per fare il trequartista. In tal caso Allegri dovrebbe studiare un piano alternativo importante essendoci la possibilità che Dybala non giochi neanche l’andata con il Tottenham.

Allo stesso tempo l’occasione per Bernardeschi è talmente grande che prevederebbe una risoluzione positiva del dilemma. Perchè alla fine è solo una questione di apprendimento e lui sotto questo punto di vista ha già dimostrato di saperci fare.

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La Flop XI della Serie A 22/23 votata da Numero Diez!

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La lunghissima stagione di Serie A 2022/23, iniziata nella metà metà di agosto e conclusa il 3 giugno, è finalmente giunta al termine. Spaccata in due dal mondiale in Qatar, tra novembre e dicembre, questo campionato ha incornato il Napoli. Decisamente tante, invece, le delusioni viste. Resta solo l’ultimo verdetto: quello che proverrà da domenica prossima, quando si giocherà lo spareggio salvezza tra Verona e Spezia. La nostra redazione si è occupata di votare la Flop XI della Serie A appena trascorsa, la mostreremo di seguito seguendo il modulo classico del 4-3-3.

TITOLARI

Portiere – LUIS MAXIMIANO: se Ivan Provedel è stato eletto miglior portiere di questa Serie A, il rovescio della medaglie riguarda il portiere che, almeno sulla carta, è sbarcato nella Capitale per essere il titolare. La stagione del portoghese è durata appena 6′: il tempo di farsi cogliere in flagrante bloccando la palla con le mani fuori dall’area di rigore. Rosso diretto, tunnel degli spogliatoi dello Stadio Olimpico e nessun’altra presenza nel massimo campionato.

Terzino destro- SERGINHO DEST: il terzino statunitense ha vestito la maglia del Milan con le prospettive di dar seguito a quanto di buono si diceva su di lui. Cresciuto nell’Ajax come uno dei craque della prossima nazionale a stelle e strisce, poi trasferitosi in Catalogna per vestire la maglia del Barcellona, le prospettive di un giocatore in grado di spaccare in due il campionato c’erano tutte. A 22 anni e con maggiore esperienza europea, il Milan sembrava la squadra perfetta per lui. Soprattutto perchè la sua indole offensiva e la sua polivalenza sulle due fasi lo rendeva un ottimo profilo sia per giocare come terzino, che per muoversi da ala. In totale scenderà in campo appena 8 volte, senza neanche toccare quota 330′ minuti giocati e senza lasciare la firma in nessuna gara.

Difensore centrale – MILAN SKRINIAR: pesa e non poco la situazione legata al mercato e al mancato rinnovo con l’Inter. Nella prima parte di stagione alterna ottime partite a prestazione decisamente sottotono. Non sembra il difensore che si è visto negli scorsi anni, sia per efficacia, che per concentrazione nelle varie gare. Se il derby di andata, in cui ha sofferto per tutto il tempo le accellerate di Leao, sembrava il punto più basso, peggio ancora ha fatto il 23 gennaio, in Inter-Empoli: due gialli in poco più di 15′ e squadra lasciata in 10 uomini per un’ora, nella sconfitta contro i toscani. Rientra per il derby di campionato, vinto 1-0, e scende in campo nella grigia trasferta di Genova contro la Sampdoria. Poi, il vuoto. Termina la stagione tra infermeria e panchina, guardando un ottimo Darmian prendere il suo posto e accumulando solo 21 gettoni stagionali.

Difensore centrale – LEONARDO BONUCCI: nell’estate in cui De Ligt e Chiellini hanno salutato la casacca bianconera e in cui il pacchetto di difensori centrali era in emergenza, lui sarebbe dovuto essere il faro al quale aggrapparsi. Invece la sua stagione ha vissuto di pochissime luci e tantissime ombre: Bremer, neoarrivato bisognoso di un tutor, lo ha trovato in un Danilo ben più affidabile. Gatti lo ha rapidamentie scavalcato nelle gerarchie, così come Alex Sandro, spesso utilizzato da braccetto nella difesa a 3. Per Bonucci solo 16 gettoni, di cui 9 da titolare su 38 disponibili. Riesce, però, a trovare anche una rete in questa stagione.

Terzino sinistro – ROBIN GOSENS: dopo uno scudetto sfumato e l’addio del miglior Ivan Perisic visto a Milano, i tifosi neroazzurri guardavano a Gosens come all’ancora di salvezza per la nuova stagione. Il tedesco, acquistato a gennaio dello scorso anno, sembra aver recuperato del tutto dall’infortunio e può tornare ad essere quel terzino che faceva timore all’Europa intera con la maglia dell’Atalanta. Tra infortuni e poco spazio, però, il tedesco non ha rispettato le attese. Decisamente meglio Dimarco, che lo ha costretto a tanta panchina e a solo 11 gare da titolare, sulle 32 totali disputate. I numeri, comunque, non mancano: 3 reti e 2 assist. Ma da lui ci si aspettava sicuramente di più.

Mezz’ala destra – PAUL POGBA: indubbiamente se si cerca la parola “flop” sul dizionario di questa Serie A, non può mancare la sua foto. Arrivato a parametro zero, tra la gioia e il gaudio di tutto l’universo Juventus. Di fatto, invece, il suo apporto sarà pari a zero. Solo 6 partite disputate, una sola da titolare, terminata con uno dei tantissimi infortuni di quest’anno. Si fa molta fatica a descrivere la stagione di uno dei giocatori che, lo scorso agosto, era dato tra i candidati alla Top XI.

Mediano- LEANDRO PAREDES: il suo compito era quello di portare all’interno della mediana bianconera garra ed esperienza e, magari, essere un buon esempio per la crescita di giocatori più giovani come Fagioli e Miretti. Il suo impatto, invece, sarà esattamente il contrario. I due italiani lo superano nelle gerarchie e di lui si evidenziano soprattutto i passaggi a vuoto. Stagione ampiamente sotto la sufficienza, con 6 gialli e 1 rosso e con 8 partite dal 1′ a fronte delle 25 totali.

Mezz’ala sinistra – GEORGINO WIJNALDUM: pesa molto, forse troppo, il suo infortunio ad inizio stagione. Nel 2022, praticamente, non scende mai in campo. Arriva a calcare il prato dell’Olimpico con frequenza solo da fine febbraio in poi, riuscendo a siglare ben due reti contro Sassuolo e Sampdoria. Una stagione in salita, ma francamente inadatta per quelle che erano le aspettative su di lui.

Ala destra- CHARLES DE KETELAERE: inutile girarci attorno, impossibile non pensare a lui tra i flop di questa stagione. Sbarcato a Milano con tanta, sicuramente troppa prressione addosso per un semplice 2001, il belga non rispetterà mai le aspettative. Il buon ritiro prestagionale impatta ancora di più su un giocatore che raccoglie in totale solo 1 assist in 32 partite giocate. Tantissime le dimostrazioni di inadeguatezza, i gol sbagliati, ma anche le giocate positive a cui non è stato dato seguito. I buoni propositi per smentire tutto ciò, sin dalla prossima stagione, ci sono tutti. Ma per ora non può scrollarsi di dosso l’etichetta di flop.

Centravanti – ANDREA BELOTTI: la promessa era quella di restare competitivo anche in una piazza come Roma e partendo dalla panchina alle spalle di Abraham. Il Gallo ha interrotto in estate il suo rapporto pluriennale con il Torino, del quale era anche capitano, per provare nuove esperienze in Serie A. Mourinho, inoltre, gli garantisce le 31 partite in cui, sia partendo da titolare che subentrando, ha opportunità di mettersi in mostra. Ma l’unico momento degno di nota, nella sua produzione offensiva stagionale, è il calcio di rigore sbagliato al 92′ contro il Torino nell’ultima uscita, prima della pausa per il mondiale. La cifra 0 nella casetta gol segnati pesa tantissimo.

Ala sinistra – DIVOCK ORIGI: sarebbe dovuto essere il nome per far rifiatare Giroud e assicurare gol, portando con sè anche il carico di esperienza internazionale dopo la parentesi al Liverpool. Pochissime, invece, le gioie dell’attaccante belga in questa stagione, che pure segna due reti contro Monza e Sassuolo. Il titolare Giroud è stato costretto agli straordinari, anche a causa dei vari infortuni che lo hanno colpito nel corso dell’anno.

RISERVE

Oltre all’undici “ideale“, abbiamo deciso di elencare anche due riserve per reparto, che non hanno particolarmente brillato in questa stagione.

Portiere – ALESSIO CRAGNO

Terzino – MANUEL LAZZARI

Difensore centrale – MERIH DEMIRAL

Mezz’ala destra – HARRY WINKS

Mediano – GIULIO MAGGIORE

Centravanti – ANDREA PINAMONTI

Centravanti – LUKA JOVIC

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Il Celtic cerca il successore di Postecoglou: tra i nomi anche Maresca

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Celtic

Il Celtic fresco del Treble casalingo vinto, ha però bisogno di trovare un nuovo allenatore. Il biennio sotto la guida di Postecoglou è stato fantastico e pieno di trofei e soddisfazioni ma ora gli Hoops devono voltare pagina. L’australiano, infatti, è diventato l’allenatore del Tottenham e ora sono molti i profili che interessano ai campioni di Scozia per la guida tecnica.

Tra questi Sky Sports sottolinea anche il nome di Enzo Maresca. L’ex centrocampista italiano è attualmente il vice-allenatore del Manchester City di Guardiola. Il 43enne sarebbe tra i tanti nomi uno dei più papabili al ruolo di nuovo allenatore, anche se i tifosi sognano il grande ritorno di Brendan Rodgers.

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La Champions “rovina” i piani di Gagliardini: nozze rimandate

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Gagliardini

Aver raggiunto la finale di Champions League è stata, ovviamente, una grande emozione per tutti i giocatori dell’Inter. Eppure, la sfida contro il Manchester City ha “rovinato” i programmi di qualcuno.

NOZZE RIMANDANTE

Il calciatore in questione è Roberto Gagliardini. Secondo quanto riportato dalla rivista Chi, il centrocampista e la sua fidanzata Nicole Ciocca hanno dovuto rimandare la data delle nozze. La cerimonia, infatti, era stata fissata per il 10 giugno, proprio il giorno della finale di Champions.

Ma non è tutto, anche altri due calciatori nerazzurri sono stati coinvolti in questi cambiamenti: Lautaro Martinez e Alessandro Bastoni. Entrambi, infatti, si sono sposati subito dopo la fine del campionato. Addirittura Agustina Gandolfo, consorte dell’attaccante argentino, ha rivelato di aver avuto pochissimo tempo a disposizione per organizzare rito e cerimonia, a causa dei numerosi impegni della formazione nerazzurra.

 

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Pagelle Serie A – Sampdoria, 2: campionato disastroso

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PAGELLE SERIE A – SAMPDORIA, 2: Per la Sampdoria, quella di quest’anno, è stata una stagione complicatissima. I blucerchiati hanno vissuto un’annata caratterizzata soprattutto dalla difficile situazione societaria, con lo spettro del fallimento che aleggiava su Marassi e probabilmente sventato con la cessione solo pochi giorni fa. Situazione extra campo a parte, anche quella vista sul terreno di gioco è stata drammatica, con la retrocessione e l’ultimo posto in classifica. A niente è servita la cura Stankovic, che subentrato a Giampaolo prima del Mondiale, è riuscito a dare dignità al finale di campionato ma non punti.

LA STAGIONE

Quello della Sampdoria è stato campionato semplicemente disastroso. Partendo da agosto, con Giampaolo in panchina, la squadra non è mai riuscita a trovare un’identità. Già dalle prime giornate dove, nonostante il pareggio casalingo con la Juventus, spicca il netto ko per 4-0 con una diretta concorrente come la Salernitana, si erano intraviste le prime fragilità.

Ad ottobre si è cercata la svolta, con l’esonero del tecnico e l’arrivo in panchina di Stankovic. A cambiare, è stato sicuramente lo spirito e, solamente in piccola parte il rendimento. Con il serbo in panchina i blucerchiati hanno provato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo e, solamente all’undicesima giornata è la prima vittoria in campionato in casa della Cremonese.

Nemmeno la sosta riservata a Qatar 2022 però è riuscita a riportare serenità. Al rientro, la vittoria esterna con il Sassuolo aveva riportato un entusiasmo poi stroncato da un nuovo filotto di sconfitte, interrotte di tanto in tanto da pareggi come quello a sorpresa contro l’Inter.

Da marzo poi l’ultimo disperato tentativo avviato dal successo sul Verona e poi reso inutile dalla clamorosa sconfitta casalinga contro la Cremonese e dagli ormai inutili pareggi negli scontri decisivi contro Spezia e Lecce. Una situazione che poi ha portato inevitabilmente all’aritmetica retrocessione alla Dacia Arena contro l’Udinese.

ASPETTATIVE E MERCATO

In casa Sampdoria le aspettative, non di certo altissime, erano quelle di una salvezza quantomeno tranquilla. La stagione precedente aveva già fatto accendere il campanello d’allarme, con la salvezza raggiunta matematicamente solo alla penultima giornata. Quest’anno si è riuscito a fare di peggio, grazie anche ad una gestione scellerata anche dal punto di vista del mercato.

Comprensibile, vista li situazione societaria, la scelta di voler far cassa con la cessione di Damsgaard per 15 milioni. Decisamente meno comprensibile invece quella di lasciar partire l’ossatura della squadra composta da gente come Candreva, Thorsby, Ekdal e Yoshida, e quella di non trattenere calciatori di proprietà come Caprari e Bonazzoli che in prestito avevano fatto benissimo.

Decisamente errata la scelta degli acquisti con cui rimpiazzarli, con gli arrivi di Djuricic e Rincon, e quelli in prestito di Pussetto, Villar e Winks. I riscatti poi di Sabiri, ceduto alla Fiorentina e tenuto in prestito fino a fine stagione, e di Caputo, girato inspiegabilmente all’Empoli in cambio di Lammers nel mercato invernale. Inutili poi gli arrivi di Jesè Rodriguez e di un Zanoli comunque valorizzato a gennaio. Scelte sicuramente poi pagate a caro prezzo sul campo.

 

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