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United-Chelsea, i 5 giocatori che hanno vestito entrambe le maglie

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United-Chelsea, i 5 giocatori che hanno vestito entrambe le maglie

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Il fascino della Premier League è unico nell’universo calcistico: un campionato che raccoglie la maggioranza dei migliori calciatori e allenatori del continente, inseriti nel contesto del calcio inglese, ovvero il modello che tutti vogliono imitare. C’è ancora più fascino, però, quando le big si affrontano, come questa domenica: alle ore 17:30 all’Old Trafford inizierà Manchester United-Chelsea, Red Devils vs Blues.

In omaggio ad una delle classiche del calcio inglese abbiamo selezionato i 5 giocatori, più un bonus, che hanno giocato con entrambe le squadre durante le loro carriere. C’è chi è cresciuto con una maglia e poi ha indossato l’altra, chi è stato una comparsa e chi ha scritto la storia a modo proprio.

ROMELU LUKAKU

Lukaku negli ultimi anni si è affermato come uno degli attaccanti più forti del panorama internazionale, segnando gol a grappoli sia con i club che con il Belgio. Esploso in patria all’Anderlecht, è stato acquistato dal Chelsea quando aveva 18 anni per 22 milioni di euro. Ma con la maglia dei Blues ha trovato poco spazio, complice anche la presenza di un certo Drogba, finendo in prestito al West Brom prima e all’Everton poi.

I Toffees lo hanno riscattato e lui ha ripagato la fiducia del club, segnando 87 reti in 166 presenze. A quel punto il Chelsea ha provato a comprarlo di nuovo, ma alla fine dell’estate del 2017 l’ha spuntata lo United, pagando circa 85 milioni di euro all’Everton. Lukaku è riuscito a giocarsi bene le proprie carte dopo l’esperienza negativa al Chelsea, adesso è il numero 9 del Manchester United, l’attaccante chiamato a riportare i fasti di un tempo. I tifosi dei Red Devils sono pazzi di lui, tanto da avergli dedicato anche questo coro un po’ particolare. D’altronde, fare gol è la cosa che gli riesce meglio.

NEMANJA MATIĆ

Un altro giocatore che oggi indosserà la maglia dei Red Devils, ma che in passato ha vestito quella dei Blues, è Nemanja Matić. Il centrocampista serbo ha vissuto le migliori stagioni della propria carriera con il Chelsea, ma non tutti conoscono di preciso la sua storia. Acquistato giovanissimo dai Blues nel 2009, raccoglie anche due presenze in campionato, festeggiando la vittoria della Premier. Due anni più tardi il Chelsea decide di acquistare David Luiz dal Benfica, inserendo all’interno della trattativa il cartellino di Matić. In Portogallo il serbo matura definitivamente, tanto da diventare in pochissimo tempo uno dei centrocampisti più interessanti d’Europa. Il Chelsea, allora, decide di riportarlo di nuovo a Stamford Bridge nel 2014, una scelta azzeccata: Matić vince due volte la Premier e una Coppa di Lega.

Poi, un po’ a sorpresa, nel luglio 2017 passa al Manchester United, ritrovando il suo ex-allenatore José Mourinho. Conte, in quel momento tecnico del Chelsea, si confessò molto dispiaciuto per la cessione del serbo. In passato Matić è stato accostato spesso all’Italia, chissà che nella prossima estate non succeda di nuovo. Un centrocampista come lui può rivelarsi fondamentale, lo sanno benissimo sia Mourinho che Conte, non proprio due allenatori qualsiasi.

DANNY DRINKWATER

Danny Drinkwater è stato uno dei protagonisti principali nella magica cavalcata del Leicester del 2015/16, vincendo la Premier League con Ranieri in panchina. Drinkwater giocava già con le Foxes da alcune stagioni, ma prima di approdare al Leicester e affermarsi ha trovato molte difficoltà. Il centrocampista inglese è originario di Manchester ed è cresciuto proprio nel settore giovanile dei Red Devils, ma non è mai riuscito a ad esordire in prima squadra.

Allora ha giocato nelle serie minori, vestendo le maglie di Huddersfield, Cardiff, Watford e Barnsley prima di approdare al Leicester. Il turning point della sua carriera è stata la vittoria della Premier, tanto che nell’estate successiva è stato acquistato dal Chelsea per una cifra vicina ai 40 milioni di euro. In molti si aspettavano un centrocampista maturo, ormai pronto al salto in una big. Ma così non è stato: lo scorso anno Conte lo ha utilizzato pochissimo, anche a causa di alcuni infortuni, mentre con Sarri non ha praticamente mai giocato. Drinkwater ha scritto la storia con la maglia del Leicester, solo per questo se lo ricorderanno in futuro dalle parti di Old Trafford e di Stamford Bridge.

JUAN MATA

La carriera e il palmarès di Juan Mata parlano per lui: ha fatto parte del ciclo d’oro della Spagna vincendo il Mondiale del 2010 e l’Europeo del 2012, ha vinto una Champions, due Europa League e tanti altri trofei. Quello che impressiona è che ha vinto ovunque, con il Valencia, con il Chelsea e con il Manchester United, le tre maglie principali che ha vestito durante la sua carriera. Con i Blues è stato uno dei protagonisti principali dell’incredibile Champions vinta con Di Matteo in panchina, ai rigori contro il Bayern Monaco.

Poi si è trasferito allo United nel 2014, vincendo la finale di Europa League contro l’Ajax nel 2016. In Premier League ha giocato 241 partite, annotando 49 gol e 60 assist. Da titolare o da subentrato è sempre stato una pedina importante per qualsiasi allenatore, facendosi volere bene sia dai tifosi Blues che da quelli Red Devils. Un altro punto a favore di Mata è la sua fondazione, denominata “Common Goal”, dove i calciatori possono iscriversi e donare una percentuale del loro stipendio in beneficienza. Vedremo se nella partita di domani Mata sarà protagonista, per conquistare la Champions lo United non può prescindere da un giocatore come lui.

JUAN SEBASTIÁN VERÓN

Come ultimo giocatore che ha vestito entrambe le maglie durante la propria carriera ne abbiamo scelto uno di culto, ovvero Juan Sebastián Verón. La Brujita, questo il suo apodo, è stato uno dei migliori centrocampisti a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000. È sbarcato in Italia alla Sampdoria, via Boca Juniors, e ha vinto poi con il Parma, con la Lazio e con l’Inter. Il maggior picco, quindi, della carriera Verón lo ha vissuto in Italia, e gli ha permesso di trasferirsi nel 2001 al Manchester United. Un acquisto importante, sponsorizzato in prima persona da Sir Alex Ferguson, all’epoca manager dei Red Devils. Ma l’argentino in Inghilterra non si ambientò benissimo e dopo due stagioni venne ceduto al Chelsea. Anche con i Blues i risultati furono deludenti, così Verón decise di tornare in Argentina, al suo amato Estudiantes. Adesso è presidente del club di La Plata, ma i tifosi dello United possono ritenersi fortunati di aver visto gli ultimi veri colpi di questo centrocampista fenomenale.

BONUS: JOSÉ MOURINHO

Menzione speciale, dopo i giocatori, ad uno degli allenatori più vincenti degli ultimi anni del calcio mondiale. José Mourinho ha vinto tutto quello che poteva vincere in carriera, iniziando con la Champions incredibile nel 2003/04 con il Porto. Ma il vero trampolino di lancio dello Special One è stato il Chelsea, è con i Blues di Londra che è iniziato tutto. In Inghilterra Mourinho si è affermato in quegli anni come uno dei tecnici più preparati del panorama, ha vinto due volte la Premier League e ha dato al club di Roman Abramovič quella dimensione europea che mancava. Poi è arrivato il triplete con l’Inter e l’esperienza sulla panchina del Real. Nel 2013 è tornato al Chelsea, vincendo ancora una volta la Premier, ma dopo solo due stagioni ha deciso di accettare la panchina del Manchester United, in cerca ancora di un degno erede dopo l’epopea di Ferguson.

Mourinho con i Red Devils ha vinto l’Europa League, ma non è riuscito a raggiungere i massimi risultati che ha toccato in precedenza. Pochi mesi fa è stato esonerato e adesso – come una bella donna – tutti lo desiderano di nuovo. Tutto questo è José Mourinho.

 

 

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Flash News

Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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