Una delle sorprese meno preventivabili di quest’inizio di Serie A è sicuramente il Venezia. Il ritorno nella massima serie dei lagunari è stato accolto con un po’ di scetticismo. Le prime considerazioni sono state sulla costruzione di una rosa inesperte e apparentemente poco competitiva. A ciò va sommata anche la mancanza da questi palcoscenici da oltre 19 anni e un allenatore molto promettente ma reduce da una gavetta importante culminata con la Serie A. La risposta sul campo è stata sorprendente. Sono stati raccolti 12 punti nelle prime 12 giornate con un +3 dalla zona retrocessione.
L’APPROCCIO AL CAMBIO CATEGORIA
A queste voci che la volevano tra le favoritissime alla retrocessione ecco servita una risposta motivata e determinata. La continuità nello stile di gioco improntato da Zanetti è stata la chiave di questi primi successi. Il passaggio dalla cadetteria alla massima serie e il sostanzioso mercato estivo non hanno alterato le idee del mister. La spiccata vocazione offensiva di questo Venezia indipendentemente dall’avversario che ha di fronte è invidiabile. Il 3-2 con la Roma nell’ultimo match è il chiaro esempio della grandezza di questa mentalità.
Il lavoro dietro a questo tipo di prestazioni è costante e procede imperterrito. Anche solo dalla sconfitte di inizio stagione si è vista un’assimilazione chiara dei concetti voluti da Zanetti. Il pressing alto e feroce volto alla riconquista rapida del possesso è presente come un dogma incontestabile. L’allenatore ha, quindi, costruito un calcio moderno alla ricerca immediata della verticalità sull’attaccante fisico, sull’esterno veloce o sull’uomo di maggiore fantasia sulla trequarti.
GRANDI PREMESSE PER UN FUTURO ROSEO
Oltre a un progetto tecnico molto promettente guidato da un allenatore e uno staff capaci di portare al massimo una rosa dal grande potenziale, c’è una società solida a reggere il tutto. Il presidente Niederauer, miliardario americano, si è avvalso di persone competenti di calcio italiano e del mondo Venezia. Il ritorno dei lagunari ai fasti di un tempo va attribuito anche alla coppia Collauto-Poggi. Il direttore sportivo e il responsabile dell’area tecnica hanno dimostrato un’ottima sintonia nel costruire una rosa giovane e plasmabile secondo le volontà chiare di Zanetti.
L’aspetto da non sottovalutare e di grande interesse in laguna è quello dello stadio. Il Penzo ha radici storiche e caratteristiche uniche nel suo genere ma la proprietà americana vuole fare all-in. Da anni la questione stadio ha scosso Venezia che da molto tempo vuole provare a costruire una struttura in terra ferma. La Serie A raggiunta quest’anno potrebbe f0rnire l’assist perfetto per l’avvio dei lavori in una città dove nel calcio e nello sport in generale si vuole investire sempre di più. Il Venezia, quindi, anche come società ha ampi margini di miglioramento perché cresce su basi solide con idee chiare e decise volte a crescere anno dopo anno. La Serie A per il Venezia non è solo di passaggio ma rappresenta il primo traguardo di un progetto lungimirante e ambizioso.
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