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La mano della vittoria

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La mano della vittoria

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Grande, grande, grande vittoria. Uno 0-1 importante, che va oltre i tre punti (preziosissimi) incassati. Una vittoria di squadra, una vittoria dei singoli. Serviva fare una prestazione da grande squadra al San Paolo, stadio dove difficilmente si esce indenni. E così è stato. Probabilmente l’armata bianconera ieri ha sofferto un po’ troppo, anche se andando a rivedere il conto delle azioni pericolose create dai padroni di casa, alla fine c’è stato poco o nulla di realmente pericoloso. I meriti però non vanno solo agli undici in campo, ma anche e soprattutto a quel signore in panchina che per tutta la settimana ha preparato alla perfezione una gara davvero complicata.

HIGUAIN DÁ UNA MANO

Partiamo dall’analisi di quanto visto a livello offensivo: una Juventus scesa in campo con tanta determinazione, decisa a prendersi di forza un possesso palla che in certe partite può rivelarsi fondamentale nei primi minuti. Pronti via e subito una grande occasione capitata all’uomo più discusso e più fischiato in assoluto, Higuain, il quale solo un meraviglioso intervento di Reina ha potuto fermare. Prove generali però per il gol, arrivato qualche minuto più tardi.

Un gol che non è proprio di stampo juventino, visto che la compagine in maglia gialla difficilmente predilige azioni in contropiede rispetto a quelle costruite con razionalità e più calma. Ma si sa, in certe partite bisogna un po’ mutare il proprio essere, al fine di conseguire più risultati concreti possibili. I fatti dicono quindi che la ripartenza degli uomini di Allegri è puramente da manuale del calcio. Avanzata sull’out di destra, scarico centrale, progressione verso la porta nemica, passaggio filtrante in diagonale e piazzato vincente davanti al portiere. Semplice a dirsi, un po’ meno a farsi. Un gol nato dal mix vincente di quel momento: talento di grandi campioni e voglia immensa di insaccare il pallone prima dell’avversario. Preciso, chiaro e esemplare.Un’azione che francamente, nonostante si sia verificata prima della metà della prima frazione, risulterà essere emblematica per tutta la gara offensiva della Juventus. Contropiedi e progressioni lungo le fasce, sempre alla ricerca dell’appoggio laterale per avanzare il più possibile. Un appoggio che ieri si chiamava Douglas Costa. Fenomeno assoluto in una serata in cui per certi versi la sua figura alla fine è stata molto incisiva su tutto il match. La sua miglior partita da quando è in Italia, senza alcun dubbio.

Un brasiliano ritrovato, rigenerato. Un brasiliano che quando parte palla al piede diventata davvero difficile da arginare, specialmente se inizia anche a dialogare con gli altri sudamericani del suo reparto. Dybala uno di questi: partita di sacrificio, di attenzione, di aiuto. Ha sfruttato le proprie abilità in maniera differente, per il bene della squadra. Abilità che però hanno avuto anche grande risalto in occasione del gol, visto che l’assist per l’altro argentino è stato praticamente perfetto.

Ed è proprio l’altro argentino che merita forse più complimenti di tutti. Partita non ordinaria per lui. Fischiato dal riscaldamento al rientro negli spogliatoi. Osservato in maniera scrupolosa, quasi pressante. L’ “ingrato” però ha risposto da vero professionista. Sangue freddo e piede caldo. No Pressure, per rifarsi a qualche canzone. Anzi, l’Higuain di ieri è stato anche più che incondizionato dalle attenzioni nemiche: come un catalizzatore, il pipita è riuscito a convertire tutto l’odio in una prestazione esaltante, da vero top player.

E pensare che non doveva nemmeno giocare. In pochi si sarebbero potuti immaginare una gara di questo tipo da parte dell’ex più detestato in assoluto. E invece, recuperato in extremis, Higuain ha dato una mano alla propria squadra nel vero senso della parola. Un gol di rabbia, un gol super ricercato. Ricercato come qualche persona seduta in tribuna che subito dopo l’1-0 il pipita ha provato a scovare anche in maniera polemica forse.

LA MANO DI ALLEGRI

Dicevamo prima che i meriti però non sono solo di quel calciatori scesi in campo a combattere. L’uomo che forse ha realmente vinto più di tutti ieri sera è Allegri. Un allenatore che ha saputo preparare davvero bene questa partita. Era difficile, complicato, quasi impossibile vincere a Napoli con addirittura qualche grande assenza. Ma il toscano non si è fatto problemi. È andato oltre la tattica ieri. Ha dato soprattutto delle implicite (agli spettatori) indicazioni di pura emotività ai suoi uomini.

Perché per vincere certe gare bisogna non solo saper bene come muoversi sul campo, ma è necessario anche gestire razionalmente ogni momento emotivo. Partire in quinta con grande voglia, grande entusiasmo. Chiudersi poi in trincea con immensa razionalità e attenzione. Insomma, una partita ben costruita su tutti i fattori in gioco.

Sul lato pratico ci sarebbe molto da dire. Ieri la Juve è stata proprio un sottomarino giallo, forte e robusta. Una solidità difensiva ritrovata paradossalmente proprio contro la squadra italiana più prolifica degli ultimi anni. Si è parlato a lungo dei gol incassati da Buffon e compagni. Ma ieri Buffon non ha proprio mai realmente sofferto più di tanto le offensive partenopee.

Anche il centrocampo ha retto bene le azioni nemiche. Pjanic forse resta la stella che, per bellezza, ha brillato meno in un cielo fatto di scontri. Ma poco importa, perché al suo fianco ha trovato due combattenti molto esperti. Anzi, a dire il vero il bosniaco ha avuto un solo vero scudo: Khedira. Partita d’esperienza del campione del mondo.

Matuidi infatti ha sorpreso tatticamente un po’ tutti, visto che in fase offensiva si posizionava spesso e volentieri lungo la propria fascia. Un giocatore dalle risorse infinite che ieri nel suo grande piccolo ha fatto la differenza. Merito ancora una volta dell’uomo in panchina, il quel anche coi cambi effettuati si è dimostrato eccellente.

Chapeau quindi a un coach davvero top ieri. Proprio nei momenti che contano. C’è poco altro da dire: la partita poteva andare diversamente, questo è ovvio, ma lo scacchista Allegri ha condotto con la sua di mano la partita all’esito più bello che i tifosi bianconeri potessero vedere. Ora ci si aspetta di rivedere presto altre grandi prestazioni di Allegri, giocatori e squadra nel complesso…

 

 

 

 

 

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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