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Lombardo, l'ex Sampdoria ricorda Vialli: "Era un fratello"

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Attilio Lombardo: “Vialli è molto più che un compagno e un amico, è un fratello”

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Vialli

Attilio Lombardo, ex compagno di Gianluca Vialli ai tempi della Sampdoria e assistente di Roberto Mancini nella nazionale italiana, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Questi ha fornito il suo ricordo di ciò che ha rappresentato per lui la figura calcistica e umana di Vialli. Di seguito, riportiamo le sue parole.

“Sono tristissimo perché Luca è molto più che un compagno e un amico, è un fratello. In queste ore terribili, mi faccio forza pensando a una cosa: con lui ho scherzato dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, ai tempi della Sampdoria, fino a uno degli ultimi, il 28 dicembre”. 

I RICORDI DELLA SAMPDORIA

“Estate 1989. Io arrivavo a Genova dalla sua Cremonese. Luca sapeva che i tifosi grigiorossi mi avevano soprannominato ‘Bombetta’ e all’inizio in allenamento mi chiamava così. Poi in seguito diventai ‘Attila’. La prima settimana mi prese da parte e, con il suo solito sorriso, mi disse: ‘Bombetta, ricordati di passare la palla anche a me e non solo a Mancini. Sono io il bomber“.

“Poi dal campo passammo al tavolo da ping pong. Alla Samp, a quei tempi, tutti i nuovi arrivati dovevano sfidare Vialli. Dopo quattro-cinque scambi, Luca mi tirò una pallina ad altezza testa per farmela incornare, come in partita. Ma in realtà non era una palla da ping pong: era un uovo bianco, vero. Fantastico”.

GLI INSEGNAMENTI DI GIANLUCA VIALLI

Luca arrivava sempre alla conclusione: destro, sinistro, testa, acrobazia. Fin dai primi giorni mi spiegò come preferiva ricevere i cross. ‘Bombetta, se sei vicino all’area, mettimela sul secondo palo. Se invece sei sul fondo, crossa forte sul primo. Poi, in entrambi i casi, vieni ad abbracciarmi”.

SULLA PARTITA SCUDETTO CONTRO IL LECCE

“Nella partita scudetto contro il Lecce Luca segnò il 3-0 e aprì la festa, poi mi portò in sala stampa con una parrucca in testa presentandomi ai giornalisti come il primo acquisto per l’anno successivo“.

SULLA FINALE DELLA COPPA DEI CAMPIONI CONTRO IL BARCELLONA

La finale della Coppa dei Campioni persa contro il Barcellona gli è sempre rimasta sul gozzo. Non molto tempo fa mi ha detto:”Attila, mi avevi messo una bella palla a Wembley, ma non sono riuscito a fare gol”. Lui e tutti noi fummo sfortunati in quella finale. Gli attaccanti forti sono tanti, ma nessuno ha quel mix di generosità, tecnica, forza, leadership e potenza di Luca. Parliamo di un grande bomber, ma super corretto. Per Luca il massimo dell’arrabbiatura era togliersi il polsino e gettarlo per terra”. 

L’ULTIMO INCONTRO

“Ci siamo visti per l’ultima volta il 27-28 novembre, a Genova, per la presentazione del docufilm sulla nostra Sampdoria. Dopo aver trascorso la serata insieme, la mattina ho ricevuto una chiamata di Luca:”Attila, se sei già in giro mi cerchi una brioche veneziana o comunque qualcosa con la crema”. È sempre stato goloso. Abbiamo fatto colazione assieme, poi Luca è partito per Londra. È stato l’ultimo incontro. Conoscendolo alla perfezione, nelle ultime settimane non sono stato a chiamarlo. Però tutti i giorni gli inviavo un cuoricino per messaggio, un modo per fargli sentire la mia vicinanza”.

 

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Kovacevic sulla Juventus: “Il mio cuore è bianconero, Vlahovic un campione”

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Juventus Dusan Vlahovic

Darko Kovacevic ha parlato ai microfoni di Tuttospsort in occasione della sfida di questo sabato tra due delle sue ex squadre: Juventus e Lazio. Tra i temi trattati, Kovacevic ha ripercorso il suo passato in bianconero e ha voluto elogiare Vlahovic.

LE PAROLE DI KOVACEVIC

SU JUVENTUS-LAZIO – “Ho giocato con entrambe le squadre, ma il mio cuore è juventino. I 2 anni in bianconero sono stati davvero speciali, conservo ancora tanti bei ricordi. Spero che la Juve sabato possa vincere e arrivare in Champions”.

SUL MONDO JUVENTUS – “La Juve è molto amata in tutto il mondo: quando ne fai parte, capisci la sua importanza. Sono stati anni bellissimi nei quali ho giocato con il miglior giocatore al mondo: Zidane. C’erano poi tanti campioni come Del Piero, Davids, Trezeguet e Tacchinardi. Grandi uomini oltre che giocatori fantastici. Quando sei alla Juventus, devi giocare per vincere. Quella è l’unica cosa che conta. A livello personale la doppietta all’Inter a San Siro fu un bellissimo momento”.

SU VLAHOVIC –Dusan sta diventando un campione. So che si trova bene ed è molto felice alla Juventus. Sta dimostrando di essere un top player e ha un bel futuro davanti. La Juve è il club perfetto per crescere e diventare uno dei migliori attaccanti al mondo: 15 gol sono un bottino importante, ma può fare ancora meglio nei prossimi anni. Peccato non ci sia sabato: la sua assenza pesa”.

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Vivarini: “Mi ispiro molto al calcio spagnolo. Iemmello un riferimento per il Catanzaro”

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catanzaro

L’allenatore del Catanzaro, Vincenzo Vivarini, ha rilasciato un’intervista per Tuttosport. Il tecnico giallorosso si è soffermato sulla stagione delle Aquile e sulla partita d’andata con il Parma, prossima avversaria dei calabresi. Di seguito le sue parole.

LE DICHIARAZIONI DI VIVARINI

IL CALCIO DI VIVARINI – “Mi ispiro molto al calcio spagnolo e in particolare a quello di Johan Cruijff. Conosco bene la storia della ‘cantera’ del Barcellona, mi appassiona. È stato lui a ispirare il calcio moderno”. 

LA PARTITA D’ANDATA CON IL PARMA – “Non mi è andata giù quella gara. Le migliori occasioni all’inizio le avevamo avute noi. Ma le partite sono così e anche se tu domini loro, poi, magari ti mettono in difficoltà grazie alle loro grandi individualità. Ma eravamo all’inizio, stavamo scoprendo la Serie B. Quest’anno siamo partiti con tanti punti interrogativi, scommesse e dubbi sul fatto che potessimo essere competitivi e per questo siamo partiti col freno a mano tirato. Dopo quella partita però c’è stata la consapevolezza che le cose sarebbero state difficili per noi se non avessimo migliorato alcuni aspetti. È stata una sconfitta salutare”.

I TIFOSI – “Tutto il Sud ha una mentalità che a me piace. Sono passionali, attaccati ai valori e a me piace il calcio che si vive qui, quello molto caldo che ti appassiona e ti dà quella motivazione in più che è indispensabile per giocare bene.

IEMMELLO – A livello nazionale abbiamo grandissime carenze nei settori giovanili e, così, io mi ritrovo a Catanzaro con solo Iemmello, uno che è partito qui ma tutto il resto della sua carriera l’ha fatta fuori. Abbiamo voluto riportarlo a casa perché è un giocatore moderno, che interpreta molto bene la filosofia di calcio che abbiamo”.

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I rinnovi di Zaccagni e Felipe Anderson: cosa cambia in casa Lazio con l’arrivo di Tudor

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Mattia Zaccagni, calciatore della Lazio e della Nazionale italiana (Italia) - Serie A

Con l’avvicendamento in panchina di Tudor, per la Lazio si configura un futuro in cui le certezze dell’era Sarri potrebbero iniziare a vacillare. Si parla soprattutto di due giocatori: Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Soprattutto nella passata stagione, culminata con il secondo posto in classifica, i due esterni rappresentavano delle pedine fondamentali per il gioco di Sarri, ma con Tudor tutto ciò potrebbe cambiare. Negli ultimi mesi le trattative per i prolungamenti di contratto si sono fermate per entrambi. Con il nuovo tecnico la situazione potrebbe cambiare. Resta da capire in quale direzione.

COME CAMBIA LA LAZIO CON TUDOR

Per tutta la gestione Sarri, il modulo utilizzato è stato il 4-3-3 tanto caro al tecnico toscano. Come riporta Il Messaggero, con Tudor però, già dal prossimo turno, la Lazio potrebbe giocare con il 3-4-2-1 con Zacccagni e Anderson che potrebbero risentire di questo cambiamento. Il primo ha già giocato in questo sistema di gioco e potrebbe subire meno questo cambiamento, mentre il brasiliano farà sicuramente più fatica ad adattarsi.

LA SITUAZIONE RINNOVI

Felipe Anderson percepisce 2.2 milioni di euro ma vorrebbe tornare ai 3.5 dei tempi del West Ham. Sembra che i primi contatti siano già stati avviati, ma la trattiva è ancora molto acerba. La Lazio per il momento non sembra volersi spingere oltre ai 3 milioni, bonus compresi. Con il contratto in scadenza a giugno 2024 il tempo inizia a diventare un fattore determinante e non è così certo che le due parti trovino una soluzione. Discorso leggermente diverso per Zaccagni: anche lui vorrebbe un adeguamento del contratto, da 1.8 milioni che guadagna adesso, vorrebbe passare a 3 più bonus. La Lazio sembra essere disposta ad arrivare a stento a 3, con i premi inclusi. Il giocatore italiano ha ancora un anno di contratto quindi la Lazio si occuperà di lui dopo aver parlato con Felipe Anderson. Su Zaccagni però c’è un forte interesse da parte della Juventus quindi anche in questo caso la situazione è tutt’altro che di facile gestione. Vedremo se il futuro dei due calciatori potrebbe essere ancora in biancoceleste, anche grazie all’arrivo e alla possibile cura Tudor.

 

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Il rammarico di Cannavaro: “Avrei allenato il Napoli anche gratis”

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Cannavaro

Fabio Cannavaro, intervistato da Sportitalia, ha parlato del suo amore per il Napoli, squadra che allenerebbe anche gratis. Il campione del Mondo del 2006 era stato visto vicino a De Laurentiis in occasione di Napoli-Empoli, ultima gara di Garcia sulla panchina del Napoli, ma fu solo un caso. Per Cannavaro non essere ancora riuscito a sedersi sulla panchina degli azzurri rappresenta un grande rammarico. Nel corso dell’intervista l’ex giocatore della Juventus, ha parlato anche della sua esperienza in Cina e della stagione del Napoli.

LE PAROLE DI CANNAVARO

POST GARCIA – “Avrei allenato il Napoli anche gratis: è il sogno di tutti gli allenatori. Credo che non centri l’esperienza nell’assenza del mio nome tra i 50 candidati vagliati da De Laurentiis per la panchina del Napoli per il dopo Garcia”.

ESPERIENZA IN CINA – “Tante persone non rispettano l’esperienza che ho fatto in Cina. Ma io sono un allenatore e voglio allenare. Ancora oggi dopo due anni dal mio rientro in Italia continuo a studiare ed aggiornarmi perché so che questo é quello che voglio fare”.

SULLA STAGIONE DEL NAPOLI – “Il problema di quest’anno é che sono stati cambiati troppi tecnici e i giocatori hanno dovuto assimilare troppi concetti diversi tra loro. Ci sta che si vada in confusione. Con l’Atalanta é l’ultima occasione Champions”.

 

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