Generico
Vite da direttore sportivo: Tare e Corvino

Pubblicato
5 anni fa:
Da sempre qualsiasi tifoso o semplice appassionato del calcio tende ad imitare ed idolatrare tutte quelle figure più appariscenti che hanno fatto e fanno ancora le fortune di questo sport o dei loro club. Allenatori e giocatori in primis rivestono più frequentemente il ruolo di modelli a cui ispirarsi. Basti pensare alle frasi che ancora oggi ricordiamo dei manager in grado di svolgere al meglio il loro compito, facendo esprimere a determinate squadre un calcio bello, spumeggiante e vincente o ai calciatori diventati simboli, in quanto capaci di arricchire con grandi prestazioni il palmarès del loro club. Entrambi sono imprescindibili, ma per rendere al loro meglio necessitano di una dirigenza organizzata e con alla radice un progetto solido.
Dirigenza, una parola fondamentale in ambito calcistico, in quanto ogni squadra che si rispetti o che abbia nel proprio mirino traguardi importanti non può che avere alle spalle una società seria, fatta di gente volenterosa e competente. Tra le figure che spiccano maggiormente vi sono il presidente, immagine del club, i vari osservatori, ma soprattutto il direttore sportivo, pedina fondamentale nello scacchiere di un progetto a lungo termine. Oggi andremo ad analizzare questo ruolo nei minimi dettagli, prendendo come punti di riferimento due dei migliori direttori del nostro campionato. Igli Tare, attualmente in force alla Lazio, e Pantaleo Corvino che sta vivendo la sua seconda avventura a Firenze alla corte della viola. Entrambi negli ultimi anni si sono distinti per le grandissime trattative portate a termine, per il fiuto che hanno verso le giovani promesse e per la capacità di saper rimpiazzare le partenze con acquisti all’altezza, tenendo in attivo il bilancio della loro società.
EST MODUS IN REBUS
“Esiste una misura nelle cose “. Versi del celebre poeta Orazio, nella sua opera “Satire”. Reinterpretando in minima parte la famosa affermazione dell’autore latino, potremmo confermare come senza un ordine “primordiale”, su cui tutto si basa, non sia possibile creare o sviluppare nessun tipo di aspettativa o progetto. La misura deve essere costituita da quelle radici su cui un club si modella per poi prendere decisioni importanti che segneranno in positivo, o anche in negativo, la storia della squadra.
Proprio qui entra in scena la figura del direttore sportivo, sempre pronto ad ascoltare e valutare nuove trattative e affari, in base alle richieste e alle necessità del suo club, dei vari giocatori o di alcuni offerenti. A capo di tutto però ci deve sempre essere sempre la giusta programmazione che permetta di occuparsi del presente con un grande occhio di riguardo per il futuro, senza tralasciare nessun aspetto ma con la massima attenzione a tutti i risvolti che potrebbe avere un eventuale investimento. Nonostante l’impianto lavorativo richiesto ad un direttore sportivo sia sempre in linea di massima lo stesso, una cosa rimane certa, che ognuno di loro avrà sempre un modus operandi unico, che a primo impatto può sembrare geniale ma anche stravagante.
Di quest’ultimo ne è un esempio lampante Lutz Pfannenstiel, membro del consiglio d’amministrazione dell’Hoffeneim (che ricopriva ai tempi il ruolo di direttore sportivo), ed attuale scout del club tedesco che nel 2010 decise di acquistare un giovane brasiliano appena diciottenne per 3,5 milioni di euro dopo aver visto le sue prestazioni e i suoi potenziali miglioramenti sul noto gioco calcistico Football Manager. Quel ragazzo risponde al nome di Roberto Firmino, che dopo aver fatto incassare al club diversi milioni per la sua vendita, sta incantando con maglia del Liverpool. In questo ambito non si possono non menzionare gli juventini Marotta e Paratici, da anni indiscussi padroni del mercato italiano e anche internazionale grazie a colpi del calibro di Cristiano Ronaldo, per citarne uno, ma anche in grado di scoprire giovani talenti che in breve si sarebbero affermati a livello mondiale come Vidal e Pogba o altri in dirittura d’arrivo come Coman e Bentancur.
Infine lontani dai riflettori ve ne sono tanti, tra i più brillanti proprio loro, Tare e Corvino, due che hanno dovuto costruirsi una carriera e una credibilità dal nulla , masticando molti bocconi amari per poi togliersi diverse soddisfazioni.
PARTIRE DA ZERO
Nonostante il loro modo di lavorare sia in parte diverso entrambi i dirigenti hanno dimostrato di essere competenti e di condividere alcune cose nel loro percorso di formazione.
Pantaleo Corvino dopo un’infanzia piuttosto complicata e varie esperienze nelle serie dilettantistiche, esordisce come direttore sportivo tra i professionisti in Serie C1 con il Casarano dove muove i primi passi, riuscendo anche a piazzare colpi di elevato spessore. Sue infatti saranno le geniali intuizioni di lanciare Paolo Orlandoni, Cosimo Francioso ed un certo Fabrizio Miccoli, futuro protagonista in Serie A soprattutto con le maglie di Juventus e Palermo, che portano ad un passo la piccola squadra pugliese alla promozione in B.
In quegli anni Corvino impressiona per il suo ossessivo e maniacale studio dei vari giocatori, che valuta su un periodo molto lungo, andandoli a vedere dal vivo o tramite filmati, per poi cercare di chiudere la trattativa in tempi brevi così da evitare l’avvento di una possibile concorrenza. Inoltre il direttore sportivo riesce a crearsi una fitta rete di amicizie che lo porta ad avere dalla sua parte molti collaboratori in grado di aggiornarlo sui colpi di mercato più suggestivi. Tutto ciò, insieme a un grande riguardo mostrato nei confronti dei giovani, attrae l’attenzione di società di prima fascia come il Lecce, che risulterà una tappa fondamentale per Corvino, visto il futuro approdo nel grande palcoscenico del calcio italiano.
A 193 km di distanza, a Valona in Albania nasce e si forma calcisticamente Igli Tare, che dopo una carriera sfortunata da giocatore, che lo vedrà vestire anche le maglie di Brescia, Bologna e Lazio, decide di ripartire come direttore sportivo. L’albanese sceglie proprio il club biancoceleste per la sua rinascita, ma la mancanza di esperienza e la pressione di una piazza così difficile come quella romana, visti anche i cattivi rapporti tra i tifosi ed il presidente, pregiudicano i suoi primi anni da dirigente. Nonostante ciò Tare è abituato ad affrontare le difficoltà e cresce esponenzialmente come direttore sportivo nelle stagioni successive, mettendosi in mostra per la sua capacità di scouting, sebbene non abbia alcun collaboratore al suo fianco. Ogni sua trattativa è contraddistinta da un’analisi molto dettagliata sul profilo giocatore, che riguarda il suo inserimento nella squadra, quanto egli possa incidere in futuro e soprattutto la volontà del calciatore. Come il collega Corvino valuta i giocatori nell’arco di 12-24 mesi, gestendo però gli affari in maniera diversa con delle tempistiche assai più lunghe, vista la volontà del ds laziale di chiudere per un acquisto solamente quando tutti i tasselli tornano. Nel giro di pochi anni Tare è comunque riuscito a creare un buon modello grazie al quale, insieme a degli ottimi contatti, ha potuto siglare colpi come Felipe Anderson, che è approdato in Italia per la modica cifra di 8,5 milioni di euro, dopo ben venti giorni di trattativa tra le due parti.
LA RIVALSA NEL SANGUE
Come già anticipato le carriere di entrambi sono state segnate da problemi che ne hanno intralciato il percorso e rallentato l’ascesa nel grande calcio. Corvino infatti all’inizio della sua primissima avventura scartò Antonio Cassano, non solo per il suo temperamento ma anche per la scarsa duttilità che poteva avere all’interno della squadra. Questo piccolo grande errore lo evidenzia in negativo agli inizi della sua formazione da direttore sportivo, ma non ne fermerà il cammino. Dopo il suo approdo a Lecce il giovane dirigente sorprende tutti, scommettendo su Bojinov, Ledesma, Chevanton, Vucinic e Konan che a breve si sarebbero affermati nel nostro campionato. Inoltre i giallorossi lo ricordano anche per la grande trattativa per Dimitar Berbatov, sfumata all’ultimo per un rialzo del giocatore. Nell’estate del 2005 sbarca a Firenze dove si consacra. In quegli anni i viola grazie all’equilibrio, alla giusta mentalità e a degli ottimi acquisti portati da quest’ultimo raggiunge tre quarti posti, una semifinale di Coppa Italia, una di Coppa Uefa e un ottavo di Champions League. Nei suoi sette anni in Toscana Corvino si gioca al meglio le sue carte, portando al Franchi diversi giocatori in grado di far deliziare tutto l’ambiente fiorentino. Tra i tanti svettano Frey, Mutu, Toni, Felipe Melo, Vargas, Vieri, Marchionni e Behrami ma non solo. Infatti il direttore sportivo pugliese si supera, compiendo due trattative strabilianti che portano all’acquisto di Adam Ljajic e Stevan Jovetic dopo un lavoro durato più di un anno, dove fu fondamentale il rapporto che Corvino seppe stabilire con l’entourage e le famiglie dei giocatori, dimostrando ancora una volta le sue enormi doti da dirigente. Oltre a ciò non trascura neanche uno dei suoi capisaldi, ovvero i giovani, visto che riesce a prendere e lanciare ad alto livelli Montolivo, Osvaldo, Cerci e Nastasić. Cosa che è stata confermata dalla stagione appena conclusa con i giusti investimenti fatti su Milenkovic, Gil Dias, Veretout e Simeone.
Sulla sponda laziale Tare invece dopo un inizio complicato, con qualche colpo pregiato come Zarate e Hernanes, ma segnato da troppi errori pesanti come Ederson, Bresciano, Garrido, Vinicius, Stankevicius e Scaloni, cambia decisamente marcia, apportando varie modifiche al suo modo di agire. Da lì in avanti infatti Tare parte più frequentemente per osservare i singoli calciatori e comincia anche a lavorare dalla primavera, mettendo in rosa calciatori come Keita Baldé, Tounkara, Rossi, Cataldi e Murgia, che in breve tempo sarebbero arrivati in prima squadra. L’attenzione dell’albanese diventa quasi maniacale tanto da non tralasciar nessun particolare, ma accertando la validità dei potenziali acquisti grazie a filmati o vedendo dal vivo degli allenamenti, ritenuti dal direttore sportivo parte fondamentale per capire il valore di un giocatore. Infine per chiudere il cerchio il dirigente biancoceleste da sempre richiede massima segretezza nelle operazioni, tant’è che grazie a questa è riuscito a portare nella capitale De Vrij prima dei mondiali 2014 e Adam Marusic, cercato anche dall’Olympiacos. Grazie a tutto ciò Tare si è reso l’artefice di acquisti fenomenali come Klose, Biglia, Parolo, Leiva, Marchetti, Felipe Anderson, Candreva, Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic, alzando di molto l’asticella del rendimento rispetto alle prime annate.
ANALOGIE E DIFFERENZE
Sia Corvino che Tare nel corso degli anni hanno ottimamente dimostrato come deve essere svolto il lavoro da direttore sportivo, interpretando il ruolo in modo diverso ma con ottimi risultati. Entrambi però sembrano concordare sul fatto che lo studio di un giocatore non possa avere dei limiti di tempo, ma al contrario debba incentrarsi su un periodo di almeno una stagione se non due prima di imbastire una trattativa. Allo stesso modo però ci hanno fatto vedere come la ricerca possa essere sviluppata su più fronti, grazie ai mille collaboratori che lavorano con Corvino, oppure come il tutto si possa svolgere in maniera più meditata, calma e in solitudine senza destare troppi “sospetti”. Quest’ultimo il marchio di fabbrica di Igli Tare, con il quale ha potuto portare a casa De Vrij, Milinkovic-Savic a soli 10 milioni di euro e Luis Alberto a poco meno di 5 milioni.
Infine tutti e due hanno sempre avuto un grande fiuto per i giovani talenti, soprattutto Corvino, che ha fatto di ciò la sua caratteristica migliore anche nella sua parentesi al Bologna, dove ha lanciato Adam Masina.
Federico Meuti
Potrebbe piacerti
-
La Lazio protesta contro la Rai: “Attacchi gratuiti dal servizio pubblico”
-
La Juve è la squadra con più spettatori su DAZN, poi Milan e Inter: la classifica
-
ESCLUSIVA – Ciccio Graziani: “Avrei convocato Zaccagni in Nazionale. In Champions vedo meglio il Napoli”
-
Monza: domani allenamento a porte aperte
-
Cassano duro sulla Roma: “La vergogna del calcio italiano”
-
Sarri ha individuato il sostituto di Milinkovic Savic: vuole Zielinski alla Lazio!
Calcio Internazionale
Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

Pubblicato
5 ore fa:
Marzo 23, 2023
L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.
L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.
LE PAGELLE DELL’ITALIA
Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.
Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.
Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.
Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.
Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.
Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).
Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).
Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)
Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).
Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.
Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).
All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.
LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA
Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.
Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.
Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.
Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.
Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.
Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.
Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.
Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)
Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)
Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.
Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)
All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.
Generico
Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.
DIECI ASSENTI – “Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.
Flash News
La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.
FORMAZIONE – “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.
L’INGHILTERRA – “Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.
RETEGUI – “Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.
IL NAPOLI E IL MARADONA – “La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.
IL RICORDO DI VIALLI – “È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”.
PROBLEMI TRA I TIFOSI – “Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“.
Flash News
Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.
LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.
Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.
LA LETTERA DELLA FAMIGLIA – “Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.
I nostri approfondimenti


Dove vedere Serbia U21-Italia U21 in tv e streaming
DOVE VEDERE SERBIA U21-ITALIA U21 – Gli ‘Azzurrini‘ di Paolo Nicolato si preparano in vista dei Campionati Europei di categoria...


Transfermarkt, ecco i nuovi valori! Osimhen quota 100, crollano Lukaku e Pogba
Transfermarkt, con la Serie A alle porte di aprile ed una stagione entrata nel vivo, ha modificato ed aggiornato i...


Chi è Khephren Thuram: l’ultimo della “dinastia”
CHI È KHEPHREN THURAM: L’ULTIMO DELLA “DINASTIA” – Si sa, alla volte il calcio è una questione di famiglia. Di padre...


Gli ultimi 5 azzurri a segno all’esordio in Nazionale
ESORDIO GOL NAZIONALE – Domani sera tornerà in campo la nostra Nazionale per la prima partita dell’anno nuovo. Allo stadio...
Giovani per il futuro


ESCLUSIVA – Paolo Ghisoni: “Il Progetto de La Giovane Italia è nato ‘per tutta colpa di Mourinho'”
GHISONI GIOVANE ITALIA MOURINHO – Abbiamo avuto il piacere di intervistare Paolo Ghisoni, CEO & Founder de La Giovane Italia,...


Chi è Christian Acella, la giovane promessa della Cremonese
CHI È CHRISTIAN ACELLA – Dopo la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale per la seconda volta consecutiva, si è tornato...


Chi è Diego Gonzalez, il nuovo attaccante acquistato dalla Lazio
CHI È DIEGO GONZALEZ – Diego González è finalmente giunto alla corte di Maurizio Sarri. L’attaccante paraguaiano classe 2003 ha svolto...


Le cinque Future Stars più interessanti di FUT 23
FUTURE STARS FUT 23 – Milioni di appassionati di calcio hanno il loro videogame di riferimento. La domanda che ogni...
Esclusive


ESCLUSIVA – Caturano si racconta: “Ronaldo il mio idolo, Fazio il difensore più forte mai affrontato”
Corri, lotta e vinci: sono i tre imperativi imposti da Salvatore Caturano, bomber del Potenza Calcio, società militante nel Girone...


ESCLUSIVA – Ciccio Graziani: “Avrei convocato Zaccagni in Nazionale. In Champions vedo meglio il Napoli”
Francesco “Ciccio” Graziani è un uomo di calcio senza tempo in Italia. L’abbiamo visto in campo da calciatore, in panchina...


ESCLUSIVA – Clemenza si racconta: “Alla Juve ho vissuto anni bellissimi, in Italia bisogna aspettare i giovani”
ESCLUSIVA CLEMENZA – La nostra redazione di Numero Diez ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Luca Clemenza, ex primavera...


ESCLUSIVA – La verità sul caos del do Dragão per Porto-Inter: il racconto di Biapri
Dopo ormai 24 ore Porto-Inter è ancora nell’occhio del ciclone. A far discutere però non è la partita sul campo,...
Fantacalcio


Fanta-Obiezione della 27ª giornata: i casi Leao e Strefezza
La 27ª giornata di campionato è ormai storia. Tuttavia, in ottica fantacalcio, sono ancora tante le polemiche in merito alle...


Top e flop della 27ª giornata di Serie A
TOP E FLOP DELLA 27ª GIORNATA – Si è appena conclusa una 27ª giornata ricca di tensioni e polemiche. Continua...


I consigli del fantacalcio per la 27ª giornata
I CONSIGLI DEL FANTACALCIO PER LA 27ª GIORNATA – Attenzione alla distrazione data dai sorteggi europei: oggi, alle 18:30, inizia...


Fantachicca statistica della 27ª giornata
FANTACHICCA STATISTICA 27ª GIORNATA – Se ami il fantacalcio e sei appassionato di statistiche, questa è la rubrica perfetta per...
Serie A


Sorpresa Italia: Barella insieme a Bonucci non parte per Malta!
Al termine del match con l’Inghilterra, in cui è arrivata una pesante sconfitta, l’Italia si proietta alla sfida di domenica...


Ancora problemi tra Mazzarri e il Cagliari: aperto un procedimento penale
L’esperienza di Mazzarri sulla panchina del Cagliari non è andata come il tecnico avrebbe auspicato. L’allenatore, arrivato il 15 settembre...


Leao in scadenza nel 2024: pronto l’assalto del PSG per averlo già a giugno
Il rendimento altalenante del Milan ha portato la rosa rossonera ad una netta svalutazione economica. Tra i giocatori che hanno...


[VIDEO] L’Italia dedica una clip a Vialli, “Azzurro per sempre”
L’Italia sta giocando contro l’Inghilterra la prima partita di qualificazione a Euro 2024 ma la nostra nazionale non dimentica un...
Trending
-
Calcio e dintorni9 mesi fa
Manchester United, novità nel caso Greenwood
-
Flash News3 mesi fa
Stankovic chiede all’Inter il figlio Filip: la risposta dei nerazzurri
-
Flash News3 mesi fa
La Fifa prepara gli indennizzi per i Mondiali: che cifra per l’Inter
-
Flash News2 mesi fa
Inzaghi rischia di saltare la Supercoppa? Il motivo
-
Calciomercato3 mesi fa
L’Inter chiude il primo colpo di mercato: in arrivo Nezirevic
-
Calcio Internazionale3 mesi fa
Abramovich pronto a tornare? Forte l’interesse per tre club
-
Flash News3 mesi fa
La FIGC stanga Dzeko e l’Inter: il provvedimento
-
Calcio e dintorni1 anno fa
Calhanoglu e lo striscione della sud: ma cosa è successo con sua moglie?