Esiste una somiglianza tra le favole e i miracoli sportivi.
Potremo ricordare il 2016 come l’anno in cui tutto è stato possibile. Incredibile e assurdo. È l’anno in cui il Leicester scopre che la sua storia combacia perfettamente con le favole. Al suo interno ci sono tutti quegli elementi che il linguista russo Vladimir Propp considerava alla base di una fiaba di magia. Ci sono i personaggi, un protagonista, un momento iniziale di difficoltà e poi la conquista finale.
Il calcio, ma non solo, diventa il posto migliore in cui tutto questo può realizzarsi. Ci permette di riscoprire un mondo, conservando sempre quella magia. Che i miracoli sportivi non accadano tutti i giorni, lo sappiamo, altrimenti non saremmo qui a raccontarli. Ma qualche volta sì. Magari dopo trent’anni, magari dopo due. Anche questa volta siamo in Premier League, a sud rispetto a Leicester, a Watford. È solo l’inizio e il paragone forse è un po’ azzardato, non tanto per la storia quanto per il tempo, troppo vicino a quei giorni in cui la squadra di Ranieri era diventata Campione d’Inghilterra.
Eppure, in questa stagione appena cominciata, c’è qualcosa di nuovo, di diverso. Qualcosa che fa pensare al finale migliore.
4 SU 4
Secondo la normale struttura delle favole, queste cominciano sempre con una mancanza. Trovare questo elemento nella storia del Watford non è difficile, anzi. La squadra era tornata in Premier League dopo otto anni di Championship nell’estate del 2015, e ha giocato le ultime tre stagioni in modo anonimo, concludendole sempre vicino alla zona retrocessione.
Quest’anno, dopo quattro giornate, il Watford ha incredibilmente vinto tutte le partite ed è primo in classifica insieme al Chelsea e al Liverpool. Ha vinto la prima partita in casa contro il Brighton per 2 a o, ha battuto il Burnley 3 a 1 e il Crystal Palace 2 a 1. E poi, ad alimentare ancora i sogni, è arrivata la vittoria contro il Tottenham, in rimonta per 2 a 1. Un inizio di campionato che neanche il miglior tifoso del Watford in tutto il mondo avrebbe potuto immaginare. Anche perché la squadra, nello scorso campionato, non aveva mostrato niente di particolare. Anzi. Aveva concluso al tredicesimo posto e inoltre, nel mercato estivo, aveva lasciato partire Richarlison, uno tra i migliori punti di riferimento. Il giovane brasiliano classe ’97 era passato all’Everton in uno degli affari più costosi della storia del club. Un trasferimento, accompagnato da un mercato in entrata poco entusiasmante (Deulofeu e Masina i più pagati), che sembrava preannunciare un’altra di quelle stagioni in cui non succede mai nulla.
In realtà un cambiamento importante era già stato fatto ma abbiamo dovuto aspettare la nuova stagione per capirlo davvero.
Lo scorso gennaio era arrivato Javi Gracia come nuovo allenatore e sostituto di Marco Silva. Lo spagnolo aveva affrontato un inizio difficile, concludendo il campionato con il raggiungimento della zona salvezza.
Quest’anno ha cominciato in modo diverso e non sembra solo un caso.
SCEGLIERE DI DIFENDERSI
Gracia ha costruito una squadra fortemente compatta, schierata in un 4-4-2 in cui tutto ruota attorno alla linea difensiva e al centrocampo ma potendo anche contare sulla fisicità della coppia d’attacco. In difesa, accanto ai due centrali Cathcart e Kabasele, ci sono Janmaat e Holebas, greco che ha giocato alla Roma nella stagione 2014-15. Ulteriore copertura per la linea difensiva arriva dalla coppia di mediani formata da Capoue e Doucouré, davanti ai quali ci sono Will Hughes e Pereyra, ex giocatore di Udinese e Juventus. In una sorta di 4-2-2-2 entrambi non sono semplici creatori di gioco, ma incursori efficaci anche in copertura e nel pressing e ideali nelle situazioni di contropiede. Infine l’attacco è formato dalla coppia Andre Grey, meno tecnico ma più dinamico, e dal capitano Troy Deeney.

È lui il vero trascinatore della squadra, con sette stagioni giocate con la maglia degli Hornets e già due reti e un assist in questo campionato appena cominciato.
Sicuramente il Watford non gioca il calcio più bello di tutta la Premier League da un punto di vista estetico, ma funziona alla perfezione per i suoi interpreti. In attacco ha qualcuno in grado di fare davvero bene e può contare sulla solidità e sull’organizzazione difensiva, il maggiore punto di forza che, al contrario, manca a diverse squadre inglesi.
È SOLO L’INIZIO…

Il Watford disegnato da Garcia sembra fatto proprio a immagine del suo capitano. La storia di Deeney è una storia complessa, in bilico tra la morte del padre, l’alcolismo, i mesi trascorsi in carcere e la voglia di lottare in campo, di prendere tutto quello che arriva e di non mollare mai.
Sono tutti felici perché centrare quattro vittorie di fila non è facile, ce la stiamo godendo tutti, giocatori e tifosi. Questo è un grande momento per noi ma sappiamo che è soltanto l’inizio.
È così. La Premier è appena cominciata e questo inevitabilmente ci fa pensare che un inizio del genere non potrà durare ancora per molto tempo. Ma per adesso questo non è importante, o almeno non abbastanza. La forza per sognare a Watford c’è ed esploderà ancora di più nella prossima partita di campionato, settimana prossima contro il Manchester United di José Mourinho. Sei punti in classifica con due vittorie e due sconfitte. C’è la convinzione di chi per ora, contro ogni aspettativa, è in alto alla classifica e vuole davvero continuare a credere in sé stesso.
Quando abbiamo vissuto la favola del Leicester Campione d’Inghilterra abbiamo pensato che era talmente bella da non poter essere riprodotta. “No. Non sarà possibile”, aveva detto Ranieri. Ma quella che è appena cominciata è un’altra storia. Difficile, quasi impossibile.
Ma è un inizio, quello di una piccola parte della storia del Watford.