E’ di ieri la notizia, divulgata da Marca, della conferma di Zinédine Zidane sulla panchina del Real anche per l’anno prossimo. E’ la settimana decisiva per la stagione dei blancos, con il ritorno di Champions contro il Bayern questa sera, e il Clasico contro il Barcellona domenica. Le due partite possono cambiare anche in negativo la stagione del Real, ma la conferma del tecnico è arrivata prima di conoscere l’esito di queste sfide. Florentino Perez è consapevole di avere un allenatore capace, carismatico, vincente.
TRASMETTERE LA GIUSTA MENTALITA’
A Gennaio dell’anno scorso era stato promosso in prima squadra dal Castilla, e si era trovato a gestire una situazione non facile. Calciatori svogliati e fuori forma, clima teso all’interno dello spogliatoio: Benitez fu esonerato dopo appena 5 mesi a Madrid. Per sostituirlo venne subito scelto Zidane, uomo storico del Real, calciatore fenomenale che ha lasciato il segno nella storia di questo sport per il suo talento, per la sua genialità, per la sua personalità. A volte, per essere un buon calciatore, bastano le prime due. Ma spesso per essere un buon allenatore risulta fondamentale avere una forte personalità, un carisma che trascini. Quello che non aveva Benitez, che probabilmente appariva debole ai giocatori, incapace di guidarli.
Ma poi, quando è arrivato Zidane nello spogliatoio, le cose sono cambiate. Gli allenamenti intensi hanno fatto ritrovare la forma fisica migliore ai calciatori; la storia, il carisma e la preparazione dell’allenatore han fatto il resto. I blancos, trascinati da Bale e Ronaldo, hanno conquistato la Champions League, e sono arrivati secondi in campionato, ad appena un punto dal Barcellona campione. Il Real è diventata una squadra pragmatica oltre che talentuosa, ma soprattutto ha recuperato, da quando è arrivato Zidane, la mentalità vincente, la mentalità galactica.
CONFERMARSI
In questa stagione poi, la linea è rimasta la stessa. Il Real è primo in Liga, e può chiudere definitivamente la lotta al titolo domenica nel Clasico. Ma prima c’è da giocare il ritorno con il Bayern in Champions, a proposito di mentalità. Dopo la vittoria all’Allianz Arena, Zinédine Zidane si trova di fronte forse alla partita più difficile da affrontare da quando è allenatore del Real Madrid. La squadra di Ancelotti è altrettanto pragmatica, attenta e organizzata: eliminarla dalla Champions sarebbe l’ennesima dimostrazione di forza da parte dei blancos, che si avvicinerebbero al Clasico con il morale a mille.

Se l’anno scorso il cambio di rotta delle merengues poteva esser dato solo dal cambiamento in panchina, quest’anno l’impressione è che la mano di Zidane risulti sempre più decisiva. La squadra, al di là dei talenti su cui può contare, è un collettivo affiatato e solido, che sa quello che deve fare in campo e non ha paura di nessun avversario. Imposta la gara per vincere, anche contro gli avversari più duri; sviluppa un gioco corale, basato sulla partecipazione di tutti gli interpreti e sulla valorizzazione dei punti di forza.
COMPATTEZZA E OFFENSIVISMO
Il Real è una squadra solida, corta nei reparti e ben organizzata. Attacca e difende con tutti gli uomini, difficilmente le zone del campo rimangono inoccupate. Compattezza e offensivismo, due concetti che ricordano le esperienze calcistiche di Zidane: dall’impostazione tattica della Juventus, al talento dei Galacticos. Due concetti che richiamano il suo estro, la sua fantasia, ma anche il suo carattere forte, a volte addirittura prepotente. La sua squadra lo rispecchia: è composta da fuoriclasse di livello assoluto, che però non tirano mai indietro la gamba nei contrasti; gioca un calcio votato all’attacco, ma non fa mai mancare l’aggressività; è cinica, non si perde in giocate futili.
I moduli utilizzati sin qui da Zidane per esprimere il suo calcio offensivo sono stati il 4-2-3-1 e il 4-3-3. Nel primo caso i protagonisti sono i trequartisti che, innescati da Modric o da Kroos, danno velocità alla manovra con rapide verticalizzazioni. Con il modulo a tre punte invece, il Real sfrutta la rapidità degli esterni d’attacco e le sovrapposizioni dei terzini; in questo caso il vero padrone del gioco diventa Modric, abile a gestire un possesso palla mai fine a se stesso e anzi, spesso efficace. In entrambi i casi, fondamentale è l’apporto di Benzema, che si muove spesso orizzontalmente lungo la linea difensiva avversaria, in modo da aprire gli spazi centrali o ricevere palla sulle fasce.

Quale che sia il sistema di gioco utilizzato, il Real Madrid di Zidane è una squadra che sa gestire i diversi momenti della partita, sa tirare fuori gli artigli e ha una mentalità vincente. E ora si trova ad affrontare la settimana decisiva di questa stagione, consapevole dei risultati fin qui ottenuti e del valore complessivo della squadra.
Consapevolezza dei propri mezzi, non arroganza fine a se stessa. Consapevolezza che, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, Zinedine Zidane ha saputo trasmettere alla sua squadra.